Via libera alla diga di Vetto da parte della Regione Emilia Romagna.
E’ stata infatti approvata a maggioranza in Assemblea legislativa una risoluzione, presentata dal civico di centrodestra Marco Mastacchi, per la realizzazione della diga di Vetto considerando gli usi plurimi e un invaso di grandi dimensioni (100 milioni di metri cubi secondo il vecchio progetto), e non solo di utilizzo irriguo che limiterebbe fortemente la sua potenzialità. La risoluzione, firmata anche dal consigliere Rainieri (Lega) e con un maxi-emendamento finale condiviso e firmato da diverse parti politiche chiedeva di confermare la volontà della Regione di realizzare un invaso ad uso plurimo prendendo a riferimento le risultanze dello studio sulle esigenze idriche della Val d’Enza, che ha la finalità di attuare le strategie atte a conciliare disponibilità e domanda di risorsa idrica,
accelerando l’interlocuzione con il Governo per ottenere le risorse economiche necessarie.
“Il risultato che si vuole ottenere con l’approvazione di questa risoluzione è quello di far sì che gli studi che sono in corso tengano conto di tutte le opportunità che derivano da un investimento epocale come questo e che si parli in particolare di usi plurimi e non solo di utilizzo irriguo, che limiterebbe fortemente la sua potenzialità. Questo è un passaggio storico. Dopo tanti anni si sta concretizzando la possibilità di sbloccare una situazione che il territorio attende da tempo. Non dobbiamo assolutamente sprecarla realizzando un’infrastruttura che risolve solo parte dei problemi, che, come ho detto, sono sotto gli occhi di tutti.” Così Mastacchi nel corso della sua presentazione dell’atto all’Assemblea.
“Come Lega, abbiamo le idee chiare: serve un invaso da 100 milioni di metri cubi d'acqua, funzionale ad un uso plurimo, in grado di rispondere a più fabbisogni. - ha spiegato Gabriele Delmonte, consigliere regionale della Lega, responsabile dipartimento Montagna Lega Emilia - Si consideri infatti che dalle relazioni fatte dai tecnici della Regione, emerge come i fabbisogni civile e industriale richiederebbero 48 milioni di metri cubi mentre quello agricolo – da cui dipende anche la produzione di quel fiore all'occhiello di cui spesso ci vantiamo, che è il Parmigiano-Reggiano – 58 milioni di metri cubi: vien da sé che come sia pertanto ragionevole parlare di un invaso in grado di distribuire almeno 100 milioni di metri cubi d'acqua all'anno”.
“La volontà di questa Regione è chiara ed è negli atti che sono stati fatti: la Regione ha finanziato con quasi mezzo milione di euro lo studio sui deficit idrici della Val d’Enza. La Regione sta finanziando tutti gli interventi sugli invasi minori, sui canali, in agricoltura, per ridurre la dispersione d’acqua e un uso più efficiente - ha spiegato Andrea Costa del Partito Democratico -. La Regione ha ottenuto dal governo Draghi a fine agosto 3,5milioni di euro per realizzare uno Studio di fattibilità tecnico, economica ed ambientale di un invaso che, nonostante tutte le altre azioni che ho appena elencato, sarà comunque necessario”
“La cultura ambientalista non è ideologia. Negli anni è stato dimostrato che le denunce degli ambientalisti hanno trovato puntuale conferma nella realtà, a partire dai cambiamenti climatici, compreso il tema della siccità. Serve intervenire subito con azioni su tutto il territorio, ad esempio puntando sul risparmio idrico con nuove politiche di gestione delle risorse d’acqua. La realizzazione di un’opera imponente come la diga di Vetto necessita di molti anni e di costi ingenti”, rimarca Silvia Zamboni (Europa verde).
Anche per Silvia Piccinini (M5s) “la diga di Vetto non risolve i problemi attuali. Il tema della siccità è un fatto. Nella nostra regione le temperature aumentano più velocemente che altrove, tanto che manca la neve in montagna. Servono quindi politiche rivolte al risparmio idrico, a partire dal comparto agricolo, e occorre pensare a invasi più ridotti diffusi sul territorio”.
Per il M5S si continua con la politica del piede in 2 scarpe.
Senza capire mai da che parte stanno : A favore o contro?
Tutte e due e nessuno!
Graziani
Il fiore all’occhiello del nostro territorio,(il Parmigiano Reggiano) viene prodotto con il foraggio e la stagionatura della montagna o della panura?
http://Dorotea
Se ritorniamo a quanto disse l’Assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna, in una intervista apparsa su Redacon il 2 dicembre 2022, vi leggiamo, nella sua risposta alla quarta domanda, che “lo studio di fattibilità sarà la giusta strada per indicare l’effettiva portata che dovrà avere l’invaso, le caratteristiche progettuali, la collocazione. Si dovranno valutare e approfondire tutti gli aspetti, tecnici, ambientali e gli usi”.
Nella occasione ci si riferiva giustappunto allo “studio di fattibilità, che verrà finanziato con i 3,5 milioni di euro chiesti al Governo”, e le parole dell’Assessore, perlomeno da come le ho intese, sembravano dirci che si era ancora in fase interlocutoria, con nessuna decisione presa a livello politico circa caratteristiche dell’invaso, segnatamente le sue dimensioni, in attesa di conoscere le risultanze dello studio in discorso.
Questa Risoluzione, a distanza di neppure due mesi, pare invece dirci che anche i decisori politici regionali si siano adesso orientati per una conferma della Diga di Vetto quale invaso di grandi dimensioni, destinato ad usi plurimi, e se questa “lettura” della risoluzione fosse rispondente viene da pensare che lo studio di fattibilità divenga per così dire molto più mirato e circoscritto, nonché, conseguentemente, di minor costo.
Se anche questa seconda “conclusione” avesse fondamento, il derivante risparmio economico potrebbe essere indirizzato a supporto di quegli interventi cosiddetti minori, vedi laghetti, raccolte idriche di vario tipo, utilizzo di cave dismesse, ecc …, per far scorta d’acqua e ridurne altresì la dispersione, interventi realizzabili in tempi brevi e sui quali avrebbero dovuto spingere quanti non vedono di buon occhio la Diga di Vetto.
In ogni caso, se, come pare, la Risoluzione è stata votata pure dal PD, verrebbe da dire che la posizione di detto partito è cambiata non poco dal 20 gennaio 2021, data in cui comparve su Redacon l’articolo “5,5 milioni di euro per lo studio della Diga di Vetto”, dove si legge che due consiglieri regionali dem avanzavano perplessità a fronte di una Risoluzione del centrodestra che si esprimeva a favore di invasi medio-grandi.
P.B. 26.01.2023
P.B.
Sembra che la Regione prima di portare il settore agroalimentare di Reggio Emilia e Parma al precipizio a vantaggio dei prodotti alimentari di Tedeschi, Olandesi, Francesi o dello stesso Grana Padano a danno del Parmigiano Reggiano, abbia compreso che i cambiamenti climatici e le esigenze idriche stanno mettendo in seria difficoltà gli agricoltori di queste due Province. Avere una Valle che grazie al Grande Spirito consente di impostare uno sbarramento in grado di trattenere una parte delle acque nei periodi di abbondanza per cederle a valle producendo tanta energia pulita e darle all’agricoltura quando servono, e non riprendere i lavori di un’opera finanziata, appaltata e iniziata e definita dal Ministero dell’Agricoltura nel 1987 “Urgente ed indifferibile”, sta a significare che in questa Regione qualcosa non ha funzionato fino ad ora; ci auguriamo che finalmente le ideologie e i NO a tutto comprendano che cosi non si può andare avanti; basti pensare che una grande Regione come l’Emilia Romagna è al quart’ultimo posto tra le Regioni Italiane ad acque invasate; la piccola Umbria ha tre volte la capacità idrica invasata dell’Emilia Romagna, la Sardegna, grande come l’Emilia Romagna, ha venti volte quelle dell’Emilia Romagna. Con questa risoluzione, votata anche da Consiglieri del PD sta a dimostrare che qualcuno ha a cuore il bene di questa Regione. Giustamente la Diga di Vetto deve essere ad uso plurimo, irriguo, idropotabile, energetico, laminazione delle piene e benefici ambientali, si pensi che la diga di Vetto comporterebbe, ogni anno, la mancata emissione di oltre 50.000 ton. di CO2 in atmosfera; ma oltre a questi benefici ridarebbe una speranza di un futuro ai paesi montani, lavoro, turismo, ritorni economici e rivalutazione del patrimonio immobiliare. Ci auguriamo sia giunta l’ora del fare, è tardi ma forse c’è ancora una speranza.
Franzini Lino Presidente della Municipalità di Ramiseto