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Documento del Pd di zona su “L’ospedale S. Anna, i servizi socio-sanitari ed il territorio montano”

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Il Partito democratico della montagna riflette su "L'ospedale Sant'Anna, i servizi socio-sanitari ed il territorio montano" riunendo iscritti ed invitati al foyer del Teatro Bismantova MERCOLEDI' 8 settembre alle 21 a Castelnovo ne' Monti. Parteciperà l'assessore regionale alla sanità Carlo Lusenti col sindaco di Castelnovo Gian Luca Marconi che presiede la conferenza dei sindaci del distretto socio-sanitario. Il coordinatore di zona Alessandro Govi ha preparato un documento per facilitare il confronto che riportiamo di seguito.

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L’Ospedale Sant’Anna, i servizi socio sanitari ed il territorio montano.

Una riflessione seria ed obiettiva dello stato della sanità e dei servizi socio sanitari del nostro Appennino deve essere svolta con la capacità di contestualizzare e valorizzare le eccellenze di cui disponiamo e delle quali (come tradizione politica) siamo stati, insieme, protagonisti ed artefici.

Le statistiche dell’Unione Europea e dell’Ocse collocano e valutano il sistema sanitario italiano tra i migliori del mondo occidentale. E’ noto, inoltre, che il sistema sanitario della Regione Emilia Romagna si posiziona ai vertici, per efficienza e qualità, delle classifiche nazionali. La discussione sul miglioramento e sul futuro dei servizi socio sanitari e dell’Ospedale Sant’Anna di Castelnovo Monti non può quindi prescindere dalla consapevolezza del punto di partenza dell’offerta sanitaria di cui possono beneficiare i cittadini della montagna. Del resto è sufficiente dare uno sguardo appena oltre l’Appennino (alle strutture ospedaliere di Fivizzano e Pontremoli per esempio) per rendersi pienamente conto di quanto gli standard qualitativi e quantitativi nostrani siano di altissimo livello.

Tuttavia nessun risultato è acquisito per sempre; e sarebbe sbagliato sottovalutare alcuni segnali di allarme e preoccupazione che in questi ultimi mesi hanno posto il futuro dell'ospedale all’attenzione dei mezzi di comunicazione e dei cittadini.

E’ necessario valorizzare, riprendere ed investire su quella visione (che risale al PAL della prima metà degli anni ‘90) dell’organizzazione dei presidi ospedalieri presenti sulla provincia di Emilia, che riconoscendo il primato dell’Azienda ospedaliera Santa Maria, non rinuncia a valorizzare il ruolo e la funzione degli ospedali periferici al servizio di consistenti porzioni del territorio provinciale.

Meglio di molte parole potranno chiarire la questione alcuni numeri:

Distretto Pop.Res.al 1/1/10 Est.Km Pop>65 anni % pop.>65 anni
Reggio Emilia 222.278 456 42.467 19,10%
Montecchio Emilia 61.418 240 12.007 19,54%
Correggio 55.229 185 10.401 18,83%
Scandiano 79.897 291 13.822 17,29%
Guastalla 71.999 316 14.625 20,31%
Castelnovo ne' Monti 34.508 796 9.413 27,27%
Provincia 525.329 2.293

In sintesi i 130 posti letto dell’ospedale Sant’Anna si rivolgono ad un bacino di utenza dislocato su oltre un terzo del territorio provinciale e ad una popolazione ove la componente degli anziani è nettamente superiore alla media provinciale.

Inoltre la popolazione montana, in alcuni periodi dell’anno (week-end ed estate in particolar modo) aumenta in misura considerevole, moltiplicando sia gli accessi al pronto soccorso sia la domanda di interventi traumatologici, rendendo necessari maggior disponibilità di posti letto.

Questi numeri giustificano ampiamente gli investimenti del passato, investimenti che è bene ricordarlo, ci consegnano oggi un ospedale con una offerta sanitaria completa e diversificata, con attrezzature tecnologiche all’avanguardia e con reparti accoglienti e ristrutturati.

La salute è un diritto. Anche in montagna.

Per questo motivo garantire la sanità in montagna è un preciso impegno del Pd nell’ambito delle politiche regionali di allocazione delle risorse e di progettazione delle politiche sanitarie e degli investimenti.

Per il futuro l’impegno della Regione, degli amministratori, dell’AUSL e della Conferenza sanitaria provinciale dovrà essere finalizzato all’ottenimento dei seguenti obiettivi:
• consolidare l’ospedale S. Anna nelle sue attuali funzioni, posti letto, ed attività;
• consolidare l’esperienza della riabilitazione cardiologica in montagna, come servizio a valenza provinciale e regionale. Si ritiene importante consolidare e rafforzare il rapporto di collaborazione con l’ospedale di Reggio Emilia. E’ opportuno che la discussione in atto sul tema della unificazione dei due reparti di cardiologia di Reggio Emilia approdi in tempi brevi ad una conclusione con scelte chiare sui futuri assetti organizzativi e dirigenziali. Il territorio montano (Pietra di Bismantova e Parco nazionale) in un quadro di investimenti sulla riabilitazione cardiologica offre una cornice ideale e competitiva per un rilancio a livello regionale della riabilitazione cardiologica che può rappresentare un valore aggiunto ed un punto di eccellenza, non solo per l’ospedale S. Anna ma per l’intero sistema sanitario regionale, anche collegato con l’attività di prevenzione sugli stili di vita, portata avanti d’intesa con gli Enti territoriali: comuni e Parco nazionale;
• potenziare e rendere strutturata, al fianco delle attività chirurgica generale, ostetrico-ginecologica ed ortopedica, l’attività chirurgica urologica, anche in considerazione dell’elevato numero di popolazione anziana;
• potenziare l’attività delle sale operatorie, sia per l’attività ordinaria sia per le urgenze, per rispondere in modo veloce e sicuro alle domande non solo della popolazione residente sul territorio ma anche della popolazione presente nei periodi estivi ed invernali e nei week-end e della popolazione presente nei territori limitrofi, contribuendo in tal modo sia a diminuire le liste di attesa presso il S. Maria Nuova sia a garantire la necessaria casistica per i professionisti operanti nell’ospedale S. Anna;, ed evitando di spostare, con il paziente, interi nuclei familiari presso altri stabilimenti ospedalieri;
• potenziare il sistema di emergenza-urgenza presso il pronto soccorso e la cardiologia (posti letto terapia intensiva) e l’osservazione breve intensiva (OBI), garantendo ai cittadini un periodo di osservazione di 8/12/24 ore, durante il quale siano effettuati gli approfondimenti diagnostici necessari e le osservazioni cliniche indispensabili per un ritorno al domicilio o in struttura sicuro ed appropriato;
• potenziare l’attività specialistica ambulatoriale, di diagnostica strumentale e di laboratorio, al fine di evitare disagi ai cittadini;
• potenziare la rete consultoriale del territorio e la presa in carico della donna in età fertile e in menopausa;
• potenziare la rete di prevenzione e diagnosi precoce dei tumori, al fine di aumentare la speranza media di vita;
• favorire e consolidare uno stretto rapporto di collaborazione e di alleanza con l’ospedale S. Maria Nuova, incentivando la rotazione dei medici;
• potenziare le dimissioni protette ed i percorsi di cura integrati ospedale–territorio, relativamente al diabete, scompenso cardiaco, BPCO, PIRP, Progetto leggieri, in sinergia con il dipartimento di salute mentale, percorsi che, se pur hanno raggiunto un buon processo di strutturazione, necessitano di un lavoro continuo;
• attivare la telemedicina, particolarmente importante e significativa in un territorio sparso come quello montano;
• proseguire l’esperienza dei posti letto territoriali, qualificando posti nelle strutture socio-sanitarie per anziani dedicati alla terminalità, in un percorso di cure palliative.
• favorire una revisione dei criteri di ripartizione delle risorse del Fondo regionale per la non autosufficienza. Attualmente il fondo è ripartito sulla base dei seguenti criteri: a) popolazione >75 anni; b) disabili sulla popolazione 15/64 anni; c) grave disabilità sui casi in carico. Poiché circa un terzo della spesa del FRNA è destinata ai costi relativi alla domiciliarità della popolazione anziana è indispensabile introdurre un nuovo criterio che tenga conto della dimensione territoriale dei distretti.

(Alessandro Govi, coordinatore Pd zona montana)

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