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Patriarchy: the tragedy behind a word. Speakeasy a cura di Silvia Miselli e Romina Ndoci.

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Continua la collaborazione tra il liceo linguistico Cattaneo Dall'Aglio e Redacon tramite la rubrica Speakeasy, curata direttamente dagli studenti dell'anno 2021-2022.

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Nowadays we often hear people talking about the patriarchy, a concept related to feminism and many other topics. But what does it really mean? What’s like to live in a patriarchal society?

The word patriarchy comes from the Greek πατριάρχης (patriarkhēs), which means "the rule of the father". It is a compound of words that mean "homeland", "family" and "domination".

Historically, this word has been used to talk about the autocratic rule by the male head of a family and to explain the dominance of males in society.

Some research shows that societies during prehistoric times were egalitarian, so the male dominance didn't exist yet. The concept of patriarchy was born during the dominations of big civilizations. Aristotle himself, in his works, portrays women as morally, intellectually and physically inferior to men, sees women as the property of men, says that women's role in society was to reproduce and to serve men in the household, and saw male domination of women as natural and virtuous.

Meanwhile, between the end of the 19th century and the beginning of the 20th, the first waves of the feminist movement started to spread their ideas, which were openly against the patriarchy.

Feminist theorists have written extensively about patriarchy as a primary cause of women's oppression: feminist theory tries to destroy gender inequality and focuses on gender politics, power relations and sexuality, and also on the promotion of women's rights. Discrimination, stereotyping, objectification (especially sexual objectification), oppression, and patriarchy itself are the themes tackled by feminism.

Virginia Woolf's "A Room of One's Own" explores these themes: the author says that in the past a lot of female authors had written masterpieces and beautiful books. But  they were disadvantaged because of their position in society and in the household: men could work and write freely in their studies whereas women could not. If female authors had had a room of their own to concentrate and work in, they would have written even better books. One of the examples Woolf explains about inequality between men and women is well known: she imagines what would have happened if William Shakespeare had had a sister. His sister, who would have been just as smart and as talented in writing as he was, wouldn’t have been famous like him. She couldn’t have studied, or gone to school, or  published her works. All of this, just because she was a woman.

These situations are a result of the patriarchy, but people often don't say that patriarchy makes men suffer, too. Men who live under the system of patriarchy feel pressured, because they feel the weight of the entire society on their backs. They have to conform to a standard of toxic masculinity, to compete with one another, and to prove their manhood by surrendering their individuality and denying their humanity. It inevitably leads to physical and psychological distress. 

In conclusion, even if nowadays the patriarchy isn't as strong as before, there is still a lot of work to be done to improve our society, discourage gender discrimination and make everyone feel better and an important part of the world. 

 

Patriarcato: la tragedia dietro alla parola

Al giorno d’oggi sentiamo spesso parlare del patriarcato, un concetto legato al femminismo e a molti altri argomenti. Ma che cosa significa davvero? Come si sta a vivere in una società patriarcale?

La parola patriarcato viene dal greco πατριάρχης (patriarkhēs), e significa “le leggi del padre”. Si tratta di un composto di parole che significano “casa”, “famiglia” e “dominazione”.

Storicamente, questa parola è utilizzata per parlare del ruolo autocrate dell’uomo a capo della famiglia e per spiegare la dominazione degli uomini nella società.

Alcune ricerche mostrano che le società durante i tempi preistorici erano egualitarie, dunque la dominanza maschile non esisteva ancora. Il concetto di patriarcato è nato durante le dominazioni delle grandi civiltà. Aristotele stesso, nei suoi lavori, dipinge le donne come moralmente, intellettualmente e fisicamente inferiori agli uomini, vede le donne come proprietà degli uomini, dice che il ruolo delle donne nella società era riprodursi e servire l’uomo in casa e vedeva la dominazione maschile sulle donne come virtuosa e naturale.

Allo stesso trmpo, tra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo, le prime ondate di movimento femminista hanno inizito a diffondere le loro idee, che andavano apertamente contro il patriarcato.

Teoriste femministe hanno scritto molto riguardo al patriarcato come la causa principale dell’oppressione femminile: la teoria femminista cerca di distruggere l’inuguaglianza di genere e si focalizza su politiche di genere, relazioni di potere e sessualità, e anche sulla promozione dei diritti delle donne. Discriminazione, stereotipi, oggettificazione (soprattutto sessuale), oppressione e il patriarcato stesso sono argomenti affrontati dal femminismo. 

“Una stanza tutta per sé” di Virginia Woolf esplora questi temi: l’autrice dice che in passato molte autrici donne hanno scritto capolavori e libri meravigliosi. Tuttavia erano in svantaggio per via della loro posizione in società e in casa: gli uomini potevano lavorare e scrivere liberamente nei loro studi ma le donne no. Se le autrici donne avessero avuto una stanza tutta per sé per concentrarsi e in cui lavorare, avrebbero scritto dei libri ancora migliori. Uno degli esempi che la Woolf spiega riguardo alla disuguaglianza tra uomini e donne è molto famoso: immagina cosa sarebbe successo se William Shakespeare avesse avuto una sorella. Sua sorella, che sarebbe stata intelligente e talentuosa nella scrittura quanto lo era lui, non sarebbe stata famosa come lui. Non avrebbe potuto studiare o andare a scuola, e nemmeno pubblicare i suoi scritti. Tutto questo solo perché era donna. 

Queste situazioni sono un risultato del patriarcato, ma spesso non si dice che il patriarcato fa soffrire anche gli uomini. Gli uomini che vivono sotto il sistema del patriarcato si sentono sotto pressione, perché sentono il peso dell’intera società sulle loro spalle. Devono conformarsi a uno standard di mascolinità tossica, competere gli uni con gli altri e provare il loro essere uomini sottomettendo la loro individualità e negando la loro umanità. Inevitabilmente questo porta a disagi fisici e psicologici. 

In conclusione, anche se al giorno d’oggi il patriarcato non è forte come lo era prima, c’è ancora molto lavoro da fare per migliorare la nostra società, scoraggiare le discriminazioni di genere e fare sì che ognuno si senta meglio e una parte importante del mondo.