Questa sera 12 maggio, nella Chiesa di Migliara, a Casina, si terrà un incontro con Matteo Manfredini, autore del volume 'Le Foglie dell'Albero'.
Il libro ripercorre la storia delle comunità e dei luoghi di culto legati alle religioni emerse a Reggio Emilia e provincia negli ultimi 40 anni, un fenomeno accelerato dalle recenti immigrazioni.
Le religioni trattate sono sette: Cristianesimo ortodosso, Protestantesimo, Ebraismo, Islam, Buddismo, Sikhismo e Induismo. L’ultimo capitolo è dedicato ad una conversazione tra Manfredini e il vescovo Monsignor Massimo Camisasca sul dialogo tra fedi diverse; a chi ha semplicemente voglia di approfondire un tema di grande attualità.
L'incontro é all'interno della rassegna Primavera di Parole in Parrocchia.
Da epoche immemorabili, in ogni parte del pianeta, la religione ha avuto per solito un ruolo importantissimo, se non determinate, nella storia dei popoli, non solo sul piano spirituale, fino a identificarsi talora col potere politico, come ad esempio nelle teocrazie, o ad esercitare, all’opposto, la funzione di contropotere, della quale il nostro territorio è stato celebre testimone nell’undicesimo secolo, quando un Imperatore ha perorato per più giorni la revoca della scomunica comminatagli (senza contare che per lunghissimo tempo le chiese, al loro interno e sui loro sacrati, hanno goduto dell’immunità, rispetto al potere di turno).
Ma al di là dei rapporti col potere, religione e fede hanno improntato i comportamenti di tante generazioni – fondendosi col senso civico dei singoli e loro collettività – per farli diventare una condotta spontanea e comune (tanto da perdurare e perpetuarsi anche dopo che il rispettivo Paese si è casomai dichiarato laico, facendo decadere la cosiddetta religione di Stato, laddove precedentemente fosse stata in vigore) perché si è verosimilmente ritenuto che l’osservanza dei “precetti ed insegnamenti religiosi” potesse comunque giovare al vivere di una comunità, indipendentemente dalla individuale religiosità dei suoi componenti.
Se non vado errato, nel Belpaese il cattolicesimo non si configura più come religione di Stato col nascere della Costituzione repubblicana – dopo che il Concordato del 1929 aveva cercato di ricucire lo “strappo” del 1870 – ma il nostro agire e i nostri contegni hanno spesso continuato ad ispirarsi ai sopraddetti precetti ed insegnamenti, e non li hanno in ogni caso “ricusati”, riconoscendone probabilmente l’intrinseco valore, fino al momento in cui, all’interno della nostra società, le abitudini sono fortemente cambiate, arrivando a disconoscere parecchio del nostro passato, sentito come un certo qual freno nel proiettarci verso il futuro.
Ciò detto, mi rifaccio all’articolo di Redacon dal titolo “L’ epidemia di insicurezza nei giovani”, dove si caldeggia la ricostruzione del “mondo che non c’è più”, rispetto alla quale io mi sono dichiarato abbastanza scettico, causa le profonde trasformazioni nel frattempo intervenute, augurandomi pur tuttavia che possano conservarsi i valori ancora rimasti, e qui la Chiesa può dare un contributo non secondario, ad esempio, stando a cose semplici ma simboliche, col fare in modo che tutti i frequentatori dei luoghi di culto indossino un abbigliamento consono, come mi è parsa essere una costante in diversi Paesi, anche d’altra confessione religiosa.
P.B. 13.05.2023
P.B.