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Fishing 4 Biodiversity, avvio al nuovo progetto sulla collina reggiana

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Fishing 4 Biodiversity, avvio al nuovo progetto sulla collina reggiana.

Fishing 4 Biodiversity”, il nuovo progetto a sostegno della biodiversità e alla cura dell’ambiente, è in fase di avvio sui territori della collina reggiana. Questo progetto investirà 115.000 euro nel monitoraggio e nella tutela dei torrenti e di alcune specie di fauna anfibia e acquatica e dei loro ambienti, prevedendo anche il coinvolgimento dei cittadini.

L’intervento è finanziato dal “Centro Nazionale della Biodiversità”, ossia dalle risorse del PNRR dedicate alla ricerca ed alla conservazione della Natura e la restante parte dall’Ente Parchi Emilia Centrale, proponente e gestore del progetto.

L’Ente si avvarrà, nello svolgimento delle azioni previste da qui ai prossimi 20 mesi, di un partenariato che coinvolge tre organizzazioni di protezione ambientale reggiane (Università Verde, Pro Natura e Fipsas) e tre Università (Modena-Reggio Emilia, Siena e Parma).

Si tratta di una serie di attività di ricerca e di tutela senza precedenti nel territorio reggiano, destinate ad implementare le conoscenze e i dati della biodiversità faunistica in alcuni corsi d’acqua che risentono degli effetti del cambiamento climatico in atto. L’aumento delle temperature medie, la diminuzione delle precipitazioni, una frequenza sempre maggiore di periodi siccitosi ed eventi meteo estremi mettono in serio pericolo lo stato di conservazione degli habitat di acqua dolce, con il rischio di scomparsa o riduzione della disponibilità di zone umide e delle specie animali che vi vivono.

«Si tratta per noi di un progetto molto importante per il nostro ente - dice Luciana Serri, presidente dell’Ente Parchi Emilia Centrale - che impegnerà risorse significative in difesa della biodiversità, uno dei capisaldi della nostra mission. Di grande rilevanza anche il previsto coinvolgimento attivo dei cittadini, con la duplice finalità dell’informazione e della divulgazione di questa tematica presso coloro che vivono sul territorio».

I siti interessati dalle attività del progetto sono quelli della Rete Natura 2000 inseriti all’interno del Paesaggio naturale e seminaturale protetto della Collina Reggiana-Terre di Matilde  che comprende le zone protette delle nostre colline come Monte Duro, la riserva naturale Rupe di Campotrera e Rossena, il sito di Ca’ del Vento, Ca’ del Lupo e Gessi di Borzano,  Rio Tassaro; il Fiume Enza nel tratto compreso tra le località La Mora e Compiano; Media Val Tresinaro e Val Dorgola; mentre in pianura nella Riserva naturale Fontanili di Corte Valle Re.

In queste zone si svolgeranno azioni di monitoraggio ed indagini genetiche su alcune specie faunistiche di interesse conservazionistico, a cui si aggiungono interventi di gestione sperimentali per la tutela della biodiversità nei corsi d’acqua e negli ambienti acquatici minori.

Utile ricordare, in un’ottica di interesse conservazionistico, che il Paesaggio protetto della Collina reggiana ospita alcune specie uniche e di rare: tra gli anfibi ricordiamo la Salamandrina di Savi o la Rana appenninica, fra i pesci, la Lasca, il Barbo canino, il Gobione e il Ghiozzetto e, fra i crostacei, il noto Gambero di fiume.

Oltre al monitoraggio, si prevede anche un intervento di rimozione della Trota fario, specie che rappresenta una forte minaccia anche per le residue popolazioni di anfibi.

«Il nostro gruppo di ricerca – dice Michele Cesari dell’Università di Modena e Reggio Emilia - collaborerà con indagini genetiche su specie di anfibi di interesse conservazionistico. I dati genetici relativi a queste specie consentiranno di effettuare per la prima volta una caratterizzazione molecolare delle popolazioni del territorio dei Parchi dell’Emilia Centrale».

Un’altra particolarità di questo progetto consiste nel coinvolgimento, oltre che di esperti naturalisti, dei cittadini e delle associazioni di volontariato del territorio.

Lo scopo è quello di attivare un processo di cosiddetta “Citizen science”, dove i cittadini stessi diventeranno gli attori protagonisti della conoscenza, della tutela e della divulgazione della biodiversità.

«Si tratta di un importante progetto a cui abbiamo aderito molto volentieri - dice Duilio Cangiari, in rappresentanza delle associazioni reggiane Fipsas, ProNatura e Università Verde, impegnate da anni in salvaguardia del territorio, divulgazione naturalistica e vigilanza ittico/ambientale. - In particolare, sui corsi d’acqua è di fondamentale importanza conoscerne lo stato ecologico, preservarne i caratteri di naturalità e contribuire attraverso un continuo monitoraggio e controllo a ricavare tutte le informazioni utili per una puntuale e corretta gestione in collaborazione con gli enti pubblici preposti».