Era marzo del 2014. La comunità di Valestra, riunita attorno alla chiesa di San Pietro, decise di attivarsi per il restauro uno dei quadri più antichi presenti nella stessa chiesa. Si tratta di una pregevole opera artistica seicentesca del Transetto, raffigurante la Madonna del Rosario con le diverse 15 stazioni. Venne organizzata dalla Corale Mi Alma Canta una rassegna corale, diverse famiglie e benefattori donarono, proprio per il recupero di una delle splendide pale d’altare delle cappelle laterali dedicate alla Beata Vergine del Rosario, contrapposta a quella dell’Addolorata. Un’opera che versava in condizioni di grave degrado: ignoto l’autore, il committente fu probabilmente un certo Antonio e porta la data del 1610 e raffigura la Vergine Maria che dona un rosario ad alcuni santi.
Nel corso del restauro non sono mancate le sorprese, illustrate dall’esperta Maura Favali, dopo la santa messa presieduta da don William Neviani, Monsignor Guiscardo Mercati e cantata dal Coro Vocilassù diretto da Armando Saielli, con la presenza e l’intervento del sindaco Tiziano Borghi.
“Nella nostra quotidianità quando con i nostri gesti ci prendiamo cura di ciò che sentiamo ci appartenga, anche se non è propriamente nostro, conserviamo la memoria, anche il restauro è conservare la memoria, è dare al futuro la nostra storia che è iniziata prima di noi e continuerà dopo di noi, è trasmettere usi e costumi di una socialità che esprimeva i suoi valori anche attraverso l’espressione artistica – ha spiegato la restauratrice di opere d’arte Maura Favali nel suo intervento -. Con chiese dove sono conservati manufatti artistici testimonianze di un passato e custodi di speranze e desideri, con piazze e monumenti come luoghi d’incontro e scambio”.
Grazie all’impegno della comunità parrocchiale di Valestra “è stato possibile restaurare il dipinto che raffigura la Madonna del Rosario con San Domenico, Santa Caterina da Siena e Sant’ Antonio – quest’ultimo aggiunto successivamente, perché accadeva che a volte santi molto venerati venissero aggiunti successivamente nelle opere! - . Gli angeli in alto che spargono petali di rosa e la Madonna con il Bambino che porgono il rosario ai santi posti nella parte bassa, il tutto incorniciato dalle piccole raffigurazioni dei misteri del rosario: Gaudiosi, Gloriosi e Dolorosi. Un cartiglio in basso cita la data di esecuzione 1610”.
In quale stato si trovava l’opera? “Il dipinto era in un precario stato di conservazione, annerito e ingiallito da depositi ambientali e dall’ossidazione delle vernici che alteravano pesantemente la lettura cromatica, con qualche mancanza di colore e fisiologiche abrasioni, in sostanza il dipinto ha subito lo scorrere del tempo sui suoi materiali organici che per loro natura sono deteriorabili. Le operazioni di restauro sono state la pulitura, il ritensionamento del supporto tela, il consolidamento della preparazione e della pellicola pittorica e i ritocchi pittorici a colmare le lacune esistenti”.
Sul valore dell’opera la Favali afferma: “Questa pala d’altare è un dipinto molto importante non per la sua valenza artistica, ma per la sua valenza storica, culturale e spirituale. È collocato in una cappella della chiesa, da secoli accoglie le preghiere dei fedeli che si sono rivolti e si rivolgono alla Madonna chiedendo intercessioni per risolvere una pena, per ringraziare della grazia ricevuta, per affidare alla Madonna desideri e chiedere la Sua intercessione. Quando mi occupo del restauro di questi dipinti devozionali mi sento responsabile di qualcosa che va oltre il fare un corretto intervento di restauro, sento la responsabilità di avere tra le mani qualcosa di prezioso, sento la responsabilità di mantenere integra quell’Immagine che si vede con il cuore al di là delle pennellate del pittore”.
Tra i ringraziamenti di tutti, oltre ai benefattori, quello all’esperta Enza Bodecchi che, per prima, si prese cura dell’opera sino ad assisterne il riposizionamento.
Un eccellenza del nostro Appennino !
Brava Maura
Robbi
Prega per noi Santa Madre di Dio affinche’ siamo resi degni delle promesse di Cristo.
Mi paiono calzanti ed appropriate le parole con cui viene sottolineata la valenza storica, culturale e spirituale, oltre che artistica, di questa Pala d’Altare, come di altre opere sacre che stanno a testimoniare la devozione dei fedeli nel corso dei secoli (reputo altresì importante il ricordarlo in momenti come questo, nei quali pezzi crescenti della nostra società sembrano non credere più in niente).
P.B. 26.11.2021
Brava e complimenti Maura, sicuramente un grazie ad un eccellenza del nostro appennino.
Felici Giovan Battista