Un impegno condiviso per il rilancio dell’anello della Pietra di Bismantova, ma anche la fruibilità del sasso dantesco. È quanto scaturito dalla riunione pubblica, promossa dal Parco nazionale dell’Appennino a Ginepro lunedì sera con il coinvolgimento del Comune di Castelnovo ne' Monti, rivolta ai cittadini che chiedevano spiegazioni sullo stato di degrado della pista pedonale realizzata nel 2019.
“Si è trattato di un finanziamento Por Fesr che avevamo ottenuto per la fruizione sia pedonale lungo il percorso che compie il ‘periplo’ attorno la Pietra di Bismantova, finanziato attraverso il progetto Por-Fesr Emilia-Romagna 2014-2020 per un ammontare di soli 283.000 euro” ha introdotto Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale.
“Se alcune opere sono risultate bene, in merito alla sicurezza o alla banchina di sosta, altre purtroppo non lo sono state affatto e oggi è a tutti chiaro che con il poco delle risorse a disposizione non era possibile fare una pista pedonale vera e propria e, di questo, ci scusiamo”.
Non si è trattato, però, di spreco di risorse pubbliche, perché, come ha spiegato Sergio Guidetti geologo di Studio progetti ambientali di Felina, che con l’architetto Baricchi, ha curato questo intervento: “la quasi totalità delle risorse sono state indirizzate a mettere in sicurezza la banchina stradale di valle (lungo 1,5 km di strada provinciale e 2,5 km di strada comunale) e non si vedono. Infatti, dove si è provato a fare la pista pedonale sono state realizzate opere interrate (116.000 euro). Le opere di consolidamento sono state realizzate con rilevati stradali, anche con palificazione con pali di castagno (mancavano infatti le risorse per l’impiego di cemento armato) e una gabbionata (72.000 euro tra Carnola e Ginepreto). Si è intervenuti in luoghi dove c’erano cedimenti franosi chiudendo un tratto franato, posizionando guardrail, realizzato una piazzola (22.9000 euro), allargando a tratti la banchina e con una piccola asfaltatura”. Solo una cifra minimale residuata da questi interventi (e assolutamente insufficiente) è stata destinata alla identificazione pedonale oggi in condizioni di degrado.
“Siamo qui per riconoscere gli errori, ma anche consapevoli del fatto che c’è una sproporzione tra ciò che si vorrebbe fare e quello che si può fare” ha risposto Fausto Giovanelli alle domande dei cittadini, prima tra tutti la possibilità di realizzare una pista ciclabile sui 17 km di percorso (irrealizzabile per motivi di costi e vincoli), o almeno pedonale.
“Su questa proposta avanzata da Sonia Masini, ex presidente della Provincia di Reggio Emilia, credo potremo lavorare assieme” ha spiegato Enrico Bini sindaco di Castelnovo ne’ Monti, riprendendo l’idea della ex amministratrice di attivare gruppo di lavoro che metta assieme i diversi enti: Comune, Provincia di Reggio Emilia, Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, parte della Regione e, naturalmente, i cittadini. “Compito di questo gruppo di lavoro definire cosa si vuole e si può fare, quali risorse intercettare e, quindi, e quindi procedere per stralci”.
Lo stesso Enrico Bini, rispondendo ai cittadini, ha ricordato i progetti in corso dedicati alla Pietra di Bismantova: “500 mila euro di progetto a Macchiusa per l’attraversamento di una frana, 600 mila euro finanziati dal Parco nazionale sul Programma Parchi per il Clima per ridurre l’afflusso di auto alla Pietra (si raggiungono oltre le 500 auto nei giorni di punta, rispetto a una capienza massima di 240)”. A questo si aggiunge una asfaltatura promessa dalla Provincia di Reggio Emilia tra Castelnovo e Carnola e un progetto di 30 mila euro del Parco nazionale dell’Appennino per una manutenzione straordinaria tra il bivio della provinciale e la piazzola di sosta e osservazione.
Tra le domande e osservazioni del pubblico: la banchina pedonale non si poteva fare nel tratto di monte? “No perché sarebbero servite opere di consolidamento troppo onerose”. Si può fare una pista ciclabile? “Non ci sono al momento le condizioni per vincoli (ad esempio dimensioni) e risorse necessarie (dagli espropri alla realizzazione)”. Possibile usare le carraie limitrofe per fare una ciclabile? “Ci sono direttive precise e dove questo è stato ipotizzato richiede il doppio di risorse”. Infine, il simbolo posto sulla pedonale “significa che dovremo lavorare per collegare questo anello alla Via Matildica del Volto Santo.
“Una riunione sicuramente positiva – ha commentato il castelnovese Robertino Ugolotti, consigliere del Parco nazionale dell’Appennino – che va nella direzione della collaborazione tra cittadini e istituzioni”.
Per Mattia Casotti (Lega) “se è chiaro come occorresse comunicare diversamente l’impiego di risorse e le opere fatte, ora è il tempo di definire meglio le intenzioni su questo percorso con un occhio di riguardo a chi ha attività ricettive e di servizio lungo le frazioni attraversate dal tracciato”.
Una curiosità significativa: c’è stata unanime condivisione tra i tanti presenti alla riunione sul valore dell’anello di Bismantova, sia per i residenti, che in una ottica di fruizione turistica e sportiva.
Anche se si tratta di una parte minima residuata, che comunque sarebbe interessante venisse quantificata, siamo di fronte ad un evidente spreco di risorse pubbliche. Ma ancor più grave è il degrado in cui versano queste lingue di asfalto, qualcuno ha avuto anche il coraggio di definirle piste ciclabili, che fanno fare una pessima figura ad un pezzo del nostro territorio di una bellezza eccezionale.
Ennesima perla di chi amministra il Parco nazionale appenino tosco emiliano.