In occasione del recente convegno nazionale tenutosi a Genova, il reparto di Ortogeriatria di Reggio Emilia è stato riconosciuto come esempio cui guardare per la gestione del paziente anziano con frattura del femore.
All’appuntamento erano presenti la dottoressa Paola Montanari, allieva del dottor Giulio Pioli fondatore dell’Ortogeriatria in Italia e autore di rilievo internazionale, scomparso a Reggio Emilia un anno fa, insieme a Sabrina Ronzoni in rappresentanza dell’equipe infermieristica a elevata specializzazione, fortemente voluta proprio da Pioli.
Il modello reggiano di cogestione ortopedico-geriatrica si conferma appropriato nel raggiungimento del migliore standard di intervento precoce, vale a dire a distanza di 24-48 ore dalla frattura, nei tempi rapidi di mobilizzazione post operatoria e, infine, di riduzione della mortalità.
La continuità e l’elevato profilo del percorso assistenziale offerto ai pazienti sono il frutto della stretta collaborazione tra le strutture complesse di Geriatria e Ortopedia dell’Arcispedale Santa Maria Nuova, rispettivamente dirette da Maria Luisa Davoli ed Ettore Sabetta. Ne sono testimonianza i tanti professionisti che, da ogni parte del territorio italiano, vengono a formarsi a Reggio Emilia.
L’equipe coordinata dalla dott.ssa Montanari e composta dalle colleghe Giulia Fontanili e Francesca Della Casa Venturelli assiste il paziente ortogeriatrico sin dall’ingresso in reparto e nella delicata fase pre e post-operatoria sub-intensiva, sino alla dimissione. Tutto ciò grazie a un team multidisciplinare affiatato di chirurghi ortopedici, infermieri, operatori specializzati, fisiatri e fisioterapisti.
Oggi la frattura di femore rappresenta una delle patologie più gravi nel paziente anziano in termini di mortalità e disabilità, con numeri che si prevedono in ascesa nei prossimi anni.
I dati del 2023 mostrano un aumento dei casi trattati: si stima che a fine anno saranno oltre 600 i pazienti over 65 ricoverati e operati dall’equipe ortopedica, vale a dire +9% rispetto al 2022.
Di rilievo è anche l’attività dell’Ambulatorio di Osteoporosi con la terapia antifratturativa e la prevenzione dei danni da fragilità ossea con oltre 600 pazienti seguiti dall’equipe medica ortogeriatrica.
“Il convegno nazionale ha rappresentato l’occasione per ricordare la figura di Giulio Pioli e l’impegno che ha dedicato ad affermare l’importanza del percorso ortogeriatrico” spiega Ettore Sabetta “nella sua carriera professionale, svolta con passione, ha dimostrato i benefici di un metodo di lavoro completamente incentrato sul paziente. La sua assenza rappresenta un vuoto incolmabile per chi ha avuto l’onore di conoscerlo e lavorare con lui e la sua opera rimane fonte costante di ispirazione e miglioramento, oltre che esempio di vita e di innovazione”.