Un viaggio lungo la via della memoria.
Un viaggio nel tempo della Fiera del Parmigiano Reggiano,che, oggi, a Casina, vedrà l’ultima intensa giornata della kermesse di prodotto DOP di assoluta eccellenza del nostro Appennino e non solo.
A farlo sono il dottor Giancarlo Tavasanis, ex consigliere comunale del comune ed ex presidente della Pro Loco locale, nonché ideatore della prima edizione della Fiera (che all’epoca si chiamava ‘Sagra del Parmigiano Reggiano’) e Silvano Domenichini, ex vicesindaco di Casina (tra i numerosi incarichi ricoperti) e altra ‘memoria storica’ della Fiera.
“Dopo essermi laureato in medicina a Milano, il mio primo impiego è stato proprio a Casina. Per altro sono originario di qui – spiega Tavasaris – ed ho casa qui. Molta parte della mia carriera l’ho svolta come medico condotto a Campagnola, ma il legame con il territorio casinese è rimasto forte per tutto il tempo”.
Come detto, dopo la sua ‘carriera’ di consigliere comunale – “Ma non ero molto interessato alla politica, a me piaceva fare il medico” – è stato presidente della Pro Loco – “Eravamo in 106. I membri erano tantissimi” -, dove, in quel periodo, è stata costruita una pista di risalita proprio nei pressi del Comune, ma, soprattutto, alla Pro Loco stessa si deve la nascita della Fiera del Parmigiano Reggiano: “All’epoca si chiamava Sagra, perché quella era la tradizione, e si teneva per San Bartolomeo che era il patrono del paese. C’erano undici latterie che vi partecipavano (oggi sono solo due, nonostante la produzione sia aumentata, ndr). Ogni latteria allestiva un banchetto dove vendeva il Parmigiano Reggiano, certo, ma anche gli altri prodotti che produceva”.
“E poi c’erano le donne del paese che venivano vestite con costumi matildici e, in fine, si teneva l’elezione di ‘Miss Latteria Sociale’ – irrompe Domenichini – Le quali, certamente, dovevano godere di particolari caratteristiche fisiche. Al di là degli scherzi, allora come oggi, quello era un evento che attirava tanti produttori anche da altri Comuni limitrofi e dell’intero Appennino. Oggi è diventato una rassegna ‘comprensoriale’, che ha la capacità di attirare anche la politica (La prima edizione fu inaugurata dal senatore Giuseppe Medici, ndr)”.
“La mia speranza? - conclude Domenichini – Che questa Fiera possa continuare esattamente dove è nata e si è sviluppata in tutti questi anni: qui a Casina. Indipendentemente da chi governerà il Comune”