Per tredici associazioni ambientaliste il campionato mondiale di enduro organizzato dalla Federazione internazionale di motociclismo e dal Moto club crostolo, che si svolgerà dal 24 al 26 giugno a Carpineti, è una decisione da rivedere.
“Dopo un incontro con il comune di Carpineti, che si è reso disponibile ad ospitare la gara, non possiamo che esprimere forte preoccupazione per il notevole impatto ambientale che questo evento avrà su un territorio così delicato. Le qualità ambientali del territorio carpinetano sono note a tutti e siamo convinti che non si addicano in alcun modo ad una gara di questo tipo”.
Sono le perplessità espresse in un documento redatto da: Cai di Reggio Emilia e di Castelnovo Monti, Università Verde, Wwf Emilia Centrale, Federatura Reggio Emilia, Lipu, Salviamo il paesaggio, Legambiente Reggio Emilia, Appennino Reggiano e Val d’Enza, Terre di Canossa, Pro Natura Val d’Enza e Ggev Reggio Emilia.
“Comprendiamo la necessità di non ingessare un territorio all’interno di una visione radicale, favorendo la vita e il lavoro sviluppando le attività produttive, ma riteniamo che questi obiettivi siano meglio raggiungibili - si legge nel documento - attraverso la promozione di attività attente alla fragilità del territorio stesso, prestando particolare attenzione alle dinamiche ambientali e naturalistiche come ad esempio il 'Festival dei Camminatori' che siamo certi otterrebbe un afflusso uguale e forse maggiore di presenze garantendo la tutela e la valorizzazione del territorio e della rete sentieristica”.
Per le associazioni ambientaliste è importante non “sottovalutare le grandi fragilità geologiche e morfologiche di un territorio delicatissimo, teatro ricorrente di imponenti movimenti franosi, che hanno pregiudicato interi abitati e per la cui salvaguardia sono state impegnati ingenti fondi pubblici”. E ricordano che “si prevedono circa 200 moto impegnate nelle gare, senza considerare le oltre 15 mila presenze di appassionati e spettatori. L’impatto negativo e pesante su carraie, sentieri e coltivi è inevitabile; a ciò si aggiunge il forte disturbo che verrà arrecato alla fauna al centro della stagione riproduttiva Ma soprattutto, come in passato, incentiverà l’abuso di tale pratica nei tanti terreni in dissesto idrogeologico purtroppo presenti sul nostro territorio”.
Tutte poi si interrogano poi sui 70.000 euro pubblici stanziati dalla Regione Emilia-Romagna per la manifestazione: "È nostra convinzione - si legge - che una cifra simile potrebbe essere spesa meglio, promuovendo iniziative ambientalmente sostenibili di carattere culturale, sportivo, ricreativo, spalmate su un periodo più ampio. Abbiamo forti dubbi riguardo ai benefici economici di una manifestazione incentrata su tre giornate creando notevoli problemi per la maggioranza della popolazione residente”.
Le associazioni firmatarie chiedono alla Regione “con quale coerenza politico-amministrativa investa fondi significativi per preservare, manutenere e valorizzare la sentieristica matildica e nel contempo sostenga economicamente un evento motoristico, sapendo che i sentieri saranno invasi e danneggiati da centinaia di mezzi a motore”.
Gli ambientalisti chiedono "a chi sarà affidato il compito di gestire e controllare un così grande afflusso di pubblico e state richieste, da parte dell’Ente locale, le necessarie fideiussioni atte a garantire il ripristino dei luoghi, dei sentieri, dei danni arrecati ai coltivi, e se è stata prevista l’istituzione di una commissione mista, della quale facciano parte anche le Associazioni ambientaliste, con il compito di visionare lo stato dei luoghi prima e dopo la gara".
Concludono chiedendo "coerenza anche da parte del Parco Nazionale dell’Appennino reggiano, promotore del Mab Unesco a Carpineti e all’Ente Parchi Emilia centrale, sostenitore della tutela del paesaggio protetto collinare, attraverso una valutazione critica di questa manifestazione, e propongono agli Enti Parco e alle istituzioni locali di affrontare con la Regione una seria revisione della regolamentazione riguardante l’escursionismo e la sentieristica, che in futuro limiti fortemente la presenza dei mezzi a motore nelle aree di tutela della collina e della montagna".
Ma veramente esistono ancora persone dalla visione così limitata? ogni volta che c’è l’occasione per dare un aiuto alla nostra economia, eccoli che si presentano per mettere i bastoni tra le ruote.. assurdo.
saranno contenti solo quando da Puianello in su sarà tutto abbandonato alla natura, totalmente incolto e disabitato.
saranno gli stessi che si oppongono alla diga di Vetto, ma che ora si lamentano per i continui rincari della corrente elettrica (solo per fare un esempio)
Andrea
Soliti comunicati, di molte associazioni che teoricamente possono anche avere qualche ragione se , singolarmente o collettivamente, fossero presenti e attive sul territorio con azioni preventive e conservative. Visto che così non è in montagna ci dobbiamo arraggiangiare da soli x il nostro territorio facendo quello che questo consente fruttando anche le passioni della gente che vi abita ancora. SAREBBE MEGLIO CHE QUESTE Associazioni, spesso composte da due tre persone che nn vivono in montagna, si astengono da fare, sempre e a priori, sterile,pretestuose e gratuite polemiche.
Massimo Carpineti
Da appassionato di Montagna, Trekking e MTB mi dissocio da questa visione del CAI, associazioni varie ad orientamento naturalistico la cui unica visione è un territorio plasmato secondo la loro concezione di natura da usare come giardinetto esclusivo per le loro ore libere.
Gianluca
Riseva Mab… Biosfera… Bandiera verde agricola, patrimonio unesco bla bla bla.. . Poi si svende il patrimonio naturalistico della nostra montagna per 4 DANARI. ps. I 75.000 euro sarebbe meglio spenderli per rifare il manto stradale del tragitto “carpineti casa spadaccini che è da quarto mondo.
Cisco
Gli ambientalisti bocciano sempre tutto se fosse per loro saremmo una riserva indiana
Luchino
Un campionato MONDIALE di enduro nel nostro Appennino ?? Occasione da non perdere assolutamente!!!! mi auguro vivamente che i nostri amministratori , organizzatori, e chiunque faccia parte alla manifestazione non si faccia influenzare dai soliti ambientalisti in guerra con tutti i mezzi a motore .
Marco
Sono senz’altro d’accordo col primo cittadino di Ventasso nel ritenere che la montagna debba essere di tutti, ma non mi sembra tuttavia indifferente il modo con cui la si frequenta, o la si vorrebbe frequentare, e a quest’ultimo riguardo, se in gioventù o in passato ci è capitato, ad es., di raggiungere punti dei nostri monti altamente panoramici, e accessibili solo a piedi, mentre oggi non ci sentiamo più di ripetere tali camminate, non possiamo comunque pretendere di potervi ora arrivare pure con mezzi motorizzati, per godere ancora di quei bei panorami, ma dobbiamo accontentarci di ammirarli a distanza, o all’incontrario, ossia dal basso all’alto (il che resta in ogni caso qualcosa di molto gradevole).
Venendo allo specifico, se la memoria non mi tradisce, anni addietro vigeva un Regolamento regionale che consentiva ai soli mezzi adibiti ai lavori agricolo/forestali di percorrere le nostre cosiddette strade vicinali o interpoderali, e non ricordo se fossero o meno previste eccezioni e deroghe a detta regola. Poi, se non sbaglio, è stato adottato un nuovo Regolamento, e va ovviamente dato per scontato che l’autorizzazione alla manifestazione in discorso sia del tutto rispondente, quanto alle attuali disposizioni, ma trovo nondimeno ragionevole la proposta di una Commissione mista avanzata dalle Associazioni ambientaliste, col compito di visionare lo stato dei luoghi prima e dopo la competizione.
P.B. 26.03.2022
P.B.