Home Cronaca Stuprata dal vicino di casa; è accaduto la scorsa notte nell’Appennino reggiano

Stuprata dal vicino di casa; è accaduto la scorsa notte nell’Appennino reggiano

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Si trovava intenta a dormire nella sua camera da letto quando è stata bruscamente svegliata dal vicino di casa che l’ha stuprata. Al mattino la donna, con gli evidenti segni dell’orribile esperienza, si è presentata ai carabinieri denunciando l’accaduto. I Carabinieri della Compagnia di Castelnovo ne' Monti, a conclusione delle indagini, hanno fermato il presunto stupratore, ora ristretto a disposizione della dott.ssa Maria Rita Pantani, sostituto presso la Procura reggiana che coordina l’inchiesta. La donna, fortemente provata, visitata dai sanitari, è stata giudicata con una prognosi di una ventina di giorni.

L’origine dei fatti risale a ieri mattina, quando una 40enne italiana abitante in un comune del nostro Appennino si è presentata ai Carabinieri in evidente stato di agitazione, sporca di sangue e con graffi al volto. La donna ha riferito di essere stata oggetto di violenza sessuale da parte di un cittadino straniero suo vicino di casa, che nella nottata appena trascorsa si era introdotto furtivamente nella sua abitazione mentre lei si trovava a letto.

Le intenzioni dell’uomo si sono subito manifestate: con violenza anche fisica la donna è stata stuprata dal vicino che quindi la lasciava sanguinante nel letto. I Carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Castelnovo ne' Monti avviavano le indagini partendo dal sopralluogo presso l’abitazione della donna, dove venivano rilevati i primi elementi di riscontro a quanto riferito dalla vittima. contestualmente venivano altresì avviate le ricerche del soggetto indicato dalla vittima, che nella tarda mattinata veniva fermato mentre si apprestava a rientrare a casa.

Condotto in caserma a Castelnovo ne' Monti, questi veniva sottoposto a fermo di polizia giudiziaria essendo stati acquisiti nei suoi confronti gravi indizi di responsabilità in ordine ai reati di violenza sessuale, lesioni e violazione di domicilio. Lo stesso è stato quindi ristretto a disposizione della dott.ssa Maria Rita Pantani, titolare dell’inchiesta. L’arrestato è stato identificato in un cittadino marocchino di 20 anni clandestinamente presente sul territorio nazionale. Sulle parti in causa e sui luoghi dove si è verificato il grave episodio di cronaca si mantiene il massimo riserbo al fine di tutelare la stessa vittima.

6 COMMENTS

  1. Donna coraggiosa
    Esprimo la mia solidarietà a una donna che denuncia il suo aggressore. Che sia bianco, nero, marocchino o olandese non cambia nulla. Troppo a lungo la donna ha subito sospetti, indifferenza e non è stata ascoltata, vedendosi mettere in dubbio l’accusa, indagata se in qualche modo ha favorito il gesto. Nessuna pietà per chi viola un altro essere, sia una donna o un bambino, nemmeno un animale. Pene severe, che non lascino attenuanti, scusanti e sconti a gesti orribili.

    (Adele M.)


  2. Bianco, nero, marocchino o olandese non conta nulla, è vero. Però che fosse “clandestinamente presente sul territorio nazionale” conta. Se poi addirittura un clandestino può anche essere un “vicino di casa”, allora vuol dire che nessuno controlla e che l’arresto del farabutto è evidentemente arrivato troppo tardi. E si poteva evitare.

    (Donca)

  3. Insomma! vengono da fuori e fanno da padroni!!!!
    E’ insopportabile che venga lesa l’integrità e l’onorabilità di una donna ovunque ella sia. Non si può più stare tranquilli neppure in casa, figuriamoci lungo la strada o mentre si attende un tram o una corriera. Qualsiasi individuo che viola la rispettabilità e l’integrità di una persona deve essere severamente punito senza sconti. Ospitiamo stranieri, cerchiamo di integrarli o comunque accoglierli con dignità dandogli lavoro e loro la fanno da padroni. È ora di dire: “Basta”!.

    (Bruno Tozzi)


  4. Spero che Ellebi stesse scherzando, così voglio immaginare. Altrimenti torniamo ai tempi dei comuni, in cui (per esempio) Piacenza andava a battagliare contro l’odiato nemico Parma. E pensare che 150 anni fa proprio moltissimi piemontesi e padani (nel senso anche attuale del termine) si sono fatti accoppare per l’unità d’Italia. Anche il mio cognome non è padano, eppure sono nata, probabilmente, più a nord di Ellebi, in una famiglia misto padana/laziale-umbra e la maestra delle elementari ed i professori, poi, mi hanno sempre detto che ero proprio italiana. Va beh, questo accadeva circa cinquanta anni fa, quando gli stranieri ancora ci consideravano tutti poveracci, ma ora, evidentemente, abbiamo “importato” i non stranieri che vogliono essere stranieri e lottano per sconfiggere le popolazioni locali che non si alleano con loro; insomma ritorniamo al tempo dei Barbarossa e vari. Ha ragione la signora che ha scritto sopra. Neri, bianchi, gialli, africani o russi o italiani, TUTTI devono rispetto alle donne ed alle persone attorno e alle istituzioni
    della NAZIONE in cui vivono, italiani in prima linea. E’ impensabile che la vicenda che vede una violenza carnale contro una donna debba suscitare uno scontro di ideologie razziali/regionali. Gli assassini e i delinquenti appartengono ad una razza sola, la loro, e, d’accordo, ci vorrebbe meno clemenza nel punirli. Via chi si macchia di un delitto ed un italiano, che non è accolto qui per lavoro o perchè è dovuto fuggire dal suo paese, resti ben stretto in galera.

    (Graziella Salterini)