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La madre denuncia

“Mia figlia di 14 anni investita da un’auto, ma per la conducente era più importante accudire il cane”

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Sono le 11.30 di sabato 27 maggio, in via Roma, a Castelnovo Monti. Giusy

, 14 anni, quella mattina sta passeggiando assieme ad altre due amiche sul marciapiede che costeggia la strada. Ha saltato la scuola, e mentre è intenta a chiacchierare con le sue amiche, per ragioni al vaglio delle forze dell’ordine che stanno indagando sull’accaduto, perde l’equilibrio e cade verso la strada.

Nel mentre sopraggiunge un’auto. Alla guida una signora sulla sessantina. Il mezzo è di colore bianco, e Giusy vola prima sul parabrezza, danneggiandolo, poi cade a terra. E’ cosciente, e tutto sommato incolume (alla fine, quello che riporterà sono numerose abrasioni sul corpo – ancora adesso presenti –, il classico colpo di frusta, e una botta alla testa, che, fortunatamente, non ha lasciato strascichi), ma fortemente sotto shock. Poteva essere un incidente di una gravità estrema, secondo la dinamica rilevata. Fortuna - e una mano da lassù - ha voluto che le conseguenze fossero tutto sommato circoscritte (l’auto, secondo le testimonianze raccolte dalle forze dell’ordine, avrebbe riportato danni a parabrezza, paraurti e a un fanale anteriore).

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Via Roma a Castelnovo Monti (Repertorio)

Giusy è tremante a terra. La signora alla guida scende e le chiede se sta bene. Alla risposta affermativa della giovane, la donna, secondo quanto raccontato dalla quattordicenne ai genitori una volta tornata a casa, le avrebbe risposto ‘Allora vado a portare il cane a casa’. Non una telefonata ai genitori. Nemmeno, e questo avrebbe dovuto essere il minimo, una telefonata al 118 per farsi inviare un’ambulanza anche solo per sicurezza -e nonostante il diniego della vittima del sinistro -. Nemmeno, infine, l’assicurarsi in modo approfondito che effettivamente Giusy non presentasse un qualche trauma non visibile o che potesse affiorare successivamente.

“Ma questa è una cosa che per me non esiste – racconta a Redacon, Maria, la madre di Giusy -. Una volta che mia figlia ha raccontato a me e mio marito ciò che le era accaduto, l’ho immediatamente portata al pronto soccorso qui a Castelnovo. Alle prime non voleva entrare, ma poi, si è convinta. Alla fine, gli esami hanno escluso complicazioni gravi. E’ andata bene, ma non per questo, quello che è successo deve passare in ‘cavalleria’”.

“La signora avrebbe dovuto fermarsi e prendersi cura di mia figlia, come avrebbe fatto chiunque altro – prosegue la madre -. Una telefonata alla sottoscritta sarebbe stato il minimo…”.

Pronto Soccorso Castelnovo ne' Monti

Va da sé che col referto del pronto soccorso in mano e col racconto della figlia, la signora si è recata dalle forze dell’ordine a sporgere denuncia. Ma qui si innesta un ulteriore problema: a quanto emerge, non vi sarebbero videocamere funzionanti - pur essendo fisicamente presente - su via Roma, e, più in generale, in tutto il comune: “Ma come è possibile? Quanto costa una videocamera? – sbotta la signora -. A Toano è ‘tappezzato’ di telecamere, qui nulla. Eppure su via Roma, ci sono tanti punti ‘sensibili’. Dall’ospedale, sino al ‘Peri-Merulo’, sino al Comando della polizia Municipale”.

Fatto sta che oltre un mese è trascorso e chi ha investito Giusy non ha ancora un nome: “A me non interessa alcun tipo di forma risarcitoria, voglio essere molto chiara in questo – conclude la madre della 14enne -. A me interessa che quella signora, se mai leggerà queste righe,  di ciò che poteva accadere e di ciò che non ha fatto dopo l’incidente”.

 

6 COMMENTS

  1. Stefano spiegati… intendi la pazzia della madre che a un mese dall’incidente, finito grazie all’aiuto del buon Dio “bene” che stresserà figlia, forze dell’ordine, stampa per sapere perché la figlia stessa è stata così “fortunata” o… intendi pazza la figlia perché ha saltato la scuola, perché su un marciapiede adiacente ad una strada trafficata faceva poca attenzione, o perché ha detto all’investitrice che stava bene, che non serviva informare immediatamente la madre tanto apprensiva da quanto si capisce e di conseguenza le forze dell’ordine e il 118, e le amiche e tutti i passanti, tutti “indifferenti” altri pazzi… ovvio che l’investitrice sia stata negligente, forse irresponsabile, ma di certo trovatasi di fronte ad un fatto accidentale mai successo prima in vita sua “E ORA CHE FACCIO” e di certo impaurita non per colpa propria, immagino, pensate se le conseguenze fossero state diverse “più tragiche” con quale dispiacere avrebbe convissuto. Io non giustifico il suo comportamento nel modo più assoluto, ma non conoscendola non le darei mai della pazza… quindi evitiamo di sfidare la fortuna e come diceva un filosofo, divertente, “chiunque visto da vicino non è normale”.

  2. La stessa identica cosa che prima o poi succederà davanti al caffè bistrot VR. Da parecchi cittadini e alcuni consiglieri comunali nonché dai proprietari del locale, è stato richiesto l’installazione di un dosso rallentatore adiacente l’ex sigma In quanto le vetture ormai su via Roma vanno più veloci che in una tangenziale. Ma tanto si sa caro Sindaco bisogna sempre aspettare il morto in Italia per fare qualcosa. E purtroppo prima o poi qualcosa succederà lì davanti in quanto il passaggio dell’uscita del locale si trova in una semicurva cieca. Se casomai e speriamo di no, dovesse succedere qualcosa, non dica caro Sindaco che non lo sapeva perché gli è stato anche riferito che in via Roma ormai raggiungono velocità spaventose. Comunque va bene cosi. Venendo al discorso della mamma della ragazza ha tutte le ragioni di questo mondo.

    Andrea

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