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Cna, come trasformare un sogno in un progetto d’impresa

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Quattro imprenditrici hanno portato la loro testimonianza nell’ambito del progetto regionale “Alta Quota” promosso da Cna Impresa Donna e Cna Education, raccontando luci e ombre del percorso da imprenditrice, nel corso dell’incontro di orientamento che si è svolto il 30 novembre con le studentesse di quarta dell’indirizzo moda del liceo Chierici.

Cosa vuol dire avviare un’attività in proprio, fare impresa trasformando le proprie idee in progetti professionali? Quali difficoltà bisogna affrontare? Quali motivazioni e competenze sono necessarie per affrontare questo impegnativo percorso professionale? : sono alcune delle domande fatte dalle studentesse.

Le imprenditrici hanno focalizzato l’attenzione su cosa significhi fare impresa per una donna; autonomia e indipendenza economica, ma anche libertà di espressione nel mondo del lavoro, possibilità di seguire le proprie passioni facendole diventare un’attività lavorativa da un lato, ostacoli e difficoltà dall’altro, soprattutto per i pregiudizi culturali che ancora oggi faticano ad essere rimossi.

Si è parlato di pari opportunità nel mondo del lavoro, un tema di cui si parla sempre poco in considerazione di quanto sia ancora lontano il raggiungimento di questo obiettivo: la recente introduzione del Certificato di parità di genere nelle aziende più strutturate si spera possa dare uno slancio positivo verso il superamento delle differenze uomo/donna.

“Come Cna Impresa Donna siamo impegnate a stimolare le donne giovani alla cultura del fare impresa e l’incontro con le studentesse del Chierici è stato entusiasmante in questo senso – sottolinea Paola Ligabue, presidente regionale di Cna Impresa Donna – queste attività si aggiungono a quelle dedicate a chi l’impresa ce l’ha già: attività formative e seminariali per rafforzare le competenze delle nostre imprenditrici, servizi di consulenza ad hoc per supportarle nell’accesso a bandi e finanziamenti, ma anche attività di sensibilizzazione verso quella cultura digitale e green che fatica a radicare nell’imprenditoria femminile ancora legata ad attività più tradizionali”.

“Con le colleghe Beatrice Sgarbi, Giulia Nebiante e Gilda di Monte abbiamo cercato d’incoraggiare le ragazze ad intraprendere un percorso professionale che possa aiutarle a realizzare i loro progetti – conclude Ligabue - nonostante la giovane età e le molte esperienze che faranno, ci piacerebbe che la strada dell’imprenditoria non venisse esclusa a priori, ci vuole tanta preparazione è vero, ma come Associazione siamo a disposizione per supportare tutte le giovani donne che vogliano realizzare una propria idea d’impresa”.