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Un pensiero nucleare che puzza

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Nella valle dei gessi, una delle più belle d’Italia, la proposta di Fabio Filippi è quella di ospitare le scorie nucleari. Però il consigliere regionale non cita la fonte di questa superlativa idea: ha preso spunto da un pesce d’aprile di Redacon di qualche anno fa.

Giustamente ricorda il caso del Comune di Carpineti che accoglie, nelle ex cave sul Secchia, i rifiuti della provincia e, pure, di diverse zone d’Italia. In cambio di denaro ovviamente.

Non se la passa meglio l’Enza: la proposta per gli agricoltori è quella del colossale invaso Grisanti, 100 miliardi delle vecchie lire (da attualizzare) a beneficio degli agricoltori, di pianura. Pazienza se viene sommerso il tratto più bello del fiume e d’estate la diga sarà vuota e il turismo non arriverà.
Abbiamo, certo, una cosa buona: l’acqua. Che però ‘svendiamo’ alla municipalizzata Iren, coi suoi manager pagati, in poche ore, come un anno di lavoro del montanaro che, ogni giorno, percorre la valle dei gessi per scendere in ceramica. Perdonate la demagogia.

Intanto ho pure letto la proposta di un politico che vuole fare chiudere questa testata perché siete faziosi: la cosa sta andando avanti? Spero di sì (ma pure lui dimentica di citare la fonte: il vostro pesce d’aprile di quest’anno): quando pubblicate queste scemenze pure io sono per la vostra abolizione. Siate seri visto che scrivete di cronaca: tra un rifiuto e l’altro sapete intanto indicarmi un amministratore che si preoccupi di mantenere le giovani menti in montagna?

Ciò detto mi piace tutta questa filosofia di valorizzazione dell’Appennino. Moriremo ricchi, pieni di rifiuti, senza cervelli e sicuramente ubriachi.

(Fulminant La Penna)

6 COMMENTS

  1. L’anno della volpe
    Facciamo chiarezza sulla questione Sogin che ha indicato come possibile sito di stoccaggio le colline reggiane. La Sogin, società controllata dal Ministero del Tesoro per la gestione degli impianti nucleari, ha individuato 52 aree con le giuste caratteristiche per ospitare il sito per le scorie radioattive. Ciascuna area ha le dimensioni di circa 300 ettari e deve essere in grado di accogliere, oltre ai depositi per le scorie di varia gradazione, anche il parco tecnologico con oltre mille ricercatori. Tra le zone adatte sono comprese anche le colline emiliane, oltre al viterbese, alla Maremma, all’area di confine tra Puglia e Basilicata, alcune zone del piacentino e del Monferrato. Altro che pesce d’aprile… Per quanto riguarda la “chiusura” di @CRedacon#C mi permetto di ricordare a tutti che questo 2010-2011 sarà ricordato come l’anno della volpe e non mi stupirei se arrivando a fine dicembre le volpi dessero alla luce nuovi volpacchiotti per l’anno venturo. Internet è pieno di testate informative, basta scegliere quella che si preferisce; se non ne trovi una adatta al tuo pensiero, creala. Mettici tempo e passione così avrai la tua testata faziosa.

    (Mattia Rontevroli)

  2. Zona sismica!??!
    Possibile che per stoccare scorie radioattive sia stata giudicata idonea una zona a medio rischio sismico? Mah, personalmente ci capisco sempre meno, le elezioni sono alle porte (o quantomeno probabili) e questo a mio avviso rende notizie di questo tipo quantomeno da prendere con le molle.
    La butto poi lì: vicino (quasi attaccate) a casa mia (media collina) ci sono fior fiore di stalloni, capanni… pieni zeppi di amianto. Faccio fatica a ritenerli meno preoccupanti di un sito di stoccaggio di scorie nucleari fatto con tutti i crismi e le conoscenze degli anni 2000 (e non dimentichiamoci che a 400 km da noi ci sono le centrali francesi!).

    (F. Birindelli)

  3. Lavoro
    Perchè invece di pensare dove stoccare le scorie non pensiamo di fare centrali eoliche o solari che non inquinano e/o pensiamo a fare sì che il lavoro ritorni ad essere prioritario nei pensieri della gente vista la grave disoccupazione giovanile? In quanto al commento sul giornale una società libera deve esprimere tutte le opinioni altrimenti non è tale.

    (Angelo Bertoni)