La vocazione sacerdotale non nasce mai per caso, come un seme portato dal vento, prima di tutto deve essere accolta nel momento giusto e collocata nel terreno giusto dalla persona giusta.
-Chi l’ha guidata su questa strada don Danilo? “C’è sempre qualcuno, oltre al Signore, ma se devo dire la verità è stato don Gianfranco Magnani, parroco e direttore del Pio Istituto Artigianelli di Reggio Emilia dove ero ospite assieme a tanti altri giovani, tutti eravamo lì per studiare e imparare un mestiere. Io ero andato dagli Artigianelli dopo le scuole elementari per seguire una scuola professionale di avviamento al lavoro, Insomma, mi avevano mandato lì a imparare un mestiere, non so quale, per andare poi andare a lavorare. Non è che ci fossero allora molte scelte. Fu proprio don Magnani ad indirizzarmi verso il seminario, lui vedeva in me qualcosa che io non riuscivo assolutamente a vedere. Proprio Don Gianfranco Magnani è stato per me il perno di Dio della mia vocazione, non lo potrò mai dimenticare, lo ricordo sempre con grande affetto. Anch’io ho avuto momenti di traballamento, di difficoltà, però sono sempre riuscito a superarli. I momenti che mi hanno messo in crisi sono dovuti al mio carattere: ho uno spirito piuttosto libero, non sto mai dentro alle categorie, per questo anche la vita in seminario mi stava molto stretta da questo punto di vista”.
Domenica 26 settembre grande festa alla chiesa parrocchiale di Ramiseto, una piccola grande cattedrale che dall’alto di un promontorio domina la Valle Ramisetana, costruita dai ramisetani a metà dell’ottocento, dopo che un movimento franoso aveva trascinato a valle verso il torrente Lonza, chiesa e cimitero. Grande festa domenica, non perché correva il giorno della sagra ormai dimenticata, dei Santi patroni Giustina e Cipriano le cui statue restano in bella mostra sopra l’altare, ma per un altro evento contemporaneo ed altrettanto importante: domenica correva il 45esimo anniversario di sacerdozio del parroco don Danilo Gherpelli, unico prete dell’ex comune di Ramiseto che comprende 8 chiese, più qualche oratorio e la casa parrocchiale per anziani ‘Oasi San Francesco’ di Cereggio, la più impegnativa e la più amata da don Danilo che afferma: “L’Oasi di San Francesco è la mia palestra di vita, ci sono persone che non la pensano come me, ma questo è normale, qualsiasi problema si risolve attraverso il dialogo. E’ brutto quando trovi qualcuno che non sa dialogare e resta fermo sulle proprie convinzioni. Del resto tutti possiamo sbagliare, l’importante è rendersene conto. L’Oasi di San Francesco per me è una grande opportunità: io sto benissimo con gli ospiti, come tutti abbiamo avuto qualche problema l’anno scorso all’inizio della pandemia, però adesso stiamo lavorando molto bene con gli operatori e i responsabili della struttura di accoglienza. Mi piace stare in mezzo a loro. Ho sempre invitato i parrocchiani a venirli a trovare, ma purtroppo questa pandemia del covid-19 ha posto delle condizioni, necessarie, che rendono tutto più difficile”.
Don Danilo Gherpelli nato a San Martino in Rio il 12 settembre 1949, ha da poco compiuto 72 anni.
“Settembre è il mio mese preferito, - dice - le cose più belle le ho fatte nel mese di settembre: sono nato e sono diventato prete il 25 settembre 1976. Proprio 45 anni fa come oggi ho ricevuto l’ordinazione sacerdotale da un grande vescovo di Reggio, Mons. Gilberto Baroni che, anziché mandarmi fuori in qualche parrocchia come era mio desiderio, mi ha trattenuto per 5 anni in Seminario a Reggio a seguire, come vice rettore, i ragazzi delle scuole medie e superiori. E’ stato un periodo in cui abbiamo costruito anche delle amicizie che durano nel tempo. Almeno una volta all’anno ci ritroviamo, vengono anche con le mogli. La settimana scorsa sono venuti a trovarmi”.
Passato poi alle parrocchie come tutti i preti della Diocesi, quella che è rimasta nel cuore a don Danilo è la parrocchia di Castelnovo Sotto, anche perché lì è rimasto più a lungo (17 anni).
Poi 7 anni fa, il 4 ottobre 2014, don Danilo è arrivato a Ramiseto dove domenica i parrocchiani a sorpresa hanno organizzato la festa del suo 45esimo anniversario di sacerdozio. La chiesa di Ramiseto era più piena del solito, compatibilmente alle norme anti-coronavirus, e la messa è stata celebrata dallo stesso don Danilo con il fedele Valdo, è stata accompagnata da un coro di giovani con il duo Vania (voce) e Gianni (chitarra) che alla fine della funzione hanno eseguito, a sorpresa per i festeggiamenti del parroco, l’Ave Maria di Gounod, applaudita a piene mani da tutti i presenti con l’accompagnamento degli auguri a don Danilo. Per il momento conviviale, preparato dalle donne della parrocchia, era stato allestito un gazebo nel piazzale della chiesa, ma poiché in quel mentre si è scatenato un violento temporale, il tutto è stato trasferito all’interno della chiesa e, con buona pace del Signore, tutti hanno partecipato alla ricca ‘mensa’ assieme a don Danilo, felice, ma con qualche lampo di distrazione per lo sguardo rivolto al passato e umanamente anche al futuro.
Settimo Baisi
E bravo don Danilo.
Pensa che io sono invece sposato da 40 anni.
Ricordo con piacere quando eri il mio vicerettore in Seminario.
Una vita fa !
Complimenti per il traguardo.
Spero di vederci, devo venirti a trovare a Ramiseto.
Ciao Vittorio Bigoi
(Vittorio Bigoi)