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“Storie vere”

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Consegna formale, questo pomeriggio, nella sala consiliare di Castelnovo ne’ Monti (causa maltempo: la cerimonia si doveva fare in centro storico, all’aperto), di sedici pergamene che sanciscono la cosiddetta “cittadinanza affettiva” (di nessun valore legale ma solo attestato di un legame riconosciuto come esistente) ad altrettante persone, che andiamo ad elencare qui di seguito: Alessandro Zanni, Roberto Prati, Luigi Pepè, Marco Bertoncini, Ostilio Ferrari e la moglie Daniela Bugi Spallanzani, Ornella Maseroli, Bruno Franchi e la moglie Maria Franca Spallanzani (che sottolinea: "Le nostre sono storie vere"), Fiorello Farina, Giorgio Agostini, Ginetto Montipò, Susan Reed, Aurora Bafico, Pietro Menozzi, Carlo Possa. Con ciascuno di essi si scambia qualche parola.

Alla consegna hanno provveduto alcuni amministratori pubblici. In primis Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale (l’ente che concede gli attestati), poi il sindaco castelnovese Gian Luca Marconi e alcuni assessori della sua giunta: Nuccia Mola, Francesca Correggi e Paolo Ruffini. “Gli attestati, che vogliamo consegnare senza troppa ufficialità nonostante il luogo ufficiale in cui ci troviamo, non sono premi ma riconoscimenti di un legame col territorio”, ha spiegato Giovanelli. E Marconi subito dopo ha parlato del Parco come “di una realtà ormai consolidata e un valore aggiunto per Castelnovo”. Viene ricordato il recente decreto del presidente della Repubblica che ha siglato l’inclusione della Pietra di Bismantova all’interno del suo perimetro.

Pieno di gente in platea. Visti l’arciprete locale don Evangelista Margini, la sen. Leana Pignedoli, il presidente della Camera di commercio reggiana Enrico Bini. Molte le persone che accompagnavano i “nuovi” cittadini. Emblematico il caso di un ben conosciuto personaggio, Giorgio Agostini (che tutti ricordano, secondo le parole del sindaco, “col suo sigaro, alla Sarzassa…”), che si è spostato ben poco distante, nel confinante comune di Carpineti…

Alla fine, un buffet contribuisce a favorire i conciliaboli e una prima familiarità tra residenti veri e “affettivi”. Almeno alcuni, dato che molti di essi sono già decisamente di casa anche senza attestato.