Avevo detto che non vi avrei parlato più della fiera, ma come si fa?
A 84 suonati ci sono tornata proprio il ventiquattro, giorno dell’inaugurazione, naturalmente con una accompagnatrice.
Prima sorpresa abbiamo parcheggiato nel vecchio campo sportivo vicino alla Pieve, questi volontari avevano delimitato bene tutte le entrate, le uscite e i parcheggi con nastro colorato e grandi cartelli, pagamento a “offerta libera”. Sull’entrata troviamo un signore e un bambino che si avvicina alla macchina allungando la manina per ricevere la mancia, questo mi commuove dentro, mi ricorda quando io alla sua età avevo allestito un parcheggio nel cortile di casa mia, per le varie biciclette che i pellegrini, mi lasciavano in custodia quando si recavano al Santuario e fra queste anche la moto col sidecar, “dello scalatore Pincelli”, allora da lì partiva solo una mulattiera non c’era ancora la strada per arrivare fin lassù.
Torniamo alla fiera, appena entrate nel parcheggio notiamo il cappellano, don Marco che ci saluta sorridendo, si è lasciato crescere la barbetta, che a mio parere gli sta bene, lo fa apparire più maturo. Parcheggiamo con cura la macchina, ce n’erano già molte, i posti vuoti erano pochi, anche se erano appena le nove di mattina, si vede che tutti avevano fatto lo stesso mio pensiero, più tardi le previsioni avevano messo pioggia. Cominciamo a scendere in paese, nella strada c’era già molta gente, risaliamo per via Dante, che io chiamo semplicemente la
strada delle elementari, mia intenzione era di far colazione col famoso “bombolone” e così abbiamo fatto.
Tanti banchetti come al solito circondavano tutta la piazza, è stata una bell’idea quella di levare i parcheggi per questi tre giorni. Tovaglie colorate che si muovevano mosse da un filo d’aria, abbigliamento, scarpe e scarponi, pentole e stoviglie di ogni genere e tipo e chi più ne ha
più ne metta, ho notato subito la presenza di molti commercianti toscani con la loro preziosa merce.
Questa è stata la mia prima sosta e dal momento che ero io a decidere, ho pensato che per me fosse meglio fare un giro corto, perciò ridiscendiamo in via Roma verso il grattacelo. Nell’aria si sente quel buon profumo di zucchero bruciacchiato e sulle bancarelle le squisite tavolette di croccante appena fatto, ma stavolta lo guardo soltanto, devo salvaguardare i miei denti, con la speranza che si conservino ancora per un po’, ormai sono diventati troppo vecchi per una prelibatezza del genere, ma lasciatemi almeno accontentare la vista.
La gente continua ad affluire, tanti giovani genitori coi loro bambini i più piccoli nel passeggino. Ci fermiamo in un bar per un goccio di caffè, era proprio un goccio, io abituata a zuccherarlo, avevo fatto la zuppa, troppo tardi ho capito perché la mia accompagnatrice il suo l’aveva comandato doppio, bah…queste modernità proprio non le capisco, che lo facciano per guadagno?
Continuiamo a scendere e incontriamo la banda con gli ottoni che luccicavano e in prima fila la fascia tricolore del Sindaco, col suo seguito e Benito che indietreggiando scattava foto ricordo “forza Benito non diamoci per vinti”. Penso proprio di essere fortunata per poter vedere ancora una volta tutto questo.
Al grattacelo altra sosta, mi spiace per i commercianti del paese, ma lì trovo sempre un banchetto di biancheria intima che fa al mio caso, puro cotone e pura lana e non trascurabile il prezzo modico. Faccio la mia spesa annuale, come del resto facevano una volta i miei vecchi e la mia accompagnatrice si diverte a fotografarmi di nascosto.
Ormai sono stanca, giriamo verso Bagnolo e io passo sul marciapiedi dietro ai banchi per evitare i vari scontri e qualche incontro, non ho più voglia di chiacchierare. Torniamo alla macchina è ora di rientrare. Mentre ci fermiamo per imboccare la rotonda, lasciamo passare un giovane papà con tre bambini, teneva per mano la più piccola gli altri due lo seguivano, avevano in mano tutti e tre un ombrellino da pioggia colorato nuovo di zecca, mentre la mamma chiudeva la fila. Molto saggi quei giovani genitori il tempo cominciava a cambiare, sul parabrezza
della macchina scendevano le prime gocce di pioggia e io penso che in fin dei conti, il mondo di una volta non è poi cambiato così tanto.
Torno a casa soddisfatta, un pezzetto di fiera me la sono fatta anch’io. Ci vuole così poco per far felice un vecchio!
Elda Zannini
Vorrei ringraziare la signora Elda. Grazie alla sua accurata descrizione della visita alla fiera ha fatto venire anche a me, che abito dall’altra parte dell’Appennino, nel comune di Casola, la voglia di partecipare alla fiera di San Michele, magari il prossimo anno. Leggendo il suo resoconto mi ha consentito di fare un giretto in anteprima.
Roberta Baroni
Grazie a lei…Chissà che non ci torni anch’io !…
EldaZannini