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Replica a Legambiente Appennino Reggiano

Sindaco Ferretti: “No prodotti chimici per neve programmata”

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“Noi dobbiamo essere contro qualsiasi forma di estremismo, purtroppo questo è un finto ecologismo: ci troviamo veramente a dibattere su cose dette da chi non ha minimamente conoscenza? Soprattutto quando si insinua che per fare la neve programmata si usano prodotti chimici. Non è assolutamente vero”.

Non ci sta il primo cittadino di Ventasso, Enrico Ferretti, dopo le affermazioni di Filomena Mola, presidente di Legambiente Appennino Reggiano secondo la quale la “neve artificiale è pratica poco percorribile e se si continua a spararla dai cannoni si inquina ulteriormente l’ambiente, attraverso gli additivi usati per mantenerla sul manto erboso”.

“Non è assolutamente vero – chiosa Ferretti - la neve programmata è una miscela di acqua e aria; a Cerreto Laghi produrre neve significa pompare acqua a monte prelevandola da valle, per poi farla ricadere di nuovo a valle al momento dello scioglimento andando a rimpinguare le falde acquifere”.

E all’affermazione della presidente Feola che definisce ‘sparare neve dai cannoni un tipo di accanimento che spreca risorse ed energie che andrebbero ristudiate e incanalate diversamente”, il sindaco replica: “non è vero che creare impianti di innevamento programmato provoca impatti nocivi per il terreno o l’ambiente”.

Per Ferretti le affermazioni della presidente Feola “rasentano il ridicolo e fanno pensare che “lei non abbia mai messo piede su una pista da sci”. E aggiunge: “Sono contento che il Governo centrale e la Regione Emilia-Romagna, a differenza di quanto sostenuto da Legambiente, abbiano sostenuto con dei finanziamenti le stazioni sciistiche. Così manteniamo la neve, abbiamo la possibilità di rimpinguare le falde e creare economia. Perché l’economia si fa con i numeri. Io porto sempre degli esempi molto concreti”.

“Non si può sminuire il turismo invernale - spiega – in due mesi abbiamo avuto tantissime presenza, un 500% in più rispetto a tutti gli altri tipi di turismo che, e lo voglio sottolineare, possono tranquillamente convivere. La neve rappresenta l’80% del Pil italiano che riguarda il circuito bianco. Lo si voglia, credere o non credere. Questi sono i numeri, sono i numeri reali dell’economia montana”.

 

13 COMMENTS

  1. Immagino che la presidente si sia ampiamente documentata prima di fare quel comunicato (in senso ironico ovviamente vista la piega che sta prendendo), riprendendo il dossier presentato da Legambiente. Forse da altre parti è stato praticato quanto affermato ma io personalmente propendo per credere a quanto affermato dal Sindaco Ferretti.
    In cuor mio vige sempre il detto “la qualità delle affermazioni che fai dipende dalla qualità delle domande che ti fai.” Salvo correzioni mi sà che la “cantonata” è dietro l’angolo.
    Comunque non deve essere tassativamente sprecata energia e risorse per produrre neve, che crea indotto nel turismo, che poi si riversa nelle falde, ma possiamo invece utilizzarla per prelevare le acque piovane arrivate a valle e rispedirle a monte invece che trattenerle direttamente a monte con, che ne sò, un bacino , una diga , magari a Vetto. Chissà se a qualcuno è mai venutà un’idea del genere. 🙂

    Max Giberti

    • Firma - Max Giberti
  2. Ogni giorno resto sempre più allibito, meno male che a Ventasso abbiamo un Sindaco che ragiona da Buon Padre di Famiglia e che pensa al bene dei nostri paesi montani e non ragiona per ideologie, di parte o di partito, prive di alcun valore.
    Il dossier “Neve Diversa” presentato da Legambiente che fa presente che la neve sui nostri monti è sempre più rara e che si deve ricorrere a innevamenti artificiali e che occorre incentivare il turismo lento per il turista non sciatore, come visite ai borghi o trekking o altro, ci tenevo a dire che le due cose non sono assolutamente in contrasto una con l’altra, ben venga anche il turismo lento; ma qui a me sembra si vuole solo penalizzare lo sci, arrivando a mentire sull’inquinamento derivante da additivi usati per produrre la neve; meno male che la smentita viene proprio dallo stesso Sindaco Enrico Ferretti
    La politica del “NO” su queste terre a tutto ha portato la fine di tutto, ora diciamo no anche allo sci, si continua a dire di “NO” a qualsiasi cosa che porta vita, lavoro e sviluppo su questi paesi montani; volevo dire a Legambiente che quando su queste terre montane non ci sarà più l’uomo, ma solo lupi e cinghiali, dell’ambiente non importerà più nulla a nessuno; per i paesi montani questa è la politica più sbagliata, più assurda, più inconcepibile che ci sia, ciò che abbiamo dobbiamo usarlo, sarebbe come dire che a valle non vale la pena coltivare i prati perchè piove meno, forse sarebbe preferibile trovare il modo di dargli l’acqua, fermando lo spreco come succede ora. A inizio anno mia figlia mi ha invitato alcuni giorni ad Andalo, i mega impianti di questo grande complesso scistico sono innevati grazie alle acque pompate dal lago di Andalo, con un potente impianto di pompaggio, ma non credo che in Trentino si pensi che lo sci, il re degli sport invernali, venga annullato a favore del turismo lento, io lassù ero un turista lento, che a piedi sono salito sulla Paganella, ma non portavo certo i numeri e la ricchezza che portavano migliaia di sciatori e non ero incompatibile con gli sciatori, a mezzogiorno, su al rifugio sulla Paganella, abbiamo mangiato insieme. La stessa cosa vale per le cooperative di comunità come c’è a Succiso; qualcuno pensa che sia in contrasto con gli sciatori, ben vengano le cooperative, ma non vengono certo abolendo lo sci, c’è posto per tutti, ma guai a penalizzare la principale attività delle sport invernale, lo sci.

    Lino Franzini

    • Firma - Lino Franzini
  3. Sia Ferretti che Franzini omettono in modo assolutamente fazioso di ricordare che gli impianti in appennino resistono grazie ai massicci finanziamenti pubblici. Soldi di tutti. Piansani compresi. Così tanto per ricordare a Franzini che tanto propaganda ciò che la montagna regala alla pianura. Brillante poi l’idea di pompare acqua da Vetto al Cerreto. Da premio Nobel.

    AG

    • Firma - AG
    • Ricordo ad AG che anche in Trentino e Alto Adige gli impianti sciistici sono sussidiati dal pubblico, per affermazione degli stessi gestori. Sussidiati perché producono un beneficio complessivamente maggiore per l’economia locale, in termini di accesso ad alberghi, ristoranti, negozi e quant’altro.
      Riguardo all’energia necessaria per l’innevamento artificiale, per fortuna l’energia elettrica si può trasportare: la trasportiamo dalla Francia e dalla Slovacchia e potremmo trasportarla anche da Vetto a Cerreto, se ci fosse. Detto questo, meglio ancora se venisse in parte prodotta anche localmente, cosa tecnicamente possibile con soluzioni ad hoc per applicazioni in zone innevate (fotovoltaico in vele su pali orientabili per scaricare la neve).

      Poi è chiaro che l’Alto Appennino (comuni di Ventasso e Villa Minozzo) deve confrontarsi anche con il tema dell’evoluzione del clima a lungo termine. Non sappiamo se tra 10 anni ci sarà o si potrà fare la neve per 2 mesi o per una settimana, ed è indispensabile fare convivere tutte le attività alternative. Magari ci divertiremo ancora a pattinare sul ghiacchio oppure faremo ski-roll tra il passo e il lago.

      • Sul fatto che anche sulle alpi gli impianti siano sussidiati è fatto noto, ma non cambia il mio modo di vedere le cose.
        Partiamo dal fatto che sulle alpi le temperature e le quote degli impianti sono ben diverse. Lo sparare neve consente in alcuni casi
        di salvare una stagione, portando quindi un ritorno diverso da quello di piste che partono a 1300 mt vicine al mare.
        Il fatto che due attività debbano coesistere mi trova assolutamente d’accordo, ma se i soldi spesi per aiutare certi impianti fossero spesi per aiutare altre attività turistiche, cooperative di comunità, operatori turistici che possano richiamare turismo tutto l’anno credo che il ritorno economico sul territorio sarebbe decisamente più alto.
        Continuo a credere che lo spopolamento lo si contrasti facendo sì che le persone tornino in tutto l’appennino tutto l’anno non concentrando il richiamo turistico in pochi mesi e in pochi luoghi.

        AG

        • Firma - AG
  4. Egr. Sig. AG non sono al corrente dei “massicci finanziamenti”, uso le sue parole, parole scritte, e non inventate, pertanto non ometto cose in modo “fazioso”; non è mia abitudine falsificare le cose o le parole, ritengo di essere persona seria, onesta e me ne vanto, spero si possa dire la stessa cosa di lei. Le chiedo gentilmente di illustrarmi, dove e quando, con parole vere e non inventate o supposte, che propagando che la montagna regala alla pianura, spero sia la mia memoria che mi fa brutti scherzi, perche altrimenti sarebbe l’ennesima menzogna nei miei confronti. Il colmo è leggere che da Vetto qualcuno ha proposto di pompare le acque al Cerreto, primo a Vetto non c’è nessun lago poi non credo che neppure nella fantasia di un folle potrebbe passare questa idea, vista la distanza e le Valli da attraversare. Se la sua butade da “Premio Nobel” deriva dal fatto che per gli innevamenti di Andalo si pompa acqua dal lago di Molveno, è sacrosanta verità, può accertarsene di persona, ma il lago di Molveno in linea d’aria sarà a 2 o 3 km da Andalo e non a 80 o 100 km come Vetto/Cerreto, sempre se a Vetto ci fosse un lago, perchè se si dovesse pompare da un fiume, per chi conosce la geografia, c’è il Secchia molto più vicino.

    Lino Franzini

    • Firma - Lino Franzini
    • Comunque non deve essere tassativamente sprecata energia e risorse per produrre neve, che crea indotto nel turismo, che poi si riversa nelle falde, ma possiamo invece utilizzarla per prelevare le acque piovane arrivate a valle e rispedirle a monte invece che trattenerle direttamente a monte con, che ne sò, un bacino , una diga , magari a Vetto. Chissà se a qualcuno è mai venutà un’idea del genere.
      Commento a firma Max Giberti

      AG

      • Firma - AG
  5. Non è mia intenzione pensare di pompare acqua da Vetto al Cerreto, si parlava di energia utilizzata per rimandare acqua, lasciata andare a valle dai monti senza sbarramenti, dal Pò alle montagne che non sarebbe uno spreco, mentre per far neve, con indotto turistico e ricarica falde è uno spreco.

    Comunque se vi fà comodo pensare che ci si possa riuscire fate pure torniamo sempre a dire che la qualità delle domande che vi fate dipende da voi stessi.

    Ma i soldi pubblici cosa centrano? quando si finiscono gli argomenti diventa dura….

    Ma chi è AG ?

    Max Giberti

    • Firma - Max Giberti
  6. Non comprendo il commento di AG che nulla che a vedere con gli impianti scistici del Cerreto, eccellenze costate montagne di soldi. Mi risulta che sono tanti gli impianti e le attività sportive che ottengono finanziamenti e non credo proprio che sia stato omesso dal Sindaco Ferretti o da Franzini in modo fazioso, Franzini in particolare ha sempre firmato i suoi commenti con Nome e Cognome, senza nascondersi dietro sigle, pertanto non nasconde nulla. Mi dico sempre il mondo è bello, cerco di vedere i lati positivi delle persone, ma è sempre più difficile, a volte leggo certi commenti sui social che mi sembrano fatti da menti turbate, e questo mi demoralizza

    Gianna

    • Firma - Gianna
  7. Buongiorno, mi risulta difficile pensare che con 2/3 gradi sopra zero sia possibile “sparare” neve senza addensanti. Risulta inoltre difficilissimo mantenere il manto nevoso compatto sulle piste e infatti dopo le ore 12/13 è quasi impossibile sciare. La vicinanza con il mare, il suo condizionamento climatico, uniti alla modesta altezza dell’Appennino fanno il resto. Molto probabilmente la verità sta nel mezzo: a) è necessario valorizzare e supportare l’esistente, ma non a tutti i costi; b) pensare a un diverso approccio turistico. Le strutture turistiche del nostro Appennino non sono in grado di supportare e intercettare una richiesta di ospitalità in evoluzione. I “ritardi” si pagano. Cordialità C.p.P.

    http://Conte da Palude

    • Firma - Conte da Palude
  8. Penso che la verità sia nel mezzo, è chiaro che al Cerreto per vivere bisogna sfruttare quello che c’è e ovviamente il turismo fa girare l’economia. Non si può negare che i tempi siano cambiati, soprattutto a livello climatico. Mi piacerebbe farvi vedere le foto delle piste da sci di Ciano d’Enza strapiene di persone arrivate con il treno da Reggio subito dopo la seconda guerra mondiale. Incredibile! Quindi, và bene anche il cannone spara neve se serve ,ma certamente senza porcherie dentro, però bisogna anche essere lungimiranti , raccogliere le idee di tutti, ragazze e ragazzi in primis e cogliere altre opportunità. Penso altresì che l’aiuto economico,che sia regionale o statale può andare anche bene, soprattutto per iniziare un attività, però poi il tutto si deve reggere da solo . Grazie a tutti . Gianni di Ienza .

    Gianni Salavolti

    • Firma - Gianni Salavolti