Riceviamo e pubblichiamo la poesia di Alberto Bottazzi
“Com’è lontano quel suono di chitarra, voci gagliarde nello spazio di una notte, ritornelli storditi nella vertigine delle ombre, cantati da ragazzi temerari con il ciuffo ribelle e innamorati della vita.
Quant’è vicino il ricordo di quel tempo, quanti sogni irrequieti di avventure e desideri di fanciulle leggiadre come angeli, incanto dei nostri occhi appiccicati ai loro giovani seni.
Quegli occhi erano luce di speranza, voglia di complicità dell’anima e carnalità del corpo, voglia di sentirsi vivi per vincere la solitudine, per non restare in compagnia del solito bicchiere.
Angoli di giovinezza che ora la memoria dipinge come momenti vincenti, incatenati dal sole dell’amicizia, in un contesto di paese che poco altro poteva dare, se non la cosa più importante: il calore umano!
Alberto Bottazzi”