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Incensurati, studenti, residenti in provincia di Reggio Emilia, di normali famiglie e con un età compresa tra i 16 e i 17 anni. Succede a Canossa

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Sono incensurati, studenti, residenti in provincia di Reggio Emilia, di normali famiglie e con un età compresa tra i 16 e i 17 anni. Questo a grandi linee il ritratto dei componenti di una baby gang divenuta con il passare delle settimane una vera e propria “consorteria” di studenti dediti ai furti: 9 quelli scoperti dai Carabinieri della Compagnia di Castelnovo ne' Monti che hanno condotto le indagini. Danaro contante, macchine fotografiche, chiavette usb, cellulari e monili d'oro. Questo a grandi linee il provento dei raid furtivi commessi all’interno di abitazioni ma soprattutto di una scuola materna del reggiano “visitata” tra aprile e giugno ben 5 volte.

L’oro rubato lo rivendevano presso i negozi che comprano l’oro usato: non potendo loro, in quanto minori, contrattare con tali negozi, si avvalevano dei passanti a cui chiedevano la cortesia di vendere gli oggetti in oro per loro conto magari ricompensando con danaro l’intermediario occasionale. Secondo la ricostruzione investigativa operata dai Carabinieri della Compagnia di Castelnovo, a cui gli indagati hanno ammesso tutte le responsabilità, tra il 17 aprile e fine maggio i tre si sono introdotti per due volte in una scuola materna asportando una macchina fotografica, due chiavette usb e circa 700 euro in contanti; tra il 4 ed il 15 giugno sono entrati per ben tre volte nella stessa scuola materna asportando altra macchina fotografica, circa 300 euro in contanti, mouse per pc. Cinque colpi portati a compimento con violenza sule cose consistita nella forzature della porta d’ingresso della scuola.

Due di loro il 25 giugno scorso hanno perpetrato un furto in un appartamento asportando 400 euro in contanti e vari gioielli tra cui una spilla, dei bracciali, una collana ed orecchini per un valore di un migliaio di euro, mentre il 20 agosto hanno tentato un altro furto in abitazione non riuscendovi in quanto scoperti dalla proprietaria. Uno di loro nel maggio del 2010 aveva rubato vari gioielli in un’abitazione ed un IPhone rubato all’interno di un panificio. Quest’ultimo è stato il furto che ha incastrato l’intera banda: il ladruncolo, identificato dai Carabinieri con le dovute garanzie di legge, messo alle strette, ha ammesso tutte le responsabilità ripercorrendo tutte le tappe furtive e chiamando in correità altri due suoi amici per i raid nella scuola. Dichiarazioni ampiamente riscontrate nella certosina indagine dei militari, che, alla luce dei fatti, hanno denunciato i tre alla Procura dei minori di Bologna richiedendo i provvedimenti restrittivi di natura cautelare. La Procura dei minori di Bologna condividendo con le risultanze investigative richiedeva ed otteneva dal Tribunale dei Minori la misura cautelare della permanenza in casa per due di loro e la misura cautelare del collocamento in comunità per il terzo indagato.

Ladri in erba, quelli smascherati dai Carabinieri, che durante le indagini hanno recuperato parte della refurtiva restituita ai derubati grazie anche alla collaborazione dei giovani indagati che hanno ammesso le loro responsabilità permettendo nel dettaglio la ricostruzione delle loro malefatte. L’unico aspetto su cui ora si stanno incentrando le attenzioni investigative dei carabinieri è quello della ricerca degli adulti che, aderendo alle richieste dei minori, hanno fatto da intermediari cedendo i preziosi nei negozi che acquistavano l’oro usato potendo questi essere chiamati a rispondere del reato di ricettazione qualora si accerti che sapevano della provenienza furtiva degli oggetti.