Home Cronaca “Abbandono e tenuta dei servizi socio-sanitari, i temi ‘caldi’”

“Abbandono e tenuta dei servizi socio-sanitari, i temi ‘caldi’”

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8.670 mila persone sopra i 65 anni, su una popolazione totale che nella maggior parte dell’anno è di circa 30 mila abitanti, per una percentuale pari al 29,8%.

In pratica, poco meno di un terzo di quella che vive nell’Appennino reggiano ha più di 65 anni. I dati, estrapolati dal sito della Provincia di Reggio e risalenti al 2022, evidenziano un rapporto fortemente penalizzante soprattutto nei confronti della città; a Reggio Emilia, infatti, la percentuale di over 65 – sempre secondo i dati provinciali – si attesta sul 21,1% del totale.

I comuni dell’Appennino con la percentuale più alta di persone sopra i 65 anni, sono quelli di Ventasso (36,1%), Villa Minozzo (32,4%) e Vetto (32,1%).

Un banchetto dello Spi-Cgil nelle piazze reggiane

“Il tema è davvero pregnante – chi parla è Silvia Dalla Porta, responsabile Spi-Cgil di Castelnovo Monti, estremamente attiva come tutto il sindacato dei pensionati in provincia di Reggio con la sua campagna informativa nelle piazze della provincia in vista, anche, della manifestazione nazionale di sabato prossimo a Roma -. Con un’alta percentuale di anziani e con bisogni costantemente aumentati, incrociati col fatto che stiamo parlando di un territorio geograficamente molto vasto, con collegamenti spesso problematici, è ovvio che, oggi come oggi, diventa fondamentale una forte integrazione socio-sanitaria”.

“Sarebbe assolutamente necessario fornire un supporto alla domiciliarità che potrebbe essere fornito da una forte integrazione tra il pubblico, il privato e il volontariato, come potrebbero essere le così dette ‘cooperative di comunità’”, aggiunge Dalla Porta.

Soprattutto, in un momento in cui l’argomento ‘caldo’ in montagna è il riordino del servizio legato alla guardia medica, ultimo tassello di una razionalizzazione che ha messo nel mirino la così detta medicina territoriale ecco che: “Diventa determinante la rete dell’emergenza-urgenza – prosegue la rappresentante dello Spi-Cgil, 15 anni trascorsi come infermiera del 118, quindi sicuramente competente sulla questione legata agli interventi d’urgenza sul territorio appenninico – e anche, nel caso, quelli legati alla telemedicina. Ma senza investimenti sul personale si può fare poco”.

Elementi che, anche psicologicamente, vanno a ingenerare una sorta di senso di isolamento, se non di abbandono, per le persone che abitano in Appennino: “Che è poi ciò che abbiamo percepito nei nostri banchetti di ‘Spi in piazza’ – rimarca la signora Dalla Porta -. Per noi è stata un’occasione per capire le problematiche della popolazione. Abbiamo avuto presidi a Casina, Carpineti, Toano, Villa Minozzo, la zona di Ventasso e Castelnovo ovviamente. Le tematiche più sentite? Quello dei servizi, soprattutto quelli socio-sanitari, la paura dell’isolamento, ricorrente spesso nelle fasce più alte d’età, la lontananza dei figli che magari lavorano in altre zone della provincia”.

“Dal punto di vista del sindacato, poniamo l’accento su due aspetti ulteriori – prosegue Dalla Porta -. Il primo è il fatto che durante il periodo estivo la popolazione triplica in Appennino. Si arriva quasi a 90 mila presenze. I servizi, soprattutto quelli sanitari, vanno di pari passo rispetto all’aumentato numero di persone? Il secondo tema di riflessione è quello delle differenze stridenti di reddito tra zone della provincia. Se si prende il reddito pro capite del Comune di Albinea, per nominarne uno, e quello di Villa Minozzo, sempre ad esempio, la differenza è tanta. Parliamo di una popolazione che non si può definire ricca, e questo rende assolutamente obbligatorio la tenuta del servizio pubblico. Che però, soprattutto in certi ambiti, si sta spostando verso quello privato, creando una forte paura nel non ottenere le risposte richieste ed adeguate. Anche questo è uno spunto di necessaria riflessione”.

Saranno circa un’ottantina le persone che dalla montagna scenderanno a Roma sabato prossimo per la manifestazione nazionale, divisi con un pullman (per i lavoratori) e un treno dell’alta velocità per i pensionati: “Per altro, noi, come Spi-Cgil abbiamo deciso di tenere aperti tutti i nostri servizi in montagna – chiosa Silvia Dalla Porta -. Mentre altri presidi e servizi chiudono, noi cerchiamo di restare sul territorio e dare risposte ai cittadini. Il rapporto con le istituzioni? E’ sinceramente buono. Vi è la piena consapevolezza delle problematiche esistenti sul territorio e, sia ai tavoli istituzionali, che in altre occasioni, il dialogo ed il sostegno non è mai venuto meno. Poi vi è un problema di risorse, che, purtroppo, scarseggiano”.

2 COMMENTS

  1. Salvo mie sviste, la responsabile Spi-Cgil di Castelnovo Monti, a parte l’informarci sul numero dei partecipanti, non ci dice su cosa verterà la manifestazione nazionale di sabato prossimo a Roma, il che non mi pare aspetto secondario, così come il sapere se iniziative analoghe sono state prese con altri Governi, di altro colore politico, visto che l’invecchiamento della popolazione montana è problema di vecchia data.

    Anche la Regione mi sembra essere un interlocutore naturale in questa materia, verso la quale avanzare eventuali richieste in proposito, e casomai pure rimostranze, ma forse ciò è stato fatto e io non ne sono a conoscenza, così come non ho notizia di Cooperative di Comunità che svolgano supporto alla domiciliarità, ma anche qui mi esprimo al condizionale, perché la responsabile Spi-Cgil potrebbe fornire dati diversi.

    Quanto alla necessità di un sistema che in questo campo veda una forte integrazione tra pubblico e privato, come qui si dice, a me sembra che, riguardo al secondo, andrebbero considerati anche soggetti operanti in forma di impresa, o pure in forma singola, vedi per così dire il “vicino di casa” se si rendesse disponibile dietro ragionevole compenso, ove quest’ultimo tipo di aiuto fosse regolamentato in maniera snella ed agevole.

    P.B. 30.09.2023

    P.B.

    • Firma - P.B.
  2. Come spesso accade il perenne anonimo, Sig.P.B esige approfondimenti,chiarezza,certezze……a senso unico……erigendosi a ” portavoce” (tutto legittimo… sia chiaro)di presumibili schieramenti a lui graditi.
    Peccato che non perda occasione di erigersi velatamente, a custode supremo delle analisi superpartes e del libero pensiero ,riservando parole al miele a chi minimizza sulla chiusura della guardia medica
    ( fondamentale) di un un vasto territorio appenninico.
    Interloquire con Roma,con il blasonato governo centrale,che ha risposte e soluzioni CERTE e ASSOLUTE……sempre PRONTI !!!!!
    Non potrebbe essere illuminante……???????
    Cordialmente Seregni Gianluca.