Il dipinto di Santa Maria Maddalena torna all’antico splendore.
Grazie al pregevolissimo lavoro della professionista Maura Favali, e al supporto fattivo del Comitato costituitosi l’anno scorso presieduto da Maria Luisa Muzzini, con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale di Castelnovo ne’ Monti e del Lions Club castelnovese, l’opera risalente al 1500 è tornata a splendere nella sua bellezza originaria.
Ieri pomeriggio in una chiesa della Resurrezione gremitissima di persone che hanno voluto tenere a battesimo questo ‘vernissage’ si è tenuta la presentazione ufficiale del dipinto che fa un bellissimo capolino in uno dei lati della chiesa stessa.
DON RUOZI: “UN’OCCASIONE DI GIOIA”
A fare gli onori di casa Don Giovanni Ruozi, parroco della chiesa della Resurrezione che oltre a ringraziare tutti i presenti e chi ha reso possibile il restauro del dipinto ha aggiunto che: “Questa è un’occasione di gioia e di soddisfazione perché questo è il primo passo concreto di un progetto più ampio che è quello del recupero dell’oratorio di via I Maggio, che ci auguriamo possa continuare ad essere parte della storia (di questa comunità, ndr), anche di generazioni più giovani e soprattutto, restituendolo al paese, possa fornire un servizio di incontro, preghiera, cultura e spiritualità”.
“La collocazione del dipinto è provvisoria, ma credo che lì possa starci bene. La parete dove ora è presente il dipinto prima non aveva nulla, ed averla riempita da questo quadro – conclude il parroco – può dare significato e valore a questo luogo. Nell’attesa che l’opera trovi la sua collocazione definitiva”.
EMANUELE FERRARI: “EMOZIONANTE RIVEDERE IL QUADRO NELLA SUA BELLEZZA”
“Noi siamo contenti e soddisfatti come Amministrazione comunale e devo dire anche emozionato – sottolinea il Vicesindaco del Comune di Castelnovo ne’ Monti, Emanuele Ferrari -. Perché riportare al suo massimo un quadro che ha tutta questa storia, questa capacità di ‘respirare’ assieme a noi che lo stiamo ammirando e di restituirci quel senso di profondità che un quadro di solito porta con sé”
“Quando abbiamo incominciato a condividere con il Comitato questo percorso – prosegue Ferrari -. Intenso come restauro del quadro e assieme a questo, quello dell’Oratorio, abbiamo pensato che fosse importante, fondamentale, il sostegno a questo progetto da parte dell’Amministrazione. Soprattutto condividere le idee per cercare di approfondire ulteriormente questa progettualità e l’idea è quella di far vedere questo quadro agli studenti. Portarli qua. Dopo il periodo degli scrutini del primo quadrimestre, le terze media, e poi le superiori potranno essere ospitate qui per studiare, apprendere, sentire le emozioni che provoca un quadro di questa fattura. In un contesto di questa chiesa in cui sono presenti opere d’arte di altri periodi e che meritano altrettanto rispetto e considerazione”
“Quest’opera, parla di noi – conclude il Vicesindaco -. Della nostra storia, della nostra comunità. Una visione complessiva che non deve mai essere persa di vista”.
MARIA LUISA MUZZINI: “LE NOSTRE RADICI, OGGI, SONO PIU’ SOLIDE”
“Ringrazio tutti coloro che hanno sostenuto questo intervento, piccolo, se vogliamo, ma di inestimabile valore. In particolare ringrazio il Lions Club di Castelnovo e l’Amministrazione Comunale che con grande convinzione, sin da subito, è stata al fianco del Comitato nel perare il restauro del dipinto e del progetto più ampio che vede coinvolto l’oratorio”, sottolinea un’emozionata Maria Luisa Muzzini, presidente del Comitato stesso.
“Con l’Amministrazione e con il Lions ci siamo chiesti cosa fare per la comunità di Castelnovo – prosegue la presidente Muzzini -. Ed abbiamo pensato che fosse giusto restituire questo quadro meraviglioso alla nostra comunità e alla nostra montagna”
“Penso, soprattutto, alle giovani generazioni. Perché, costruire la storia, soprattutto quella dell’arte è un po’ come piantare le nostre radici in modo un po’ più forte – aggiunge la signora Muzzini -. Per poi crescere e svilupparsi al meglio. Una grazie di cuore a Maura Favali per tutto il lavoro che ha compiuto per restaurare questo splendido dipinto”
“Oggi è una giornata di grande soddisfazione, che è quella di arrivare a far rivivere questo quadro così importante per Castelnovo Monti. C’era chi ci chiedeva ‘ne vale la pena’? Certo che ne vale la pena. Quello che Maria Maddalena rappresenta per l’Appennino, perché è un culto che dal Ventasso ad altri luoghi è estremamente diffuso. Quindi come Lions e Comitato siamo molto orgogliosi di restituire alla Montagna quest’opera”.
Ma l’attività del Comitato, come sottolineato, non termina cerco con il restauro del quadro dedicato a Santa Maria Maddalena, ma nel 2024 verrà intrapresa l’attività di più ampio respiro come quella riguardante l’oratorio di via I Maggio. A Gennaio è prevista infatti la presentazione del progetto che sarà successivamente implementato.
MAURA FAVALI: “ORGOGLIOSA DI PRENDERMI CURA DI QUESTO PROGETTO”
Infine, chi, il quadro l’ha riportato all’antico splendore. Maura Favali che con diapositive e foto ha ripercorso la storia, innanzitutto del contesto storico in cui è nato e si è sviluppato l’oratorio e successivamente i dettagli riguardanti il lavoro che è stato compiuto sul quadro.
Dall’analisi dei materiali usati per il dipinto, dalla tela alla tipologia di colori utilizzati (a olio). Successivamente una prima pulitura su una porzione esigua della tela per capire come procedere al meglio.
Per poi passare all’applicazione di strati di tela nelle zone mancanti. Infine il dipinto è stato montato su un nuovo telaio.
“E’ importante contestualizzare il periodo in cui questo dipinto venne alla luce – spiega Favali -. Nel 1500, 1600 quasi nessuno sapeva effettivamente leggere, perciò i messaggi arrivavano attraverso le immagini dei dipinti. Quello che vediamo in questo è un messaggio molto semplice, e raffigura il momento della conversione della Maddalena che si spoglia di tutti i suoi averi per seguire l’esempiò di Gesù Cristo”.
“Io ogni tanto verrò a vedere come procede l’assorbimento della vernice e se ce ne sarà bisogno, ne apporrò dell’altra – conclude Maura Favali -. Voglio ringraziare la Parrocchia, il Lions e il Comitato, oltre che il Comune, per questa opportunità di lavoro. Soprattutto ringrazio per questa opportunità sul piano personale. Un progetto come questo, che mi era stato affidato a Bologna, si è trasformato in un progetto di comunità. Ho potuto assistere a ritorni di persone che non frequentavano la chiesa e non erano interessati all’arte. Questo coinvolgimento di tutta la comunità, indipendentemente dalla frequentazione dei luoghi, è qualcosa di cui vado profondamente orgogliosa. Perché in primis sono le persone che si devono prendere cura dei luoghi facendoli diventare dei punti di riferimento per la comunità. Quindi contenta di prendermi cura, assieme a voi, di tutto questo progetto”.
Opere come questa portano al sommarsi di molteplici aspetti, dal talento e maestria di chi ne è Autore, alla competente perizia del restauratore o restauratrice, in una con la devozione del committente, semmai ci fosse stato, e ci dicono altresì quale importanza abbia avuto l’arte sacra, colma di spiritualità e valenza simbolica, nel corso del sedicesimo e diciassettesimo secolo, e non solo, e non soltanto nello Stivale ma anche in diversi Paesi europei, tanto che continuo a chiedermi perché mai le radici cristiane non siano state inserite nella Costituzione UE (in queste righe si parla opportunamente di radici, ma per anni sono state non poco trascurate, insieme ad altri simboli, almeno così mi sembra, forse per timore di essere od apparire identitari).
P.B. 31.12.2023
P.B. si domanda perché mai le radici cristiane non siano state inserite nella Costituzione UE. A mio avviso la risposta è semplice: la commistione tra religione e politica è una consuetudine molto italiana, e molto meno diffusa nel resto d’Europa, dove in alcuni paesi esistono semplicemente partiti cristiano democratici ma nulla più, ed in altri addirittura religione e politica non devono avere nulla a che fare, nel (a mio avviso condivisibile) principio della totale laicità delle istituzioni. Questa è, di fatto, la linea di pensiero che ha prevalso.