Riceviamo e pubblichiamo.
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Di solito una grande diga viene classificata come tale usando due parametri: l'altezza del manufatto dalla fondazione e la capacità dell'invaso. La International Commission on Large Dams (ICOLD) ritiene che si possa parlare di grande diga quando l'altezza è superiore ai 15 metri, oppure quando l'altezza è compresa tra i 5 e i 15 metri ma l'invaso che si viene a creare è superiore ai 3 milioni di metri cubi. Vi sono altri casi particolari in cui dighe più basse vengono considerate lo stesso grandi dighe (per esempio le dighe costruite in zone a elevata sismicità). Abitualmente, le grandi dighe vengono trattate separatamente per i problemi costruttivi, di impatto, di gestione e di rischio che creano.
Nel mondo, le grandi dighe furono costruite specialmente durante gli anni '70 del secolo scorso, mentre nei decenni successivi l'impatto negativo che crearono sui territori rallentò la loro ulteriore diffusione. Esistono documenti prodotti da commissioni internazionali che spiegano chiaramente gli effetti drammatici prodotti dalle grandi dighe sulle popolazioni locali che, tra l'altro, data la dimensione di queste opere, difficilmente riescono a trarre direttamente benefici dalla loro presenza (World commission on dams www.dams.org).
Secondo quanto pubblicizzato dai promotori per la costruzione della diga di Vetto in alcuni volantini distribuiti alla popolazione, si parla di "accumulo di circa 90 milioni di mc d'acqua". In documenti più tecnici reperibili in rete si parla di altezza della diga 80,50 m, capacità del serbatoio 103 hm cubi, bacino imbrifero sotteso 281 km quadrati (www.studiomarcello.it).
Per dare una idea della dimensione del bacino, tutta la superficie del comune di Vetto è di soli 53,3 km quadrati. Perciò la diga che si vorrebbe costruire è verosimilmente classificabile come grande diga, tanto più che sarebbe costruita in zona a elevata sismicità e si individuerebbe come opera ad alto rischio (si veda ad esempio Romeo R.W., 1994. Il terremoto di riferimento per un'opera ad alto rischio: la diga di Vetto. Scaricabile da tetide.geo.uniroma1.it).
In pratica, costruita con i criteri esposti dai promotori, questa diga potrebbe risultare come una tra le più grandi d'Italia. Ad esempio, per dimensioni (ma non per le modalità di costruzione) potrebbe essere confrontabile con la diga di Cancano (Sondrio), di cui allego una foto. Questa foto di Cancano, con un po' di immaginazione, potrebbe assomigliare a una immagine del futuro invaso di Vetto, visto da Ramiseto col binocolo.
Problemi, rischi e impatti a parte, il panorama di uno di questi invasi quando non è completamente pieno non è poi così bucolico...
(Lettera firmata)
E’ sintomatico che a distanza di giorni questo sia l’unico commento a questo post molto documentato ed interessante. Questo credo sia frutto del lavoro del Comitato diga che ha fornito nei vari incontri organizzati in questi mesi un’informazione molto parziale senza consentire un confronto con chi la pensa diversamente da loro. Adesso ci si mette anche la Provincia che organizza una riunione (vedi sotto) invitando tra gli altri il Comitato diga di Vetto ma nessuna associazione o comitato che a questo progetto è notoriamente contrario. Non ci sembra un comportamento corretto e faremo tutto il possibile per fare sentire le nostre ragioni.
(Comitato difesa dei fiumi)
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Le commissioni consiliari in oggetto sono convocate in riunione congiunta per il giorno:
VENERDI’ 19 NOVEMBRE 2010, ALLE ORE 15,30
presso sala del Consiglio provinciale, corso Garibaldi, 59
per discutere il seguente o.d.g.:
1) diga di Vetto: valutazioni di fattibilità;
2) varie ed eventuali.
Saranno presenti l’assessore alle infrastrutture Alfredo Gennari, l’assessore alla pianificazione Mirko Tutino e i dirigenti dei servizi competenti dei rispettivi assessorati.
Sono invitati:
– la presidente della Provincia Sonia Masini;
– i parlamentari eletti nella Provincia di Reggio Emilia (Maino Marchi, Leana Pignedoli, Pierluigi Castagnetti, Albertina Soliani, Emerenzio Barbieri, Angelo Alessandri);
– i consiglieri regionali di Reggio Emilia (Giuseppe Eugenio Pagani, Roberta Mori, Fabio Filippi);
– il sindaco ed i consiglieri dei comuni di Ramiseto, Vetto, S. Polo d’Enza, Canossa, Montecchio Emilia, Traversetolo, Neviano degli Arduini e Palanzano;
– Comunità montana dell’Appennino reggiano;
– Comunità montana Unione dei comuni Parma est;
– l’ordine degli ingegneri di Reggio Emilia;
– il Comitato diga di Vetto e fondovalle;
– il Consorzio di bonifica dell’Emilia centrale;
– Confagricoltura;
– Coldiretti;
– C.I.A.