La foto rimane dov’è. Questo ha deciso il voto del consiglio comunale castelnovese riunito l’altra sera nella sede propria. Respinta la mozione presentata dal consigliere Alessandro Raniero Davoli, dell’opposizione, che chiedeva di togliere l’immagine dell’ex sindaco (dal 1923) ed ex podestà (dal 1927 in poi) Celio Rabotti dall’atrio del secondo piano.
La vicenda partiva già dal marzo dello scorso anno, allorquando se ne discusse in consiglio: allora la decisione era stata quella di prendere tempo, in attesa di una ricerca sulla sua figura da far svolgere alle scuole. Cosa non verificatasi, poi, causa le limitazioni didattiche dovute all’epidemia in corso.
La querelle aveva poi trovato spazio sui giornali, con tesi e controtesi dell’uno e dell’altro consigliere; e non solo. Fino ad arrivare agli ultimi giorni. Circa quaranta minuti di discussione sul punto, in cui non sono mancati scontri verbali anche piuttosto accesi. Hanno parlato l’esponente, poi il vicesindaco Emanuele Ferrari, quindi Giorgio Caselli e Nadia Vassallo. Infine, la “controreplica” di Davoli, che, preso atto delle posizioni che virtualmente già affossavano la sua proposta, ha accusato (“Vergogna!”) i contrari. Tra questi, però, non c’era solo la maggioranza di centrosinistra (che si è trovata a dover sbrogliare una matassa che doveva necessariamente seguire la logica ed il metodo a discapito forse di un qualche imbarazzo più politico): ad essa si sono aggregati Giorgio Caselli, del misto, e Nadia Vassallo, di “Castelnovo ne’ cuori”. Unico solidale e co-proponente, ma silente nella circostanza, il consigliere Luca Maioli, dei “5 stelle”. Voto formale, infine: mozione ampiamente bocciata.
Un’analisi più approfondita potrebbe evidenziare che la mozione è solo un rimando: è di fatto stato respinto il consigliere Davoli. Personalmente plaudo al consiglio comunale per la prova di buon senso dimostrata.
MA
Il signor/signora MA non ha compreso nulla della vicenda.
Il voto nell’aula del consiglio comunale non “respinge” un consigliere, ma è a favore o contro una proposta.
Partiamo da qui, dalle basi della democrazia. Non insultiamo l’avversario solo perché non condividiamo l’opinione, le idee, il senso morale espresso. È il modo di fare delle dittature, quello di disprezzare, censurare e insultare chi non si allinea, chi non ubbidisce alla maggioranza. A volte accade che le idee dell’avversario politico, ancora minoranza, siano espressione di un valore che non riusciamo a comprendere e che ci spaventa, e allora attacchiamo a testa bassa. Non c’è stato dibattito nella nostra comunità anche perché non se n’è voluto discutere, si è impedito di discuterne.
I quotidiani locali hanno riportato in modo distorto la questione, e quando ho cercato di spiegare i motivi profondi della proposta, firmata anche dal capogruppo M5S, Luca Maioli, dall’altro consigliere di CASTELNOVO LIBERA, Paolo Pigoni, oltre che da me, Alessandro Davoli, nulla è stato pubblicato, nulla!.
Da una parte della destra mi si è contestato il “fascista buono”, prendendo come oro colato la testimonianza dell’interprete che lavorava per i reparti tedeschi delle Liebestandarte SS Adolf Hitler (che si è distinta più volte per i crimini di guerra commessi, come l’uccisione di prigionieri e di ebrei!) della Wehrmacht di stanza a Reggio Emilia, da parte del Pd ha prevalso l’imbarazzo, la sorpresa e il dispetto perché la proposta veniva dal “capogruppo del centro destra”.
Solo da alcuni esponenti della sinistra operaia e antifascista è venuto il sostegno convinto. ANPI e ISTORECO, ancorché sollecitate, se ne sono rimaste mute e imbarazzate…
Parte della comunità castelnovese (i nostalgici del ventennio fascista), si è indispettita, per aver messo io in luce quanto ha fatto, ed è documentato, il “fascista buono”. O “il massone buono”. Si, Celio Rabotti, è stato fascista anzi fascistissimo, legionario nella vergognosa e sanguinosa “impresa di Fiume”, organizzata dai massoni dell’obbedienza di piazza del Gesù, poi podestà per 12 anni di Castelnovo Monti, sino al 1938 anno nel quale è stato eletto deputato nella lista unica del Partito Nazionale Fascista, e tra i primi atti ha votato le leggi razziali contro gli italiani di etnia o religione ebraica. Tutte le ha votate, le leggi infami. Poi podestà di Reggio Emilia, e alla costituzione della Repubblica Sociale, nominato dal fascista ministro degli interni Buffarini Guidi, commissario prefettizio di Reggio Emilia, (1943-1945), massima autorità governativa, con illimitati poteri decisionali.
In tale carica obbligherà le famiglie reggiane di origine ebrea a consegnare un dettagliato elenco dei loro beni, mobili e immobili, con particolare riguardo a “opere d’arte, quadri sculture, gioielli, metalli e pietre preziose”, (sua la firma sull’ordinanza), quindi l’arresto di coloro che non erano fuggiti, otto donne e due uomini. L’internamento nel famigerato campo di Fossoli, gennaio 1944, da qui caricati sui carri bestiame senza cibo ed acqua, nello stesso treno di Primo Levi, (Se questo è un Uomo), condotti al campo di sterminio di Auschwitz, dove appena giunti, il 26 febbraio 1944 verranno assassinati nelle camere a gas e immediatamente inceneriti, “passati per il camino”.
Questo “il castelnovese, il fascista, il massone buono…
Celio Rabotti dopo il 1945 si trasferirà a Brescia, qui, con ingenti capitali, assieme ai figli Alessandro e Paolo Rabotti, fonderà la Cipzoo, la più importante azienda avicola italiana, che fornirà i pulcini agli allevamenti di tutt’Italia, poi entrerà nel settore mangimi, allevamenti suini e bovini … sino ad essere venduta decenni dopo ad una multinazionale.
Nessuno ha voluto verificare con i documenti storici pubblicati da ISTORECO e presenti in rete, quanto ho affermato nella mozione. Avrebbero ascoltato quanto hanno riferito a me, (esponenti del PCI e ora sostenitori del PD, di Felina), soprattutto in merito ai denari dei quali disponeva il Rabotti appena finita la guerra, guerra disastrosa a causa della quale la stragrande maggioranza degli italiani era in miseria.
“Seguite i soldi e capirete” … ma, no, non si può toccare un massone, iscritto alla loggia segreta Virtus, della Gran Loggia d’Italia degli Alam, non si può scalfire l’immagine di un “fascista buono” … di un complice di assassini … Che senso ha quindi la “Giornata della Memoria”, il 27 gennaio di ogni anno, quando di chi ha determinato la persecuzione di cittadini innocenti e ha contribuito alla strage immensa della Shoah, viene onorato ancor oggi il ritratto, come un buon amministratore del comune di Castelnovo Monti ?
Non se ne deve parlare e chi lo fa deve essere deriso, insultato e censurato … potenza della massoneria o della cattiva coscienza, di complicità insospettabili tra la cosiddetta “brava gente” …?
Alle persone oneste, dalla coscienza limpida, dalla buona volontà il compito di cercare e trovare la risposta alle brucianti domande. La verità vince, è solo questione di tempo.
Chiudo con il titolo del romanzo di Primo Levi, autobiografico sulla persecuzione degli ebrei e sulla vita nel campo di concentramento di Auschwitz: SE QUESTO È UN UOMO. Si, questa è la domanda che ci si deve fare, su Celio Rabotti e tutti quelli come lui …
Può essere un uomo questo?
La vostra coscienza sa quale è la risposta … e non è un voto politico, incomprensibile, vergognoso, a nascondere i crimini efferati commessi da un cosiddetto “fascista e massone, buono”.
Alessandro Raniero Davoli
Consigliere comunale, capogruppo CASTELNOVO LIBERA
Consigliere Unione Montana dei comuni dell’Appennino reggiano
Non mi pare di averla offesa, se tale è la sua percezione non ho alcun problema a porgerle le mie scuse. Per il resto non è mia intenzione dilungarmi sull’argomento. Saluti
MA
Ho già esposto il mio pensiero in proposito – commentando un articolo del marzo 2021, dal titolo “Il sindaco Rabotti votò le leggi razziali e fu massone, via la sua foto dal Municipio di Castelnovo”, richiesta Lega e M5S – e mi sono allora espresso per la non rimozione della foto, ritenendo che faccia parte del nostro passato, come tanto altro di quei tribolati anni.
Riconosco nondimeno al consigliere Davoli di aver posto il problema – comunque la si pensi – dando a ciascuno di noi la possibilità di farsi la propria opinione in merito, e di poterla semmai esternare su queste pagine, e i primi a non dolersene dovrebbero probabilmente essere quanti vorrebbero tacitare e rimuovere tutto ciò che richiama il Ventennio.
Circa le parole di MA, laddove dice che “di fatto è stato respinto il consigliere Davoli”, se ne deduce che ci si dovrebbe astenere dal dichiararsi su argomenti “difficili”, perché l’eventuale disapprovazione delle posizioni assunte al riguardo può venir intesa come sonora bocciatura di chi le ha pronunciate (il che non mi sembra l’ideale per il confronto delle idee)
P.B. 20.02.2022
P.B.
C è libertà di pensiero, e quindi anche di essere contestati. Dietro un idea c è un uomo, tale binomio è difficilmente scindibile nel bene e nel male.
MA
Non conosco i dettagli sulla persona Celio Rabotti, c’è però un giudizio politico inequivocabile su chi ha avuto responsabilità nel periodo della dittatura fascista e, ancor peggio, ha collaborato con l’invasore nazista. Da alcune,poche per la verità, notizie mi risulta che questa persona abbia avuto un ruolo anche nel Periodo della Repubblica Sociale. Nel caso questo risultasse vero il fatto di onorarlo con la fotografia in comune mi sembra più che mai grave! Oltre ai morti di una guerra di aggressione voluta dal fascismo ricordo la pagina nera della persecuzione degli ebrei che ha portato a oltre 8000 morti di ebrei italiani. Ricordo anche che ci sono state persone con la schiena dritta, come mio padre, che per non aderire alla rsi hanno fatto due anni di lager! Perché non onorare invece con la foto in Comune quanti di Castelnovo sono stati deportati e non sono tornati! C’era una parte giusta e una sbagliata e questa persona non era dalla parte dei giusti !
Vulzio Abramo Prati
Beh, ciò che scrive il Consigliere Davoli è confermato anche da Wikipedia: “con la formazione della Repubblica Sociale Italiana fu reintegrato come commissario prefettizio il 27 settembre 1943, mantenendo la carica fino al 23 marzo 1945”.
Più repubblichino di così…
Andrea
Wikipedia ha una funzione informativa importante ma non è una fonte su cui fare analisi storiche. Lo è invece Istoreco che effettivamente attribuisce a Celio Rabotti ruolo e responsabilità nella rsi e nella persecuzione degli ebrei reggiani.
Vulzio Abramo Prati
Buongiorno Sig. Vulzio
in linea generale lei ha perfettamente ragione, ma nel caso specifico Wikipedia, come spesso accade, cita la fonte, che è appunto un documento di Istoreco.
Mi scuso per non aver citato io stesso la fonte originale.
Un cordiale saluto
Andrea
Andrea
Celio Rabotti non c’entra nulla con la CIPZOO di Brescia che è stata fondata da Paolo Rabotti, figlio dell’ing. Learco Rabotti che aveva altri due figli (Paola e Cicci).
Celio aveva un solo figlio di nome Corrado.
È tutto molto semplice: basta sapere le cose!
Umberto Casoli
Prof. Umberto Casoli, grazie della precisazione. Chi mi ha informato pare lo conoscesse bene il Rabotti, ma ha commesso un errore. Quindi furono i suoi nipoti? A me risulta che Celio Rabotti si trasferì a Brescia a fine anni ‘40. Si trasferì anche tutta la famiglia Rabotti, compresa quella del fratello ? Rimane il mistero degli ingenti capitali utilizzati per far partire gli impianti, modernissimi, del più grande allevamento avicolo dell’epoca, “il più avanzato d’Europa”, dice lo speaker nel documentario dell’Istituto Luce. A link si può vedere l’Impianto tecnologico specializzato nella produzione di pulcini con i quali CIPZOO forniva la maggior parte degli allevamenti di polli italiani:
https://patrimonio.archivioluce.com/luce-web/detail/IL5000055968/2/brescia-allevamento-avicolo.html&jsonVal=
Saluti e grazie della precisazione: Alessandro e Paolo non sono i figli, ma i nipoti del Podestà Celio Rabotti. E quindi i fondi, il denaro per il mega impianto di San Martino, Brescia, vengono da una … grande vincita al lotto ?
Un saluto,
Alessandro Raniero Davoli
Consigliere comunale, capogruppo CASTELNOVO LIBERA
Alessandro Raniero Davoli
Dunque se Alessandro e Paolo, presunti figli di Learco, sono/erano i nipoti di Celio, ciò significa:
a) che Learco era il fratello di Celio
b) che Alessandro e Paolo sono/erano i figli di Learco, che però secondo il prof. Casoli aveva tre figli: Paolo, Paola e Cicci
Quindi, Alessandro e Cicci sono/erano la stessa persona?
Mi sto appassionando…
Andrea
E poi chiudo: è buona cosa informarsi bene, prima di pontificare seppur in buona fede. Poco servono fonti non attendibili come Wikipedia o imboccate fornite da collaboratori.
MA
Ripeto che Paolo Rabotti era figlio dell’ing. Learco, residente a Brescia in quanto direttore di un importante stabilimento metalmeccanico dalla fine della prima guerra mondiale. Celio non era fratello di Learco quindi non era zio del fondatore della CIPZOO che poteva contare su importanti finanziamenti propri della città. Per rispetto della verità aggiungo che non mi risulta che Celio Rabotti disponesse, dopo la guerra, di ingenti ricchezze tanto che a Coviolo (dove visse dopo il ’45) venne spesso raggiunto e sostenuto da aiuti economici e alimentari provenienti da un vecchio amico castelnovese.
Con questa breve nota termina la mia partecipazione ad un dibattito che non mi avvince.
Umberto Casoli
Capita non di rado che eventi e circostanze del passato abbiano narrazioni tra loro diverse, e casomai divergenti, a seconda della rispettiva paternità, e chi di noi si trova in qualche modo a rievocare quei fatti può affidarsi ad una fonte cui ne viene semmai opposta altra di differente e discordante segno.
Se ne potrebbe dedurre che solo gli esperti o studiosi di storia dovrebbero “avventurarsi” negli accadimenti dei tempi andati, essendo i soli che possono cavarsela tra l’una e altra tesi ed interpretazione, ma io trovo invece legittimo che ciascuno possa dire la sua al riguardo (pur con l’eventualità di cui dicevo).
P.B. 21.02.2022
P.B.
Io invece trovo che affermazioni pubbliche infondate in quanto non sufficientemente verificate, che grazie ai social network sono oggigiorno così amplificate, ed alle quali il consigliere Davoli e i suoi misteriosi “informatori” ci hanno purtroppo abituato, siano uno dei mali del nostro tempo. Bollarle come semplici narrazioni diverse e casomai divergenti, è a mio avviso riduttivo, e sembra l’ennesimo, vano tentativo di giustificare l’ingiustificabile.
Peraltro, nel caso specifico, per mettere in evidenza i misfatti di Celio Rabotti, sarebbe stata più che sufficiente la verità…
Andrea
La Sua eleganza, dottor Casoli, mi riporta, per un attimo, ai valori di un appennino che ho conosciuto. Grazie.
Giovanni Annigoni
Il Consiglio Comunale è sovrano; se ha deciso che la foto di Celio Rabotti resti dove si trova nulla, resterà li. Personalmente spero che qualcuno smentisca quanto dichiarato dal Consigliere Davoli sul fatto che Rabotti abbia votato le leggi raziali contro gli Italiani di religione Ebraica e abbia firmato le ordinanze che hanno condotto al crematorio famiglie Reggiane, se ciò non viene smentito non so come si possa onorare con una foto in Comune chi ha fatto questo, tanto vale mettere le foto di Mussolini, Hitler o Stalin nei Comuni e nelle scuole, qualcosa di buono nella loro vita avranno sicuramente fatto.
Nulla ho contro i fascisti buoni, mio Padre partigiano comunista, mi faceva i nomi di tanti fascisti buoni, come erano buoni o meno buoni tanti partigiani, chi ha ucciso Rolando Rivi di 14 anni non era certo un partigiano buono; pertanto non sono a giudicare quanto fatto di buono da Celio Rabotti, vorrei solo capire se è responsabile o meno di certi atti dichiarati dal Consigliere Davoli, atti che personalmente non posso accettare anche se fatti in un periodo condiviso da tanti ma da tanti contestato..
Franzini Lino Presidente della Municipalità di Ramiseto
Ciao Lino questo è il link del consiglio comunale in cui si è discussa la mozione. Un saluto
http://www.comune.castelnovo-nemonti.re.it/consiglio-comunale-15-02-2022/
Paola Bizzarri
Ha ragione Sig. Franzini, la storia di quegli anni e’ complessa e controversa, la ricerca storica ci dice molto. Nel suo libro I Redenti la storica Mirella Serri ad esempio racconta di tutti quegli intellettuali che, prima fascisti convinti, hanno avuto una storia importante nel dopoguerra in partiti democratici. C’era anche un podestà, Renzo Ravenna, ebreo, che fino al 1938 è stato podestà di Ferrara. O cosa dire dell’industriale ebreo Cesare Goldman che ha messo a disposizione la sala degli industriali Lombardi in piazza San Sepolcro dove hanno costituito i fasci, riunione a cui ha partecipato. Nelle sue due legislature alla Camera e alla camera dei fasci e delle corporazioni Rabotti ha votato le leggi razziali assieme agli altri deputati reggiani, Istoreco documenta bene la cosa. Rabotti ha anche firmato la circolare che imponeva agli ebrei reggiani di dichiarare tutti i loro beni, sempre da fonte Istoreco. Il Comune ha deciso di lasciare la foto, hanno il potere di farlo, ma personalmente credo che questo sia un errore e il Sindaco, persona democratica, perbene e coraggiosa, farebbe bene a ripensarci. Cordialmente
Vulzio Abramo Prati
Dalla visione del filmato si evince:
– che Davoli, tra nomi (Levi), discendenze e fonti informative è molto impreciso. Come già detto, occorre informarsi bene prima di esternare.
– più grave, confonde la ricerca storica con il giudizio. In medicina sarebbe come equiparare le idee no-vax con la scienza ufficiale. Di questo passo, con questo modo di operare, si potrebbe anche rinunciare al metodo scientifico perché, ad esempio, Galileo aveva la barba lunga.
Rabotti resta al suo posto, se non le va bene può nsempre cambiare residenza e dimettersi da consigliere di minoranza.
Davoli, se non se ne è accorto, abbiamo cose più serie a cui pensare.
MA
Buonasera Consigliere Davoli.
Premetto che sono d’accordo con la vostra mozione, e che non comprendo le motivazioni del suo respingimento, avendo visto la registrazione della seduta del Consiglio Comunale.
Vorrei tuttavia, una volta tanto senza intento polemico, porle una domanda, alla quale spero lei voglia rispondere.
Al primo punto delle motivazioni relative alla mozione, lei pone la questione dell’appartenenza ad una loggia segreta, enfatizzandone giustamente tutti i risvolti negativi, antidemocratici ed anticostituzionali.
Detto ciò, come giustifica la sua appartenenza ad un movimento politico saldamente alleato con un partito capeggiato da un ex appartenente alla loggia P2, fino al punto da sostenere la sua candidatura alla Presidenza della Repubblica?
Forse mi sfugge qualcosa, spero che lei abbia voglia di fornire a me, e a chi è interessato, qualche delucidazione.
Grazie.
Andrea
Mi sembra che alcuni commenti non si esprimono sull’operato di Celio Rabotti ma “processano” il consigliere Davoli per avere sollevato il fatto che la foto di certe persone non dovrebbero essere esposte a loro ricordo, questa a mio avviso, è la vera antidemocrazia, un consigliere ha il diritto e il dovere di proporre ciò che ritiene sbagliato. Non discuto su quanto ha deliberato il Consiglio, rientra nei suoi compiti, ma a mio avviso non c’è più “religione”, capisco che piuttosto che dare ragione a Davoli i colori neri e rossi si mescolano, questa è sana politica di Castelnovo?.
Pierluigi
Domani invieremo alla stampa i risultati di una nostra ricerca su Rabotti che fa luce sulla sua persona.
Nadia Vassallo capogruppo consigliare Castelnovo ne’ Cuori
Quando Andrea, nel suo ultimo commento, chiama in causa “un partito capeggiato da ………”, gli chiederei se per tale “capo” intenda colui che, nel 2002, nelle vesti di Primo Ministro, organizzò il vertice di Pratica di Mare, dove si incontrarono i due Presidenti, americano e russo, siglando ivi accordi piuttosto ragguardevoli.
Perché se così dovesse essere, aggiungerei che qualcosa gli è forse sfuggito, ossia il fatto che il Cav. ebbe quella importante intuizione “pacificatoria”, già anticipata nel G7 di Napoli del 1994, al quale invitò, se non ricordo male, il Presidente russo del tempo (sempreché la memoria non mi tradisca, il Cav. ricevette lì l’avviso di garanzia).
Il condizionale è ovviamente d’obbligo, ma se si fosse proseguito sul cammino intrapreso allora dal Cav., si poteva forse evitare l’odierna difficile situazione, e credo che ciò possa venir ricordato per dar compiutezza al quadro (specie da quanti vorrebbero che le “narrazioni” fossero quanto più possibile complete e documentate).
P.B. 27.02.2022
P.B.
Sig. P.B.
la ringrazio per aver “integrato” la discussione con le sue considerazioni, ma temo che se tutti noi dovessimo dire la nostra sul soggetto in questione (senza peraltro riuscire a dare veramente “compiutezza al quadro” considerando quanto sia controversa la questione), Redacon dovrebbe aggiungere un altro server.
Detto ciò, non riesco assolutamente a capire cosa c’entri la sua osservazione con la domanda che ho posto al Consigliere Davoli, e che purtroppo ad oggi è rimasta senza risposta.
Andrea