Il settore dell’apicoltura è in crisi? Sicuramente è in sofferenza a causa, soprattutto, del cambiamento climatico.
Di certo contribuiscono anche gli avvelenamenti dovuti al cattivo utilizzo di pesticidi in agricoltura, ma a tenere banco è il gran caldo di questi mesi.
A spiegarci le criticità è Tiziana Sarti, apicoltrice a Viano. Nella sua azienda ‘Apicoltura La Strega rossa’ ci sono circa duecento arnie. E le difficoltà non mancano.
“Le stagioni non hanno più una regola, ormai ci sono inverni caldi ed asciutti, poi arrivano le gelate ad aprile” ci spiega Tiziana.
“L’inverno senza pioggia e neve secca le piante, i fiori non danno nettare, quindi le api non trovano da mangiare - racconta – così come le improvvise gelate di Aprile distruggono le fioriture. Questo significa che siamo costretti ad alimentare le api per non farle morire di fame; questa cosa che prima avveniva occasionalmente ora è diventata quasi una prassi. Tutto questo genera un problema economico molto grosso nel settore. Per esempio a maggio quest’anno è stato freddissimo, ha piovuto molto, con temperature che non permettevano fioriture fino ad oltre metà giugno in quasi tutta Italia, tranne in qualche zona diciamo più fortunata”.
L’estate poi ha avuto temperature altissime per periodi prolungati, senza nemmeno un temporale, una gran siccità ovunque.
“Quest’anno però molti apicoltori – dice Tiziana - hanno tolto i melari a settembre, quando di solito si tolgono ad inizio agosto. Ho sentito anche altri apicoltori che in realtà hanno raccolto di più in agosto e di solito è il contrario: in primavera raccogliamo il miele, mentre ad agosto lasciamo che le api raccolgono per loro. Ebbene, quest’anno è stato diverso, per tanti di noi. Ormai si lavora senza poter programmare nulla, si naviga a vista, spesso cercando di tamponare le emergenze , furti di alveari, avvelenamenti, carestia alimentare…"
"Però non mi lamento visto quello che accade in altre regioni dove ci sono realtà anche più difficili. Ho dei colleghi per esempio a Piacenza, che sono in serie difficoltà perché lì c’è molta agricoltura intensiva, i raccolti prevalenti sono su fiori di Acacia e Tiglio, se il meteo è avverso in primavera la produzione di miele è quasi azzerata. Anche in alcune zone della Sardegna la situazione non è stata semplice. Le alte temperature hanno fatto ‘scappare’ via le api, si è creato uno spopolamento e ad una certa temperatura addirittura si sono sciolti i telai di cera, facendoli collassare all’interno dell’arnia, uccidendo le api”.
“Negli ultimi anni, nella nostra azienda abbiamo dovuto aumentare il numero delle casse perché a causa del gran caldo e della siccità le api fanno fatica a produrre il miele ed era difficile mantenere la nostra produzione. Ma non solo. Dietro c’è un gran lavoro e sta diventando anche un problema economico”.