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occorrerebbe un invaso di almeno 180 milioni di metri cubi,

Lino Franzini: “Una diga si realizza per i fabbisogni di domani e non per quelli di oggi”

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“Neppure quanto successo in Romagna fa demordere 'i No a tutto'; così qualcuno ottiene consensi ma intanto i danni derivanti dalle conseguenze di questo li pagano i cittadini”.

Tuona così Lino Franzini, presidente del Comitato per la Diga di Vetto, dopo aver letto le ultime dichiarazioni di Legambiente Romagna sulla realizzazione dell’opera.

Franzini ricorda che “a seguito della siccità e dell'esondazione dell'Enza nel 2017 la Regione Emilia Romagna istituì il tavolo tecnico Enza a cui parteciparono sindaci, Enti irrigui, Province di Reggio e Parma, Regione, industriali, e altri. Qui si convenne che i fabbisogni idrici in invaso erano di circa 150 milioni di metri cubi per il solo conoide dell'Enza; pertanto il Progetto Marcello si potrebbe ritenere superato in quanto non ha le capacità idriche che servono. Sull'Enza, nella Stretta di Vetto, oggi occorre realizzare un invaso di almeno 180 milioni di metri cubi, di cui 150 di riserva idrica più 30 milioni di metri cubi per la laminazione delle piene per evitare le esondazioni a valle, come già successo nel 2017 a Lentigione”.

“La realtà è che tutto va al contrario – aggiunge Franzini - una diga si realizza per i fabbisogni di domani e non per quelli di oggi, una diga è soggetta ad interramento (inertizzazione) e un piccolo invaso in pochi decenni perde completamente le sue capacità idriche, un'opera costosa e inutile, un'opera che sbarra un torrente senza dare benefici consistenti”.

Franzini afferma che “i cambiamenti climatici in tanti stati hanno portato la guerra dell'acqua, miliardi di persone non hanno accesso all'acqua potabile di cui hanno bisogno e sulla Valle dell'Enza si continua a sprecare l'oro blu che la natura ci ha donato, per garantire a qualcuno il businnes del pompaggio delle acque e ai produttori di energia, quello dell'importazione di gas e gasolio e di altri fossili e si spreca quello che la natura ci dà a titolo gratuito. Questo, per fortuna, succede solo in Emilia Romagna, perchè nelle altre Regioni le Dighe le hanno fatte: la piccola Umbria ha tre volte le acque invasate dell'Emilia Romagna, la Sardegna circa 20 volte; la Turchia, nostro concorrente sull'agroalimentare, sta realizzando 13 dighe da miliardi di metri cubi, la Pizzarotti di Parma sta realizzando in Australia tre dighe da 30 miliardi di metri cubi, la Salini Impregilo in Etiopia sta realizzando una Diga da oltre 100 miliardi di metri cubi. Sull'Enza si dice di No ad un ‘"bicchiere’ d'acqua da 100 milioni di metri cubi”.

“Se una diga si fa – conclude - deve servire per almeno 100 anni, meglio 200 e non dei piccoli invasi che non rendono nulla, costano una follia a metro cubo di acqua invasata e in pochi decenni terminano la loro funzione; molto meglio non fare nulla, almeno manteniamo la valle che la natura ci ha donato".

4 COMMENTS

  1. Sono Completamente d’accordo. Pochi giorni fà sono sta alla Diga del Gramolazzo in toscana, piena di turisti, villeggianti e soprattutto di “Acqua”, una visione magnifica. Legambiente è solo capace di dire no, no e no, con proposte alternative campate per aria e per dare aria ai denti.
    Maximiliano Giberti

    • Firma - Maxgiber
  2. Ho letto attentamente quanto scritto da Legambiente Emilia Romagna e quanto scritto da Franzini sulla Diga di Vetto, Franzini dice pane al pane e vino al vino, se si sbarra un fiume lo si deve fare con una diga che dia il massimo dei benefici idrici ad uso plurimo ed energetici e che duri centinaia di anni, sbarrare un fiume per dare acqua solo ad Iren per rubinetti di Parma e Reggio sarebbe il colmo, un’opera priva di senso e che dura un periodo molto limitato.
    E’ vero ciò che scrive Franzini, stiamo vivendo un mondo che va al contrario, invece di fare le cose che servono si fanno, o si propongono, cose inutili per accontentare qualcuno e non scontentare altri, ma l’importante è dare l’impressione che si fa qualcosa. Ciò che scrive Legambiente è solo un concentrato di belle parole per non dire, o fare, nulla, addirittura arriva a dire che i tre milioni di Euro per lo studio di fattibilità sono stati erogati dalla Regione, a me sembrava di aver letto che questi tre milioni di Euro erano stati erogati dal Governo. Mi sembra la guerra del bene contro il male, dove Franzini è il bene; ma se il mondo va al rovescio a vincere sarà il male e la realtà lo dimostra.
    Davide Ricò

    • Firma - Davide
  3. Complimenti Lino, sempre interventi argomentati e “solidi”.
    Ho letto anche l’intervento di legambiente: fatelo leggere a tutti, il migliore spot a favore della diga con un invaso adeguato ai nuovi bisogni.
    legambiente non sa di cosa parla, sicuramente non rinnoverò l’iscrizione a questa organizzazione.

    • Firma - Luigi DP
  4. Considerando l’importanza che hanno le acque oggi, e pensare a quanta ne avranno domani e ai tempi necessari per realizzare un invaso, non partire da subito con la costruzione della diga di Vetto è semplicemente inconcepibile; mi meraviglio del silenzio di Bonaccini e ancora di più dei Sindaci della val d’Enza
    Come dice Franzini una diga si fa per i fabbisogni di oggi, ma ancora di più per i fabbisogni di domani, l’autostrada fu fatta a due corsie, ora siamo a quattro e non bastano. Io non so se a Vetto è fattibile una diga da 100/200/300 milioni di metri cubi, ma se si fa, si faccia più grande possibile, più grande è maggiori sono i benefici e la durata.
    Ma in Emilia Romagna non credo esista più una politica che decide le opere utili da fare, non si fa nulla, non fare nulla assicura la sedia

    • Firma - Gianna