“Un uomo molto amato dalla comunità, altruista e generoso”. Questo emerge, ancora, dalle tante testimonianze rilasciate da chi conosceva Giuseppe Pedrazzini, l’anziano trovato morto in fondo al pozzo all’interno della sua proprietà e di cui i familiari non hanno denunciato la scomparsa.
Qualità, quelle di Beppe, che sottolinea anche l’assessore al Comune di Toano, Roberta Ruffaldi ai microfoni dell’inviato del La Vita in Diretta: “Lo conoscevamo tutti, era un uomo meraviglioso, offriva il caffè a tutti ed era sua abitudine abbracciare chiunque vedesse per strada. Beppe partecipava a tutte le attività mentre la figlia e il genero non si vedevano mai in paese. Confidiamo nella giustizia e speriamo che salti fuori la verità”.
Intanto le indagini continuano e si attendono i risultati dell’autopsia per chiarire cosa sia successo al 77enne di Toano benvoluto dai suoi concittadini, tanto da lanciare l’allarme della sua scomparsa.
Vengono alla luce nuovi dettagli, raccontati nel corso della trasmissione de La Vita in Diretta, in onda ieri 20 maggio. Resta, infatti, alta l’attenzione dei media anche nazionali, sul giallo che ha sconvolto una comunità intera. Nel corso della trasmissione è emerso che l’allarme della scomparsa è lanciato dalla benzinaia. La donna ha riferito ai microfoni dell’inviato che Beppe tutte le mattine passava a salutarla e non vederlo per giorni, e poi per settimane, ha iniziato a preoccuparla, soprattutto quando ha iniziato a chiedere in giro e nessuno sapeva dire nulla. A questo punto ha deciso di chiedere ad un carabiniere passato di lì se avevano notizie, da qui l’allarme e le indagini fino al ritrovamento del corpo.
Nel corso de la Vita in Diretta, dalle interviste rilasciate da alcuni amici dell’anziano è emersa ancora, una volta, una dinamica familiare particolare: il genero e la figlia che non lavorano, le difficoltà economiche perché vivevano con la pensione di Beppe, il fatto che nessuno si potesse avvicinare alla casa, sottolineano, ancora una volta, il ritratto di uomo violento, irascibile. E sembra che i suoi familiari avessero iniziato a vendere le sue cose.
Alle tante domande a cui gli inquirenti dovranno dare riposta se ne aggiunge un’altra. Esisterebbe una richiesta di prescrizione fatta al medico curante nel mese di febbraio, delle medicine che l’anziano assumeva abitualmente: sarà stato lui?
Intanto la figlia e il genero sono ospitati da alcuni parroci perché sembrano siano in grave stato di bisogno; il figlio undicenne resta affidato ai servizi sociali e si trova in una struttura protetta a Reggio Emilia.