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Firma di Napolitano: c’è un pezzetto di bella Italia in più nel Parco nazionale dell’Appennino

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PARCO NAZIONALE DELL’APPENNINO TOSCO-EMILIANO (7 agosto 2010) – Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato il decreto che stabilisce un importante ampliamento del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. E’ ora realizzata l’unificazione di tutto il territorio del Parco così come previsto dal decreto costitutivo nel 2001: entrano a farne parte due nuovi comuni, Bagnone (Massa Carrara) e Monchio delle Corti (Parma) e cinque già presenti, in maniera altrettanto significativa, allargano il loro perimetro, Castelnovo ne’ Monti, Ligonchio, Villa Minozzo, Busana (Reggio Emilia) e Comano (Massa Carrara).

“Il nostro grazie alla gente e agli amministratori di questi territori che hanno fatto una scelta per il presente e per il futuro – è il commento di Fausto Giovanelli, presidente del Parco Nazionale dell’Appennino – dimostrando quanto sia vitale e non vincolistico vivere in un parco nel 2010. L’allargamento siglato per firma del presidente Napolitano, il 2 agosto scorso, di fatto unifica ciò che prima era separato (le ‘isole’ della Pietra di Bismantova, dei Gessi e il comune di Monchio) e aggrega, includendo paesaggi unici, paesi e persone. E’ la dimostrazione che il Parco è visto come un’opportunità, cosa ancor più apprezzabile in un momento come questo. E’ di rilievo che nuovi comuni hanno scelto di entrare, ma pure che cinque già presenti hanno espresso la richiesta di ampliamento”.

Singolare, inoltre, la scelta dei nuovi territori. “E’ successo – spiega Giuseppe Vignali, direttore dell’ente con sede a Sassalbo – che borghi come Sologno, Torsana e Camporaghena hanno visto andare in scena raccolte di firme, per poter vedere inclusi terreni e immobili nel perimetro del Parco Nazionale. Questi paesi, di fatto, si aggiungono a Sassalbo e Cerreto Laghi, dove il Parco tra le persone e le case è già una realtà. Anche l’area della centrale idroelettrica di Ligonchio, in paese, ne ora è parte. L’iter di ampliamento ha comunque previsto il confronto con gli abitanti, col mondo imprenditoriale e associazionistico, le delibere dei Consigli Comunali, il parere della Conferenza Stato Regioni e l’istruttoria del Ministero dell’Ambiente”.

Allargamento, quindi, non semplice e frutto di un percorso previsto sin dal decreto istitutivo del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, nel 2001, che già prevedeva il completamento del perimetro comprendendo “spezzoni” che erano rimasti esclusi. Ora veri e propri corridoi attraversamento e di interesse naturalistico uniscono l’area di crinale alla Valle dei Gessi Triassici e alla Pietra di Bismantova, attraversando Castelnovo Monti, Busana e Villa Minozzo. “E’ scongiurato definitivamente il rischio – riprende Giovanelli - che proprio questi luoghi divenissero osasi naturalistiche, così come prevedeva il decreto istitutivo in mancanza della realizzazione del collegamento. Inoltre, oggi il Parco cresce di duemila ettari porta con sé due nuovi comuni, Bagnone, con oltre mille ettari di superficie, e Monchio delle Corti, e comprende altre eccezionali emergenze naturalistiche e ambientali di primo piano, come i laghi del Sillara, i laghi Martini, il lago Squincio, il lago Scuro di Rigoso, il lago Verdarolo, Monte Losanna, Monte Malpasso, Monte Sillara, ma anche castagneti megalitici, percorsi longobardi e bizantini e molto altro”.

“E’ un grande risultato – conclude il presidente - che premia il lavoro di chi ha creduto nel Parco come elemento di sviluppo. Viviamo in un luogo da raccontare, ma anche per ritornare, fare turismo e, perché no, viverci. Il Parco è strumento che a fianco della tutela dell’ambiente crea anche opportunità di sviluppo: questa firma presidenziale lo dimostra”.