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Elda racconta: L’Oratorio

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Domenica pomeriggio al “Don Bosco” si parlerà del restauro del nostro amato Oratorio e mi sovviene di raccontarvi un po’ della sua storia (non credo di averlo già fatto, sapete invecchiando si diventa molto ripetitivi, perciò se l’ho fatto, compatitemi)

“Il Castrum Novum cum capella et curte” fu donato da Matilde di Canossa nel 1.111 al monastero di Sant’Appollonio di Canossa assieme a Felina e Sarzano. La donazione fu confermata nel 1116 da papa Pasquale 2° e dall’imperatore Enrico 5°.

“Castrum Novum cum Cappella et curte” Nel 1156 venne riconfermata da papa Adriano 4° la stessa donazione all’Abate Manfredi.

La “curte” era il borgo adagiato all’ombra del “castrum” castello e la cappella (forse quella di San Pancrazio), pare che anche questa si trovasse su Monte Castello, d’altronde anche le principali istituzioni si trovavano lassù.

Cominciarono a trasferirsi nel borgo nel 1500 e questo potrebbe far pensare che anche l’oratorio di San Pancrazio fosse ricostruito più in basso.

Da documento risulta che la nuova cappella fu ricostruita ad opera della famiglia Silvi-Magnani che risultava anche la più facoltosa del paese.

Achille e Alberto esponenti dei principali rami di quel casato non costruirono la cappella all’interno del borgo ormai troppo affollato da case, botteghe, orti, stalle e fienili, ma poco al di fuori di uno dei tre ingressi del borgo, quello della “volta” ancora esistente in un terreno di loro proprietà.

La cappella di San Pancrazio venne costruita nei primissimi anni del 1500 se non alla fine del 1400.

Esistono dei carteggi che comprendono un atto pubblico rogato dal notaio della curia ducale di Castelnovo Monti che afferma che la famiglia del signor Achille Silvi nel 1617 può rivendicare la proprietà dell’Oratorio. Egli era un “cerusico” una specie di chirurgo, molto ricco e rivendicava questa proprietà edificata fuori le mura da suo bisnonno.

Difatti erano stati i suoi vecchi, suo nonno Alberto con suo bisnonno Achille Silvi, (come vedete i nomi nelle famiglie si ricreavano facilmente) a costruire l’Oratorio, questi alle volte venivano anche chiamati Magnani come venivano chiamate promiscuamente quelli della famiglia.

Quest’Oratorio divenne poi di “Santa Maria Maddalena” come mai?

Ecco il 4 aprile 1583, i maggiorenti di Castelnovo fecero “rogare” davanti al podestà Gaspare Canossi, una raccolta di fondi per restaurare l’oratorio di San Pancrazio che dicevano fosse in gravi condizioni (vi pioveva a dirotto dentro e la pavimentazione tutta sconnessa).

Da allora l’oratorio fu intitolato a Santa Maria Maddalena a questo senz’altro ci si sarà arrivati per volontà di un’autorità superiore, chiamata a mettere termine alla lacerante frattura avvenuta nel paese fra la nuova confraternita e il vecchio ramo dei Silvi-Magnani

Se vogliamo poi saperla tutta, in questa famiglia Silvi-Magnani   composta da cinque fratelli, c’era anche un prete don Antonio Maria che condusse una vita sregolata fu a lungo cappellano alla pieve in combutta con un altro prete e visse “more uxsorio” con una donna che gli diede tre figli.

Torniamo alla nostra chiesetta e alla scelta del nome Santa Maria Maddalena che non fu improvvisa e episodica, basti ricordare che la sua ricorrenza il 22 luglio era inserita nelle festività prescritte negli statuti Castelnovesi dal 1492, proprio come quella di San Pancrazio.

Riassumendo possiamo dire che a fine 1400 o primi ‘500, l’oratorio di Castelnovo che era sotto il titolo di San Pancrazio, passò dalla cima di Monte Castello al luogo dove si trova adesso e mutò il titolo in “Santa Maria Maddalena”.

Questo è solo un breve riassunto di ciò che ci ha lasciato Corrado Giansoldati nel suo libro “La pieve di Castelnovo ne’ Monti”.

Elda Zannini