Una caratteristica del lungo servizio sacerdotale - ben 62 anni - di mons. Gianfranco Gazzotti è stata la varietà degli ambiti di ministero: dalla parrocchia, dall’Istituto Artigianelli all’Ordine del Santo Sepolcro, al Seminario, dalla Caritas ai pellegrinaggi in Terra Santa.
Non si è mai fossilizzato in un ambiente, ma è andato dove la Chiesa lo ha chiamato: questa la modalità del suo generoso e prezioso sacerdozio.
Lo ha sottolineato con gratitudine la mattina di martedì 3 gennaio l’arcivescovo Giacomo nell’omelia della liturgia di commiato di mons. Gazzotti - spentosi improvvisamente lo scorso 31 dicembre, lo stesso giorno di Papa Benedetto XVI - in una Cattedrale gremita di tanti amici; accanto a lui i vescovi emeriti Adriano Caprioli e Paolo Rabitti.
Certamente la formazione dei presbiteri ha visto mons. Gazzotti esplicitare sapientemente e attivamente il suo ministero in vari ruoli: vicerettore e poi rettore del Seminario seguendo tanti seminaristi fino all’ordinazione e oltre, e infine come economo.
E poi le decine e decine di pellegrinaggi in Terra Santa ben organizzati e spiritualmente animati da don Gianfranco; qualità che il patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa e l’amico fraterno abuna Ibrahim Faltas hanno sottolineato nelle loro testimonianze lette in chiesa dal vicario generale Alberto Nicelli.
Quanto bene spirituale ha generato nei partecipanti il percorre le strade di Gesù; quanto conforto hanno assicurato ai pellegrini queste ricchissime esperienze spirituali: le celebrazioni liturgiche, le meditazioni, la preghiera nei luoghi santi; quanto aiuto finanziario don Gazzotti con gli Amici di Terra Santa ha assicurato alle istituzioni educative e sanitarie cristiane attive in Terra Santa.
L’arcivescovo nell’omelia ha anche simpaticamente ricordato come nei trolley dei pellegrini don Gazzotti stivasse prelibati prodotti alimentari reggiani per le varie comunità presenti in Terra Santa, generosità di cui lo stesso mons. Morandi – quando era studente a Gerusalemme - ha beneficiato.
Infine l’arcivescovo – che aveva definito la morte non come la fine, ma come l’incontro con il Signore - ha ricordato il volto sereno di don Gazzotti il 24 novembre nella basilica di San Prospero in occasione della celebrazione del Santo Patrono.
G.A.Rossi