È questa la frase con cui ci saluta Lorenzo Gonzalez, di Cavola di Toano il volto sorridente e scanzonato di bimbo di sette anni, che il 2 maggio ha raggiunto l’adorato nonno Aldo per non lasciarlo mai più da solo. Ora sono insieme per sempre.
Il 29 agosto 2022 a Lorenzo è stato diagnosticato un rabdomiosarcoma, un tumore maligno che prende origine dalle cellule della muscolatura striata. È un tumore tipico del bambino, complessivamente in Italia vi sono 4-5 nuovi casi all'anno di rabdomiosarcoma per milione di bambini. Purtroppo, molto aggressivo. Già i primi di agosto 2022 il bambino non stava bene, dopo un ciclo di antibiotici e cortisone, e la perdita di quattro chili di peso la madre chiese il ricovero, ma il personale medico non giudicò fosse il caso, visto anche il disturbo dello spettro autistico che aveva il bimbo e secondo i sanitari avrebbe avuto delle difficoltà nella gestione di flebo o altre cure. Nei giorni successivi la madre si è imposta e ha ottenuto esami ulteriori, così si è arrivati a fare una Tac e la sera stessa è avvenuto il ricovero in oncologia pediatrica al policlinico di Modena. Nei successivi nove mesi si sono susseguiti ricoveri e soggiorni, fra una chemio e l’altra da settembre a gennaio, presso il Policlinico di Modena e la Casa di Fausta, una casa che accoglie i bambini e le loro famiglie. Un luogo speciale, una vera “casa lontano da casa”, dove già più di duecento famiglie che si sono trovate ad affrontare un ricovero ospedaliero sono state accolte con supporto, empatia e calore.
All’inizio il tumore era localizzato solo nel retrofaringe, e le cure sembravano fare il giusto corso, ma dopo una crisi epilettica e una risonanza ci si è resi conto che le metastasi avevano interessato anche il cervello. Così da febbraio inizia la radioterapia, trentatré cicli. Il 24 marzo una risonanza di controllo sembra dare speranze, tanto da permettere al bambino e alla madre, che non lo ha lasciato solo un momento, di tornare a casa per tre settimane.
In tutto questo tempo il bimbo non si è mai lamentato, neanche per un momento, tanto che sono molteplici i video e le foto che lo ritraggono protagonista di balletti e momenti buffi anche attaccato alle macchine, sempre sorridente e allegro, nonostante tutto. Verso il 20 aprile però inizia a manifestarsi una difficolta nel camminare e qualche altro sintomo (meno appetito, palato gonfio), così, anche se l’appuntamento per il controllo successivo era stabilito per il 24, la madre, che lavora come OSA e se ne intende, intuisce che qualcosa non quadra, decide di anticipare al 22 il rientro in appartamento nella Casa di Fausta, soprattutto per preservare il fratello gemello dal vedere le sofferenze del bambino, e non intaccare il ricordo delle tre settimane felici passate assieme giocando. Il 24 aprile la risonanza conferma la ricrescita del tumore e l’inevitabile epilogo, però si tenta con una terapia, anche dopo un consulto con gli specialisti di Padova. Pochi giorni dopo l’inizio della cura, molto invasiva, inizia la somministrazione anche di morfina per alleviare ogni dolore. Con l’arrivo, nelle corsie dell’ospedale dei clown per rallegrare i piccoli ospiti Lorenzo dice alla mamma “Ora la terapia che voglio te la dico io!”. Così fa disegnare la sua cura: tre chili di cioccolata, un prato con i fiori, la sua casa a Cavola, il suo cagnolino Pece, giocare a palla con il fratello Leonardo e un giro sulle montagne russe di Disneyland. Il 28 aprile il suo cuoricino ha avuto una crisi e da lì si è pian piano spento alle 11,20 del 2 maggio.
“Il sorriso che mio figlio ha fatto nel momento del suo ultimo respiro - racconta la madre Yulia – è stato il più bello e sereno dei nove mesi che abbiamo passato in completa simbiosi durante la malattia. Non abbiamo mai avuto paura della morte. A gennaio 2022 ci aveva lasciato il bisnonno Aldo e Lorenzo non aveva nessun timore di vederlo composto nella bara, anzi lo accarezzava e gli rimaneva sempre accanto. Nei ritrovi successivi della famiglia il suo pensiero era sempre “Non è giusto che noi siamo tutti assieme e il nonno Aldo è da solo”. Io già dal 24 ero consapevole dell’inevitabile e chiesi a Lorenzo “Come ti vuoi vestire per andare a trovare il nonno Aldo?” mi rispose “Il nonno Aldo è felice di vedermi comunque, però voglio il pigiama, così la nonna Gilly (Yiliennis) pensa che sto dormendo”. Mio figlio -prosegue la madre - ha sempre avuto consapevolezza di quello che stava succedendo. Non ha avuto paura neppure un momento, per lui morire significava andare dal bisnonno. In questi nove mesi mi ha insegnato tanto e mi ha aiutata a lasciarlo andare serena. La prima notte che ho dormito tranquilla è stata quella di quando si è spento. Al funerale non ho versato una lacrima, perché glielo avevo promesso. Dentro non ho il peso del “poteva essere fatto o non si doveva fare…”. Penso che se questo fosse successo a una famiglia meno unita della mia sarebbe stata una tragedia, come qualcuno ha scritto, ma non per noi. Noi siamo stati fortificati e ancora più uniti da tutto questo. Lorenzo ci ha fatto questo ulteriore regalo. Lorenzo ce l’ha fatta, ha ottenuto quello che voleva, ora è guarito e con il suo amato bisnonno. Chi lo ha visto prima del funerale ha visto come il suo volto era sereno. Quando suo fratello gli ha adagiato a fianco il pupazzino preferito si è voltato dicendomi “Ora Lollo è guarito!”. Ora mio figlio è talmente tanto che non sento il bisogno di toccarlo perché è con me, sono con lui sempre. I miei figli sono frutto d’amore e sono amore puro.
Quando gli chiedono: “Ma tu ce l’hai un papà?” rispondono “Abbiamo una supermamma”. Anche del fatto che io e mia madre proveniamo da Cuba e questo presuppone storie di integrazione, non lo capisco. Io mi sono sentita immediatamente accolta sia in famiglia sia in paese come una persona, senza etichette di nazionalità. Sono arrivata in Italia a 12 anni, ma neppure un minuto mi sono sentita discriminata o in un posto che non fosse casa mia e nella mia famiglia. Fabio per me non è come un padre, ma è mio padre. I miei figli non sono stati accolti nella famiglia, ma sono nati e sono parte della famiglia dal loro primo istante. Non ho mai vissuto l’idea di dovermi integrare perché ero e sono comunità. Non mi sono mai sentita un corpo estraneo, né in famiglia né a Cavola. Non voglio che passi l’idea che quello che abbiamo vissuto in questi giorni fosse una cosa tragica, abbiamo salutato Lorenzo serenamente, lui ci ha sorriso fino all’ultimo istante. Io come madre non la vivo come tragedia. Altre madri salutano i figli che crescono e lasciano casa per andare a vivere la propria vita, magari all’estero dopo aver studiato, io penso che mio figlio sia andato dove ora è felice, non è solo perché è con una persona che lo ha amato dal primo istante. Questi nove mesi non sono stati un calvario, come qualcuno può
pensare. Per alcune vicissitudini la mia gravidanza, a 20 anni, è stata travagliata e non ho potuto gustarla, gran parte passata a letto per minacce di aborto e parto prematuro. Questi nove mesi sono stati una gestazione che ha portato me e lui a una nuova nascita fatta di consapevolezza e a un legame che non ci separerà mai. Ha voluto regalami nove mesi per conoscerlo. Siamo stati assieme ogni minuto e so che a mio figlio stava stretta questa vita e, quando lui ha voluto andare, mi sono sentita di lasciarlo andare serenamente perché nel mio cuore so che è stato con me solo sette anni, ma sono stati anni bellissimi, pieni e sereni. La psicologa dell’ospedale ha detto che se mio figlio era così sereno era perché sapevamo parlare di tutto, anche cose scomode. I bambini con il suo tipo di disturbo autistico possono rivelarsi problematici in questi contesti, lui no, ha accettato tutto senza mai lamentarsi o creare difficoltà. Mi è stato chiesto perché non abbiamo cercato altre strade per salvarlo. Sono certa che era nelle mani migliori.Ringrazio chiunque abbia avuto modo di approcciare mio figlio al Policlinico di Modena. Se ha vissuto tutto questo serenamente è anche merito loro e dell’assoluta professionalità di ogni reparto e maestranza. Ora Lorenzo è con noi in ogni istante, in ogni luogo e in ogni pensiero”.
Durante il funerale sono stati raccolti 1255 euro che sono stati devoluti all’Associazione Sostegno Ematologia Oncologia Pediatrica di Modena, come da lettera di ringraziamento allegata.
Lettera letta durante il funerale, scritta dalla madre.
Ehi Lorenzo, perdonami se non sono io a dar voce a queste parole, ma sai, mi hai fatto promettere, anzi mi hai imposto di non piangere, quindi so che io, persona terrena attaccata alla materia non resisto all’idea di non poterti più sentire con mano, ma ti assicuro che da mamma oggi per me è una giornata serena, come ha detto tuo fratello “ora sei guarito”.
È dal primo giorno in cui ti sei ammalato che mi stavi preparando per questo giorno, e ti assicuro che non ero ancora pronta sicuramente non lo sarei mai stata.
Negli ultimi 9 mesi ti ho sempre visto sorridere, nonostante tutto. Ecco amore, quei sorrisi mi hanno insegnato la vita e vorrei che tutti sapessero quanto sereno e per niente spaventato eri. Volevi a tutti i costi fare compagnia al nonno. Dicevi sempre che non era giusto che noi stessimo tutti insieme e lui tutto solo. Il giorno che siamo tornati a casa, tu sorridendo hai detto di voler andare a trovare il nonno. È assurdo per chi sta ascoltando queste parole che io ti stia scrivendo il giorno del tuo funerale e sto sorridendo.
Piccolo mio a oggi ti ringrazio, in 9 mesi mi hai voluta mettere alla prova per assicurarti che a Leo rimanesse tra le braccia una mamma forte e ti prometto che sarà così.
Ora basta. Già ti immagino che mi guardi e mi dici “Mamma come sei pesante, smettila!”
Quindi amore ti assicuro che anche se non sarà semplice come madre, se tu sarai felice (come tu stesso mi hai sempre detto) la tua felicità è la mia. Quindi oggi è un giorno felice perché, come ha detto Leo, finalmente sei guarito.
Ci sono storie che si fa fatica a leggere perché riempiono gli occhi di commozione. Ci sono storie che dinnanzi al mistero della vita trasudano ugualmente di Amore e richiedono e meritano di essere ascoltate. Ci sono storie cui guardare con grandissimo rispetto e nel nostro religioso silenzio.
A questa mamma e a questa famiglia giunga solo il mio (e credo di tanti lettori) abbraccio.
Che il mio abbraccio possa arrivare a Lei , a Lorenzo , a Leonardo e a tutta la sua famiglia.. uno spaccato pieno di amore e speranza.. sará un uomo fortunato il signor Aldo❤️
Ho ancora i lacrimoni per quanto ho letto, mi sembrano fuori luogo le condoglianze. In tutto ciò vedo un grande miracolo e un segno della presenza di un essere supremo che ha potuto far vedere al fratellino lo star bene e la guarigione di Lorenzo
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Alle
Ci sono storie che si fa fatica a leggere perché riempiono gli occhi di commozione. Ci sono storie che dinnanzi al mistero della vita trasudano ugualmente di Amore e richiedono e meritano di essere ascoltate. Ci sono storie cui guardare con grandissimo rispetto e nel nostro religioso silenzio.
A questa mamma e a questa famiglia giunga solo il mio (e credo di tanti lettori) abbraccio.
Gabriele Arlotti
Che il mio abbraccio possa arrivare a Lei , a Lorenzo , a Leonardo e a tutta la sua famiglia.. uno spaccato pieno di amore e speranza.. sará un uomo fortunato il signor Aldo❤️
Ferretti Laura
Ferretti Laura
Ho ancora i lacrimoni per quanto ho letto, mi sembrano fuori luogo le condoglianze. In tutto ciò vedo un grande miracolo e un segno della presenza di un essere supremo che ha potuto far vedere al fratellino lo star bene e la guarigione di Lorenzo
Annarosa