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In Appennino indice di vecchiaia più alto

Confetti (Cna pensionati): “Gli anziani non sono una massa passiva”

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Al 1° gennaio 2022, l'Italia ha registrato un aumento significativo nell'indice di vecchiaia rispetto a gennaio 2021, con un incremento di 5,0 punti percentuali, portando il dato a un imponente 187,9 anziani ogni cento giovani. Questa tendenza conferma la crescita costante dell'indice, ormai in atto da oltre vent'anni. L'invecchiamento della popolazione, insieme al fenomeno dell'inverno demografico, rappresenta una vera e propria emergenza anche per il nostro territorio.

Secondo un report elaborato dalla Provincia di Reggio Emilia, basato sui dati anagrafici comunali più recenti al 1° gennaio 2022, è evidente che le aree interne e montane sono quelle che soffrono maggiormente di questa tendenza. Questi bellissimi borghi, celebrati per il loro fascino e la bellezza della natura circostante, rischiano di rimanere privi di abitanti nelle prossime decadi.

Per comprendere meglio la situazione, è essenziale considerare l'indice di vecchiaia, calcolato come il rapporto percentuale tra la popolazione over 65 anni e più e la popolazione di età fino ai 14 anni. In altre parole, questo indice misura il numero di anziani presenti nella popolazione ogni 100 giovani. Più alto è il valore, maggiore è l'invecchiamento della popolazione.

Nella provincia di Reggio Emilia, l'indice di vecchiaia si attesta a 164,8, il che significa che c'è poco meno di un anziano over 65 per ogni 14enne ma, nelle aree montane, questo indice supera costantemente il valore di 200 e alcuni comuni addirittura superano i 300. Questi dati riflettono una combinazione di fattori, tra cui una maggiore longevità e una bassa natalità.

Indice di vecchiaia all'1/1/2022

Marcello Confetti, rappresentante dei pensionati della Cna, sottolinea che gli anziani non sono una massa passiva ma giocano un ruolo attivo nella società. “Noi siamo spesso abituati a percepire gli anziani come una massa passiva e inattiva nella società, quasi come un peso, ma questa percezione non è affatto accurata. Gli anziani, infatti, sono attivamente coinvolti in numerose attività di volontariato presso organizzazioni come la Croce Verde, gli Alpini, le Pro Loco, l'Auser, la Caritas e molte altre. Ad esempio, partecipano attivamente al trasporto di disabili e alunni verso le scuole, svolgono servizi davanti alle istituzioni scolastiche e offrono servizi come visite e altro ancora, tutto attraverso il volontariato. Queste attività hanno un impatto significativo sul piano economico. Va sottolineato che gli anziani non solo forniscono il loro tempo e le loro energie al servizio degli altri, ma contribuiscono anche in modo tangibile all'aspetto economico della società offrendo spesso un aiuto manuale con il loro lavoro e, soprattutto, rappresentano un sostegno economico per le imprese dei loro figli e per l'intera economia familiare. Nel settore dell'artigianato, ad esempio, molti anziani contribuiscono con la loro esperienza, le loro risorse e le loro competenze.”

Nonostante l'invecchiamento demografico possa apparire come una sfida, offre anche opportunità uniche, specialmente nell'ambito della "Silver Economy", un'economia incentrata sui consumi e i bisogni dei cittadini over 65. Gestire questa trasformazione demografica in modo adeguato potrebbe rappresentare una fonte di sviluppo economico e sociale.

Con una strategia oculata, il territorio può massimizzare i benefici di questo cambiamento demografico, garantendo al contempo il benessere delle generazioni più anziane. La chiave sta nell'equilibrio tra la preservazione delle tradizioni e l'adozione di politiche innovative per garantire un futuro sostenibile per il nostro Appennino.

2 COMMENTS

  1. Nel leggere qui la parola “emergenza” mi viene di pensare che detto termine trova solitamente impiego nel definire fenomeni straordinari, che arrivano in maniera improvvisa ed inattesa, oppure che assumono una dimensione, fisionomia e gravità, altrettanto imprevedibile, ma in questo caso l’invecchiamento della popolazione e l’inverno demografico erano ben noti da tempo, e bisognerebbe quindi domandarsi se e cosa potesse farsi per contenere e possibilmente invertire una tale tendenza, e quali proposte concrete e realistiche siano state formulate al riguardo anche da parte dei cosiddetti Corpi Sociali Intermedi.

    E’ poi un dato di fatto che gli anziani siano attivamente coinvolti in numerose attività di volontariato, fornendo il loro tempo e le loro energie al servizio degli altri, e non si comprende pertanto cosa intenda l’esponente di Cna pensionati, quando parla di gestire questa trasformazione in modo adeguato e con una strategia oculata per massimizzare i benefici di questo cambiamento demografico, concetti seducenti ma che mi sembrano piuttosto astratti e convenzionali, se non “ideologici”, qualora non vengano accompagnati da suggerimenti che facciano capire come dovrebbe materializzarsi la predetta “strategia oculata”.

    P.B. 01.10.2023

    P.B.

    • Firma - P.B.
  2. Gent.le Msrcello Confetti ,mi complimento con lei e la sua interlocutrice , per la sua analisi dettagliata,approfondita e completa di numeri e tabelle,da cui molti dovrebbero trarre insegnamenti.
    Di una limpidezza straordinaria,che fornisce un quadro esauriente e difficilmente equivocabile.
    Autentica informazione d’inchiesta,un meritorio complimento alla giornalista e alla redazione di Redacon.
    Cordialmente Seregni Gianluca.