Secondo Coldiretti è necessario un piano nazionale di abbattimento per far fronte alla proliferazione dei cinghiali che riguarda ormai tutta la penisola, dove sono saliti a ben 2,3 milioni gli esemplari che rappresentano un pericolo per la sicurezza dei cittadini, per le attività agricole e rischiano di diffondere la peste suina ben oltre le aree infette.
L’invasione di città e campagne da parte dei cinghiali viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10 (81%) pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero.
“Serve responsabilità delle istituzioni per un intervento immediato e capillare di contenimento della popolazione dei cinghiali lungo tutto il territorio nazionale” chiede il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “la necessità della loro riduzione numerica attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 con l’articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette. Siamo infatti costretti ad affrontare una grave emergenza sanitaria perché – precisa Prandini – è mancata l’azione di prevenzione come abbiamo ripetutamente denunciato in piazza e nelle sedi istituzionali."
La peste suina africana – sottolinea la Coldiretti – può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per questi animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani e nessun problema riguarda la carne. Ad oggi i casi individuati di positività riguardano solo cinghiali e nessun maiale – continua la Coldiretti – è stato contagiato in Italia dalla peste suina africana.
I cinghiali raggiungono i 180 centimetri di lunghezza, possono sfiorare i due quintali di peso e hanno zanne che in alcuni casi arrivano fino a 30 centimetri risultando assimilate a vere e proprie armi dalle conseguenze mortali per uomini e animali oltre a diventare strumenti di devastazione su campi coltivati e raccolti.
"Senza dimenticare che negli ultimi dieci anni il numero di incidenti stradali gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat. I branchi – conclude la Coldiretti – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone."
In un paese “normale” ciò che sta succedendo in Italia non avviene, quello dei cinghiali è solo un piccolo esempio, rispetto a tanti altri, compreso il reddito di cittadinanza dato a chi non ha voglia i lavorare o a chi non ha diritto. Ma la telenovela dei cinghiali, oltre ai danni e ai pericoli provocati a persone o cose, mette a rischio una delle principali filiere agroalimentari Italiane, quella dei prosciutti e salami; ma a chi governa questo paese questo poco importa, l’importante è arrivare a fine mandato per non perdere la “SEDIA”. La stessa immagine che vediamo a Roma invasa da cinghiali la vediamo in montagna, avrei foto da mostrare con campi arati (compreso i miei) dai cinghiali, ma questo qualcuno lo fa passare come un beneficio per la montagna, ma ai montanari di questi benefici cosa ne traggono?.
Franzini Lino
E’ tutta colpa di Walt Disney ! Chi condannerebbe a morte Pumba il facocero o Bambi ? Solo quando ti ci stampi con la macchina mentre vai a lavorare ti rendi conto che troppa , incontrollata fauna , mette a serio rischio l’incolumità dei viaggiatori , arreca danni ingenti a chi suda tutti i giorni in campagna e trasforma le città d’arte in fosse settiche. Un giusto pianificato sfoltimento è d’obbigo e non solo ora che la peste suina colpisce , si sarebbe dovuto pensare prima di arrivare a questa soluzione. Li animalisti da tastiera diranno che ci sono metodi ” morbidi ” per contenere il fenomeno e che gli animali hanno sacri diritti…vero che ci vuole rispetto e che chiunque vede un bell animale selvatico rimane affascinato , ma il troppo è troppo.
giubba