Il primo premio trofeo “La Giarèda” è stato assegnato alla poesia “Dop dû ànn...” di Savino Rabotti.
Sembrava – è il tema del componimento - che dopo due anni di pandemia si potesse tornare ad una vita normale e serena, ma una guerra atroce è scoppiata in Europa portando lutti e distruzioni. Il poeta sottolinea che i conflitti sono solo manifestazione di prepotenza e certamente non risolvono i problemi. Savino Rabotti chiude il suo componimento con un'accorata invocazione a Maria affinché guidi gli uomini a fare sagge scelte e ad anteporre il bene.
La cerimonia di premiazione del 43° Concorso di poesia dialettale si è svolta ieri sera nella Sala del Tricolore, nell’ambito delle manifestazioni della sagra di Reggio Emilia. La commissione giudicatrice era presieduta da Giuseppe Adriano Rossi e composta da Giuliano Bagnoli, Maria Cristina Bulgarelli, Antonio Casoli, Rosa Dalla Salda, Lorenzo Ferrari, Aurelia Fresta, Lucia Gramoli.
Il secondo premio è stato assegnato alla poesia “Strêda” di Enza Istelli. Sia un ampio nastro di asfalto, un alberato viale cittadino, l’acciottolato di un borgo antico o il profumato vialetto di casa, la strada è, nei suoi vari aspetti, il filo inconsapevole e infinito che annoda vitali relazioni umane. I nomi illustri che compaiono a denominare le diverse vie non servono solo ad orientarci nello spazio, sottolinea l’autrice, ma anche ad orientarci verso una memoria partecipe e riconoscente al passato. In una serie di sei quartine la poesia sviluppa questo tema con immagini e riflessioni personali.
Il terzo premio è stato assegnato alla poesia “La Val ed N’valêra” di Maura Bartoli. L’autrice pare ammaliata da questo paesaggio di pace e serenità: sono le Valli di Novellara, dove la natura vince sulla tecnologia dell’uomo e si esprime con semplicità e vigore. La poesia, di tipo descrittivo, è un condensato di immagini che scorrono davanti agli occhi dell’autrice e si trasmettono, piene di colori, nella mente del lettore. Il dialetto è il ‘silenzioso’ linguaggio attraverso il quale prendono forma le canne, il libero nuotare delle rane, l’acqua che scorre, il vivido colore dei papaveri. Dialetto e natura si intrecciano: due forze di vitalità antica e di spontaneità che, insieme, costituiscono la dolce poesia del reale.
La Commissione ha inoltre voluto segnalare le seguenti poesie: “Al leder ” di Franco Zanichelli e “Gâra ed försa” di Annalisa Bertolotti.
Durante la premiazione, i componimenti premiati sono stati letti da Franco Ferrari, lettore ufficiale del Centro studi sul Dialetto reggiano di Albinea.