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“L’amico radioamatore Cossiga ora trasmette dal cielo”

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VETTO (25 agosto 2010) – Poco ci è mancato, ma alla festa Speedwireless day (dell’omonimo servizio che fornisce i collegamenti con la regia mobile e a breve l’ampliamento per l’Fm) prevista qualche anno fa sarebbe voluto venire il compianto presidente della Repubblica. Già, perché c’è un vettese che, nel tempo, ha custodito un amico speciale. Francesco Giovanni Cossiga. La più alta autorità dello Stato, infatti, come è stato ricordato nei giorni scorsi dalle biografie, era un appassionato radioamatore.

“Ovvero di quelle persone che amano collegamenti radio a lunga e corta distanza nel pianeta ma, anche, tramite lo spazio e i corpi celesti”, spiega Claudio Chierici, 43 anni, neo socio della Cooperativa Novanta, noto anche tra l’Appennino di Parma, Reggio e Modena (oltre che nella pianura mantovana), perché col suo sistema Speedwireless sta portando l’internet veloce dove ancora questo servizio non c’è.
“Si è radioamatori – racconta Claudio che ha visto nascere questa passione dall’età di 14 anni – per la soddisfazione di sperimentare le proprie apparecchiature, auto costruite, come i miei primi apparecchi. Ma anche per il piacere di fare attività. Ad esempio indirizzare onde radio contro uno sciame di meteoriti, o la luna, per ottenere una riflessione del segnale su una zona della Terra dove, diversamente, non si potrebbe propagare il segnale”.

E tra queste esperienze di contatti stellari… ce ne è stata uno particolare.
“Sì. Una sera mi collegai e, all’altro capo, ebbi il piacere di ricevere in risposta la sigla ‘Italia Zero FGC’. Stavo parlando con Francesco Cossiga, per la prima volta”.

Ma come faceva a sapere che era lui?
“Il mondo dei radioamatori è molto serio e professionale. Per esercitare occorre avere sostenuto un esame presso il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni, disporre di un patentino, di una licenza con un codice di riconoscimento chiamato nominativo radioamatoriale (il mio è IW2DFM), anche se nel caso del Presidente presumo che gli sia stato consegnato d’ufficio. Ebbene esiste un elenco di radioamatori del mondo, che si può comprare presso l’Associazione radioamatori italiani. Non siamo in molti, sa? Qui trovai il nome di Francesco Cossiga e di altri radioamatori importanti, come il Re Carlo di Spagna, molti vescovi e altri ancora”.

Chi era Francesco Cossiga in radio?
“Ricordo una voce con un accento sardo non molto marcato. Era un radioamatore tranquillo e puro. Durante il suo mandato presidenziale trasferì la sua stazione al Quirinale e, successivamente, la mostrò in diverse interviste televisive”.

Di cosa parlavate?
“Oltre ai saluti, dei dialoghi canonici su segnali e servizio e del buon funzionamento della radio. Un mio collega ne divenne addirittura amico, finendo ricevuto – anche per motivi professionali – al Quirinale”.

Di solito quando entravate in collegamento, ricorda qualche sensazione particolare nel dialogare con un presidente della Repubblica?
“Di solito ci si collegava la sera. Per me era una grande emozione avere l’onore di parlare con Cossiga”.

Lei della sua passione ha fatto in seguito un mestiere: come ha accolto la notizia della sua scomparsa?
“Guardi, Francesco Cossiga era il nostro presidente della Repubblica. Ma per noi radioamatori è, ora, uno della famiglia che se ne va. I suoi funerali in forma privata sono l’emblema di questa figura. Sa una cosa?”

Dica.
“La nostra è ormai una specie in via di estinzione e i giovani, col sopravanzare di internet, non sono più vicini a questo hobby. Ed è un vero peccato perché perdono l’emozione e i brividi dei collegamenti a lunga distanza e il gusto di condividerli con gli amici lontani. Lo chiamiamo ‘ham spirity’ (spirito amatoriale): ora Cossiga lo divulga nel Cielo”.

“E quella volta in collegamento con gli astronauti della Mir”

Anche se raro, il mondo radio amatoriale è davvero potente. Tra i collegamenti di Claudio Chierici figura, anche, una connessione, in lingua inglese, con gli astronauti della MIR, la stazione spaziale orbitante russa che, ai tempi della guerra fredda, segnò una svolta nella collaborazione spaziale internazionale. “Sì – spiega Chierici – non a caso gli astronauti russi mettevano, in determinati orari, a disposizione i loro segnali per dialogare via radio con i radioamatori sulla terra. Ci si collegava sulle frequenze di 145 MHZ e 430 MHZ, e altro non si dialogava che di prove tecniche di propagazione, cui gli astronauti russi rispondevano dallo spazio. L’attività spaziale sovietica era aperta alla divulgazione della conoscenza”.
“Nel 2002 – prosegue Chierici – ebbi il piacere di essere sentito (ma in questo caso senza riuscire a dialogare) anche dalla Stazione Spaziale Internazionale, come mi confermò in seguito Roberto Vittori, il primo astronauta italiano radioamatore, impegnato nella missione 'Marco Polo'”.

(Gabriele Arlotti)

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