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"RINVIARE LA DECISIONE È COSTATO 400.000 EURO"

Carpineti Civica: “Cavalletti con debito fuori bilancio” / Replica il sindaco Borghi

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Riceviamo e pubblichiamo ____

Nell’ultimo consiglio comunale si è affrontato il debito fuori bilancio del Don Cavalletti, una conseguenza diretta dell’atto di accordo fra i comuni soci che porterà al passaggio definitivo del servizio ad ASC Teatro Appennino.

Il disavanzo finale da colmare è di 739.000 euro, più o meno la stessa cifra del 2014. In pratica tutti gli interventi fatti durante l’amministrazione Borghi sono stati resi vani.

Il piano di revisione dei costi 2017-2019 che aveva portato il disavanzo a 350.000 riducendo al minimo (e forse oltre) l’apparato amministrativo e portato avanti anche con l’aiuto dei dipendenti è stato annullato dal non aver preso la decisione sul cambio di gestione quando era previsto, nel 2020.

Il sindaco Borghi ha deciso di affrontare il problema cercando il consenso dell’assemblea dei soci, i suoi colleghi sindaci dell’Unione, alimentando ostruzionismi, incertezze, voci, perdendo tempo senza far valere quell’84% delle quote che diventa così pesante quando rappresenta il totale dei soldi da spendere.

E il conto da pagare per quell’attesa e quella concordia è di circa 400.000 €. Si è ripetuta la situazione del 2017.

Allora tutto si era fermato in attesa delle elezioni del 2019, oggi ci si è spinti il più possibile vicino alle elezioni del prossimo anno. Il sindaco di Carpineti poteva decidere, ne aveva il potere, doveva farlo, perché l’84% del costo totale lo paga Carpineti, perché da parte degli altri sindaci – escluso Enrico Bini – c’è pochissimo o nessun interesse per il destino della struttura che ospita anche i loro anziani, perché in campagna elettorale ha detto che avrebbe deciso e che lo avrebbe fatto per motivi economici.

Doveva decidere mettendo in campo ogni meccanismo di pressione politica possibile. Ha atteso oltre tre anni, fino a quando è stato costretto.

E ora il totale è arrivato a 739.000 euro, la parte di Carpineti supera i 620.000 euro, in parte già versati, in parte da versare e in parte da rateizzare per i prossimi 10 anni.

Parte a cui va sommato il pagamento delle rette non versate e il rischio finanziario di ASP ancora aperta e di una gestione di ASC per ora non all’altezza del compito.

Il sindaco Borghi parla del dissenso che gli ha impedito di decidere. Di sicuro il dissenso c’è stato e c’è, a volte anche con contraddizioni e giravolte piuttosto singolari e voti diversi nei diversi consigli comunali. Il passaggio in ASC non è la migliore soluzione possibile, è l’unica politicamente sostenibile, partendo dalla volontà dei sindaci di mettere poche risorse da bilancio, possibilmente nessuna e senza esternalizzare il servizio al privato,
linea di confine contro cui ci siamo sempre opposti e continueremo a farlo.

Ma così come bisogna fare i conti con la volontà politica, bisogna essere in grado di sostenere il dissenso, perché il dissenso in democrazia esiste e il compito di chi amministra è prendere decisioni e sostenerne il peso, specie quando non farlo comporta un costo così grande per il proprio bilancio e a maggior ragione quando si sa che la legge che governa le ASP rende impossibile chiudere il bilancio in parità, come sa bene chiunque le abbia amministrate.

Più si aspetta e più si perde. Più si perde e più si paga. Più si paga e più il bilancio soffre.

Il bilancio di Carpineti è in enorme difficoltà, appesantito da quanto è stato fatto durante il primo mandato di questa amministrazione e prima dell’arrivo della nuova responsabile che non smetteremo mai di ringraziare per il lavoro al limite del miracolo che sta facendo.

Una difficoltà che i cittadini cominciano a vedere ogni giorno sulla loro pelle, sui servizi, la manutenzione e la promozione del territorio.

Ai 650.000 di debito ormai strutturale con l’Unione a cui paga le gestioni con un anno di ritardo, si aggiungono ora le rate decennali del Don Cavalletti, portando il tutto a oltre 700.000 all’anno e manifestando un problema politico: chiudere nel 2020 avrebbe significato spendere 400.000 euro in meno e chiudere la questione durante il mandato del sindaco Borghi.

Così, invece, l’eredità di questa amministrazione sarà un bilancio martoriato e oggi più appesantito e una cassa molto in crisi, condizioni che renderanno complicato trovare una strada per la ristrutturazione ormai doverosa del Don Cavalletti e, allo stesso tempo, un margine per amministrare il Comune.

Carpineti Civica

 

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LA REPLICA DEL SINDACO DI CARPINETI TIZIANO BORGHI

 

In merito al comunicato del Capo gruppo di Carpineti Civica, Patrick Fogli, ci sono alcune cose che non possono essere sottaciute per capire cosa è successo.

Intanto riconosco a Fogli di comunicare con una buona dialettica e retorica, che sono sicuramente alla base dei suoi successi letterari, dei quali ci siamo spesso congratulati in consiglio comunale. Questa però è una cosa un po’ diversa da un romanzo.

Sostanzialmente al centro del suo discorso c’è l’accusa di ritardo con cui si è chiusa l’ASP, che questo ha comportato un aggravio di perdite, che il comune di Carpineti non ha fatto valere la propria maggioranza nell’Assemblea dei sindaci e che si è tenuto troppo conto del dissenso.

Una raccolta firme dei sindacati pro Asp

Se il comune di Carpineti avesse fatto valere la propria maggioranza nel 2020, come avrebbe dovuto secondo Carpineti Civica, chiudendo l’ASP (tra l’altro in pieno Covid), i dipendenti sarebbero stati licenziati e gli ospiti trasferiti ad altra struttura privata.

Difatti il problema non era chiudere, tutti sarebbero stati capaci di farlo, ma trovare un organismo che avesse dato continuità di gestione al Don Cavalletti. E qui entra in campo il dissenso, di cui il Capo Gruppo di Carpineti Civica è stato protagonista firmando, assieme a tanti altri, il mantenimento della gestione ASP.

Come è emerso chiaramente nella discussione del consiglio comunale del 31 luglio, nessun partner, tantomeno l’ASC già esistente Teatro Appennino, era interessato a partecipare ad una gestione di una struttura con le bandiere sindacali nel cortile e le lenzuola di protesta sui balconi da più di tre anni. E questo lo si rileva chiaramente dagli atti. In più la Regione era contraria alla costituzione di una ASC in un distretto, Castelnuovo Monti, dove era già presente un’altra operante nel sociale.

Solo dopo una nostra lunga e quasi molesta sollecitazione la Regione prese in considerazione la costituzione di una seconda ASC, consapevoli tutti che probabilmente nel tempo sarebbero entrate in conflitto. Successivamente a questo evento, l’ASC Teatro Appennino ha rivisto il proprio diniego e ha accettato l’inserimento della CRA don Cavalletti, dando così la possibilità di chiudere l’ASP. Ma questo avvenne nel periodo 2021-22 e non nel 2019-20.

Quindi sì si sarebbe potuto chiudere l’ASP nel 2020 come sostiene Futuro Comune, ma licenziando i dipendenti trasferendo gli ospiti in strutture cooperative private. Chi avrebbe avuto interesse che questo avvenisse?

Per quanto riguarda il bilancio di Carpineti è sì fortemente influenzato dal ripiano dei disavanzi dell’ASP ora chiusa, ma è comunque in sicurezza. Questo grazie anche alla Ragioniera del comune che ha agito con prudenza alla quale, e qui sì siamo d’accordo con Fogli, va la nostra riconoscenza per la sua professionalità. Lo dimostrerà, come annunciato in consiglio comunale dal vicesindaco, la campagna di asfaltatura di strade che inizierà in settembre-ottobre.

 

(Tiziano Borghi, sindaco)