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LUCA BUSSOLATI, DIRIGENTE DA PARMA ALL'APPENNINO

“Ho scelto l’Appennino per la qualità di vita”

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"Ho scelto l'Appennino per la qualità di vita".

Ne è convinto Luca Bussolati, presidente dell ’associazione Valtassobbio e dirigente commerciale presso Coop Alleanza che ha scelto di vivere con la moglie a Castelnovo ne’ Monti acquistando un antico casale nel 2012. Il manager, originario di Parma e con esperienze lavorative a Roma, Milano e all'estero, ha scelto l'Appennino come luogo di vita e lavoro al suo ritorno in Italia, proprio per la qualità intrinseca della vita che offre e dove, grazie alle infrastrutture digitali, si può lavorare rimanendo connessi al mondo, pur continuando a godere degli spostamenti settimanali ed afferma che "i portali di e-commerce dei viaggi ci aiutano a far scoprire questo territorio".

L’intervista

Dottor Bussolati, perché ha scelto di vivere in Appennino?

Luca Bussolati

Sono originario di Parma, ho lavorato in giro per l’Italia e sono stato all’estero circa sei anni. Poi, quando è arrivato il momento di rientrare in Italia, ho scelto di stabilirmi in Appennino. Questa scelta è stata guidata da alcune considerazioni ma soprattutto tendendo conto della qualità della vita. Dopo essere stato in giro per il mondo si cerca qualcosa che sia più ‘a dimensione dell’uomo’ perché, vivendo queste esperienze in prima persona, posso dire che ad un certo punto si cerca qualcosa un pochino più tranquillo e che ti offra una qualità di vita migliore, e non solo dal punto di vista ambientale. Mi sono reso conto che il valore di un territorio viene percepito meglio da lontano: a volte vivendoci, certe cose si danno un po’ per scontate e da vicino vediamo solo gli svantaggi.

E per molti, l’eccessiva urbanizzazione di molte aree, il traffico, l’inquinamento, la folla, la difficoltà di vivere in maniera tranquilla, diventa stressante. Sicuramente vivere in aree un pochino più marginali ha dei vantaggi.

Secondo lei, quali sono le necessità del territorio? Quale potrebbe essere la ‘ricetta’ per ripopolare la montagna?

Sono problemi che sono conosciuti da tempo e di cui si dibatte in continuazione. La cosa essenziale è fornire delle infrastrutture che possano dare la possibilità di avere comunicazioni, in generale. Da un lato occorre creare le condizioni necessarie per permettere spostamenti e quindi potenziare i trasporti e avere strade in buone condizioni, per esempio. Poi c’è un aspetto da non trascurare e cioè l’importanza e l’efficienza delle infrastrutture digitali che consentano a tanti di poter lavorare: io non ho visto ancora un piano strutturato per la copertura. Se io non avessi questa possibilità di certo non avrei potuto fare questa scelta, ma tanti sono in difficoltà.

Secondo lei cosa bisogna fare per incentivare il turismo e per promuovere il territorio?

Esiste un turismo mordi e fuggi, dove si viene per visitar ad esempio, la Pietra, per andare al Ventasso o sul Cerreto e poi si torna a casa; ci sono poi persone che vengono qui per conoscere il territorio, magari alla ricerca di un posto tranquillo. E occorre farlo scoprire questo territorio, magari attraverso una narrazione adeguata, con una presentazione adatta. E’ importante saper proporre qualcosa di particolare, di diverso, che possa interessare e che possa aiutare a far riscoprire quello che ci circonda. C’è una grande opportunità che non viene sfruttata, cioè à quella di creare un’offerta completa: indicare dove mangiare e tutte le attività di scoperta del territorio.

Lei ha acquistato un antico casale dove ora risiede con la sua famiglia e che, dopo un restauro, è diventato anche un B&B: da dove arrivano i turisti?

Abbiamo avuto dei turisti dalla Nuova Zelanda, dagli Stati Uniti mentre gli italiani vengono prevalentemente dalla Lombardia (Milano, Varese, Como, Bergamo), ma anche dal Trentino, dal Veneto, dalla Toscana: persone che cercano di fuggire dalle grandi città, che cercano un posto tranquillo o che vogliono conoscere questi posti magnifici.

Lei è presidente dell’Associazione Valtassobbio...

Siamo una cinquantina di soci. Con un gruppo di persone, abitanti del posto e chi come me si era trasferito, nel 2019 ci siamo unite e abbiamo creato questa associazione al fine di tutelare e promuovere questo territorio che è ancora molto naturale, intatto.

Tutelarlo vuol dire impegnarsi anche attivamente, manualmente, nella manutenzione dei sentieri di tutti i percorsi che ci si sono, pulizia delle aree attrezzate e quant’altro. Per la promozione ci impegniamo a ad organizzare delle escursioni guidate, organizziamo anche anche eventi culturali che parlano della storia del territorio, delle sue  ricchezze e della sua storia. E lo facciamo anche collaborando con gli alcuni Comuni.

Siamo contenti di cosa siamo riusciti a fare fino ad ora e siamo consapevoli che si potrebbero fare molte più cose. Ma abbiamo dei limiti. Uno tra tutti la mancanza di volontari giovani, problema comune a tante associazioni di volontariato. E non solo in Appennino.

1 COMMENT

  1. Credo che il Sig. Bussolati faccia parte di quella schiera di uomini e donne, tra cui il sottoscritto, che per la loro attività lavorativa hanno operato in varie località Italiane ma che sono sempre stati attratti dal territorio dell’Appennino e dalla tranquillità che questi territori possono offrire, non immaginando che per le generazioni future non ci sarà più questa tranquillità, a parte quella eterna.
    I montanari sono sempre stati illusi dalle grandi e belle parole, dall’illusione di vivere in una riserva paradisiaca, mentre nella realtà dei fatti non si è mai fatto nulla di concreto e tra un paio di decenni questi territori saranno una grande Riserva d’orata per lupi e cinghiali pur avendo queste terre potenzialità incredibili.
    Su questi territori abbiamo avuto Politici che richiesero varie opere infrastrutturali che avrebbero garantito un futuro per l’uomo su questi paesi, ma altri che si sono sempre opposti, decretando di fatto lo stato di spopolamento e dissesto totale; chi propose ha perso, chi ha sempre detto di No ha vinto.
    Fondovalle Val d’Enza, Val Secchia, Val di Lonza, diga di Vetto, tunnel per la Toscana, ecc, nulla è stato fatto, solo alcune gallerie per arrivare a Castelnovo per dare l’illusione che qualcosa si faceva, ma qui doveva terminare il mondo, da Vetto a Ramiseto strada da terzo mondo e da Castelnovo al Cerreto la “mulattiera SS 63” che va al mare, ma per arrivarci devi soffrire il Mal di Mare, se ci arrivi vivo.
    Il Sig. Bussolati possiamo solo ringraziarlo, credo che lui ciò che poteva fare lo ha fatto, i colpevoli di questa situazione sono coloro che hanno sempre detto di NO a tutto e si sono sempre opposti a tutto, riducendo i paesi del crinale nello stato di abbandono più totale, concretizzando, di fatto, il progetto della fine dei paesi montani; ma si sappia che costoro qualcuno li ha eletti e che qualcuno continua ad eleggerli

    • Firma - Franzini Lino