"A Mons. Artemio Zanni (1914-1990) Sacerdote ed educatore. – Fu nostra la sua casa, nostro il suo essere padre e maestro. - Prese su di sé le ragioni degli ultimi e volle condividerne la vita - Possano le generazioni future raccoglierne la testimonianza esemplare": così è scritto sulla targa di bronzo che lunedì 1 novembre, alle ore 15 sarà collocata all'ingresso della "casa verde" (la parte più antica, ora ospitante madri con bimbi in particolare difficoltà).
La cerimonia sarà ufficializzata da monsignor Paolo Rabitti, arcivescovo emerito di Ferrara che proprio a Felina, sotto la guida di don Zanni, iniziò il suo percorso vocazionale.
L'iniziativa che ricorre nel settantaduesimo anniversario della fondazione a lui dedicata, intende ricordare il decimo anniversario della sua costituzione (2011) e la ripresa delle attività assistenziali ed educative iniziate a fine guerra dal benemerito sacerdote.
Un doveroso atto di ringraziamento, dunque a quanti hanno collaborato e collaborano fattivamente alla buona riuscita dell' opera, ben espresso dall' artistica grossa targa fusa e donata dalla Ditta Capanni - Campane di Castelnovo ne' Monti.
A 31 anni dalla sua morte, grazie alla fondazione che da lui prende il nome, l'opera di don Artemio Zanni continua in favore non più di soli bimbi orfani, come agli inizi nell'immediato dopoguerra, ma di donne con bimbi in difficoltà, lontano dal clamore mediatico, ma con l' efficienza e la dedizione che i singoli casi meritano."Casa Nostra" fu inaugurata ufficialmente il 1° novembre 1949 divenendo in breve tempo l' opera più nota di Felina, anche oltre la montagna reggiana. Si sa che lo stesso Guareschi (come si legge sul suo giornale Il Candido) trasse esempio anche dalle sue vicende per delineare il personaggio di don Camillo.
Cappellano militare a Pola, don Zanni rifiutò il rimpatrio offertogli dai militari tedeschi preferendo seguire i suoi soldati nella prigionia di Germania. I campi di prigionia di Luckenwalde, Berlino Fidicinstrasse e Berlino Dieffenbachstrasse lo videro lottare contro i maltrattamenti inferti ai soldati che rifiutavano decisamente
(anche sul suo esempio) l' arruolamento nelle truppe naziste o fasciste. Non rare volte riuscì ad ottenere miglioramenti che, per quanto piccoli, poterono salvare la vita a tanti soldati, come quando si rese conto che, in un 'lazareth' di Brandeburgo, seicento soldati italiani stavano morendo di fame e gli riuscì di farli soccorrere con un mezzo vagone ferroviario di salami ungheresi e di medicinali inviati dal Papa. Nel campo di Eisenach, indirizza i suoi soldati, ormai liberi in attesa di rimpatrio, ad aiutare la popolazione locale nella ricostruzione delle case e del paese, in segno di perdono e di pacificazione.
La sua dedizione fu a lungo ricordata da tanti ex prigionieri. Nel gennaio 2020, ad esempio, la sua figura e la sua opera sono state ricordate dai famigliari degli ex internati della Valtellina con una solenne cerimonia presieduta dal Prefetto di Sondrio.
All'origine di "Casa Nostra" la promessa di don Zanni ai soldati che morivano nell' ospedale provvisorio da lui fondato nel castello di Wilhelmstal, in Turingia, di prendersi cura dei loro bimbi che sarebbero rimasti orfani. Per questo, diventato parroco di Felina nel dicembre 1945 (un incarico che nessun prete voleva assumere perché vi era appena stato ucciso il "capellanino" don Giuseppe Iemmi), tra le sue prime iniziative vi fu quella di accogliere bimbi orfani nella sua stessa canonica, poi, appena costruita, trasferiti nell' apposita casa che i bimbi stessi denominarono, in tutta spontaneità, "Casa Nostra".
Vicende che chi sarà presente potrà ritrovare nella biografia di don Zanni dal titolo Don Artemio Zanni, un prete senza confini, le cui ultime copie potranno essere reperite, ad offerta assolutamente libera, in questa particolare occasione.
L'accesso alla cerimonia e alla santa messa che – celebrata da mons. Rabitti nella cappella di "Casa Nostra" – accompagnerà la benedizione della targa, avverrà nel rispetto consueto delle norme anticovid.