I libri “Fraora - Il rumore del silenzio” dello scrittore castelnovese Armido Malvolti e Giacomo Simonelli e “Bianco porpora” di Giordano Simonelli, verranno presentati venerdì 1 marzo alle 18,30, nella sala civica di Albinea, nel terzo incontro del 2024 della rassegna “Genius Loci. Autori e territorio” la rassegna, ideata e organizzata dal Comune, che ha l’obiettivo di promuovere e far conoscere autori, artisti, saggisti e poeti albinetani.
Bianco porpora” di Giordano Simonelli
In “Bianco porpora” l’autore offre due chiavi di lettura: una classica e una anomala. Quella classica applica le regole del noir: un serial killer che rimane nascosto sino a poche pagine dalla fine, quando un solerte funzionario spagnolo dell’Interpol, instradato dagli altri protagonisti, viene a capo del caso, grazie alla scoperta di una impensabile teoria che lega tutti i delitti. Se il lettore invece rivolgerà la sua attenzione alla chiave anomala, dovrà abbandonare ogni teorema poliziesco per lasciarsi guidare in un viaggio che segue varie rotte: Africa, Alaska e alcune capitali europee dove i protagonisti vivono la loro vita professionale nel mondo dei fiori. I veri protagonisti, infatti, sono i fiori, ma non il negozio che tutti conosciamo, bensì il mondo delle dimostrazioni, delle competizioni, dei corsi di formazione, delle ricerche, dell’innovazione. Un mondo tanto nascosto e complesso da rendere difficile immaginarne l’esistenza. Saranno proprio i colori dei fiori a guidare il commissario alla scoperta della “teoria” e del colpevole.
“Fraora - Il rumore del silenzio” di Armido Malvolti e Giacomo Simonelli.
Fraora invece è ambientato in un territorio che è stato testimone delle gesta di Matilde di Canossa e che ha visto nascere lo Statuto di Vallisnera, prima della promulgazione della Magna Charta Libertarum. Ecco quindi che la storia riemerge grazie alla passione di un conte garfagnino e si intreccia fino a fondersi con la cronaca dei nostri tempi. I fatti narrati hanno uno sviluppo temporale limitato, dalla Pasqua 2019 al marzo 2020, in piena pandemia, ma la storia riportata alla luce abbraccia l’intero ultimo millennio. I protagonisti principali sono tre: il Conte Gualtiero Boni de’ Nobili e i quindicenni Jago e Marina. Gualtiero è un nobile toscano che furoreggiava nel “bel mondo dorato”, ma che, reso saggio dalla somma dei giorni, da oltre un anno dedica molto del proprio tempo alla ricerca di eredi: il suo Casato infatti è a rischio estinzione perché “si è scordato” di farsi una famiglia. Jago è figlio unico di due genitori in carriera, è nato e vive a Reggio Emilia, ma ha profonde radici piantate nell’alto Appennino reggiano dove ama rifugiarsi in ogni occasione. Marina è nata a Reggio, ma le sue origini sono albanesi: i genitori sono arrivati sulla costa pugliese su di un barcone. Jago è cattolico, Marina è mussulmana. Altro protagonista è l’Appennino reggiano che, pagina dopo pagina, rivela le sue bellezze paesaggistiche, la sua storia millenaria e affascinante, la sua cultura, i suoi tesori agroalimentari, la sua cucina che non teme confronti. Un Appennino custode di tanti siti riservati, come la grotta nascosta in una parete di gessi triassici che, complice un violino, regala al lettore una delle pagine più emozionanti del libro. Due sono i binari sui quali corre la narrazione: le ricerche del Conte e gli sforzi compiuti per appassionare i ragazzi, soprattutto Jago; l’amicizia tra i due adolescenti che, in un crescendo rossiniano, si trasforma in un grande amore. Il luogo fisico dove gran parte della storia si svolge, Fraora, è frutto della fantasia degli autori ed è collocato nel comune di Ventasso lungo la SS63, ma tutto il resto (i flash di vita quotidiana, alcuni episodi drammatici, l’ampia ricerca che apre squarci storici sorprendenti sull’evoluzione del territorio) è più che verosimile.
In questo libro c’è tanta storia, ma abbondano anche tematiche attuali: i rapporti tra genitori e figli; l’amicizia e il disagio giovanile; il ruolo delle religioni e i problemi che possono creare; l’attualità delle tradizioni e il gusto del sapere; la violenza e il bullismo; il consumismo e il rispetto per la natura; l’ecologia e le domande sul futuro dell’umanità. E c’è, elevata alla massima potenza, la forza delle parole; parole calde e già vive sulla bocca di chi le ha pensate.