Corrado sei Presidente dell’associazione e anche istruttore cinofilo. Cosa è arrivato prima e come quando è nata la tua passione?
Sono il terzo presidente in carica da quanto è nata l’associazione “Lupi dell’Appennino Reggiano” e sono anche istruttore cinofilo nazionale Ucis, Unità Cinofile Italiane da Soccorso, a cui l’associazione è affiliata. Per tanti anni ho fatto diverse esperienze come figurante cinofilo su vari campi e poi sono diventato addestratore nazionale Enci, Ente Nazionale Cinofilia Italiana, con iscrizione all’albo. La passione è nata con me, sin da piccolo ho avuto dei cani e da circa vent’anni mi sono tuffato a pieno in questo percorso.
Un percorso piuttosto lungo
Sì, per diventare istruttore nazionale il percorso è stato lungo e impegnativo, così come quello di esaminatore regionale per la Regione Emilia-Romagna.
Credi che l’educazione di un cane sia un fattore utile o piuttosto indispensabile per i cani che poi verranno utilizzati in attività specifiche?
L’educazione cinofila non è solamente indispensabile a tutti i cani, ma al binomio uomo/cane. L’educazione è l’elemento indispensabile a creare il legale, l’affiatamento, la socialità, sia intraspecifica che etero specifica.
Ci sono razze che meglio si adattano ad essere educate?
Ogni razza ha delle peculiarità o delle caratteristiche specifiche selezionate dall’uomo, nel corso dei secoli, per esigenze dettate dalla necessità di fissare carattere, abilità o morfologia adatti per diverse settori (es. guardia, lavoro, caccia, ecc.). Anche i meticci sono in egual modo un prodotto naturale di accoppiamenti e portano anch’essi con sé aspetti di ogni cane che li ha fatti diventare come sono. La memoria di razza, comunque, emerge sempre.
Tutti i cani sono addestrabili senza alcun problema. Ovviamente è evidente che la propensione per un lavoro favorisce gli apprendimenti secondo razza morfologica e memoria di razza.
Come “Lupi dell’Appennino Reggiano” quanti cani avete, che possano essere attivati in caso di emergenza?
Come Lupi abbiamo 8 cani di varie razze brevettati dalla Regione Emilia-Romagna in pronta partenza per la ricerca persone disperse e sono tutti a disposizione degli enti che ne fanno richiesta. Il tutto con la supervisione del Coordinamento Provinciale di Protezione Civile, incardinato con l’Agenzia Regionale di Protezione civile.
Inoltre abbiamo unità cinofile brevettate da Unità Cinofile Italiane da Soccorso, sia per la ricerca in superficie che su macerie (in caso di terremoti) ed abilitate a lavorare con il Soccorso Alpino e, prossimamente, con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
Oltre a queste attività di Protezione Civile promuovete altre iniziative educative anche per chi non fa parte della Protezione Civile?
Sì, la nostra associazione è operativa su tutti i fronti della Protezione Civile, dalla segreteria alla formazione, dalla cartografia alla cucina, fino all’antincendio boschivo, ma effettua anche corsi nelle scuole con progetti denominati “Qua la zampa”, promuove corsi al nostro centro di addestramento a Casina, sia dedicati alla Pappy Class, sia alla socializzazione, che di condotta.
Abbiamo anche unità cinofile brevettate per la Pet Therapy, che stanno lavorando con ragazzi diversamente abili nelle scuole e con privati.
Collaboriamo con tutte le associazioni nella campagna di Colletta Alimentare e nella Raccolta dei Farmaci.
Ci racconti quale è stato il momento più difficile che hai dovuto affrontare in questa attività?
Uno dei momenti più difficili è stato durante il terremoto di Amatrice, dove siamo intervenuti per la prima volta come Unità Cinofila facenti parte della colonna mobile della Regione Emilia-Romagna. Ad Amatrice Duca, il mio precedente cane, ha contribuito nella ricerca delle persone sepolte sotto le macerie, unitamente ad altre unità di Protezione Civile di altre province intervenute nell’immediatezza. Sono stati quattro giorni intensi, difficili, faticosi, pieni di ristrettezze, ma anche di soddisfazione per aver capito che, qualora ve ne fosse la necessità, i nostri compagni di vita si prodigano senza riserve per aiutare le persone in difficoltà.
E quali i momenti più belli?
Grande soddisfazione per il ritrovamento di persone disperse e rinvenute grazie all’utilizzo delle unità cinofile, che si porta però l’amaro per coloro che invece rinveniamo troppo tardi. Ricordo bene il ritrovamento di una signora di Vetto, che si era disorientata e persa, ritrovata nella notte e che, tra l’altro, ci ha consentito di raccontare questa avventura alla Vita in diretta sulla Rai di Mara Venier.
Grande soddisfazione anche per le due giovanissime cugine che si erano perse nei boschi e sono state ritrovate all’imbrunire, che ci hanno consentito di girare una puntata di Cani Eroi su Raiplay. Queste sono due delle tante storie che, per fortuna, hanno un lieto fine. Ai cinofili basta anche solo un ritrovamento per essere ripagati di tutti i sacrifici, anche economici, che la preparazione del binomio uomo/cane comportano.
Cani che diventano grandi attori e che sono protagonisti in tv! La vostra ultima apparizione?
Quella di ieri su Rete4, Dalla parte degli animali, dalla Brambilla, per rappresentare l’associazione Nazionale Ucis.