Riceviamo e pubblichiamo.
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Le drammatiche immagini e notizie che arrivano dall'Afghanistan sono al centro dell’attenzione internazionale e locale
Ovviamente anche noi siamo preoccupate per le conseguenze di quanto accade in un paese che, dopo vent'anni, si ritrova governato dai talebani e dal pericoloso fondamentalismo islamico
Vorremmo però riprendere il filo di un discorso locale che ha tenuto banco fino a qualche giorno fa: la debacle del turismo locale e la richiesta (ennesima) di una stazione alta velocità a Parma.
Turismo, questo sconosciuto, e alta velocità non sono due galassie separate anzi, sono strettamente collegate.
Il turismo nella città capoluogo praticamente non esiste e non lo diciamo noi ma il report della Regione Emilia-Romagna, chiaro e impietoso, con un turismo d’affari legato al mondo delle imprese ed al mondo fieristico, colpito dall’evoluzione del settore forzata dalla pandemia, non certamente in grado di risollevare le sorti del nostro territorio
Le riunioni ed i congressi saranno sempre più in videoconferenza, le fiere sostituite da piattaforme informatiche, i negozi ed i centri commerciali dai colossi del commercio online.
L’unica eccezione è rappresentata da alcune zone dell’Appennino, soprattutto in estate.
Finito, anche prima del Covid, quel poco di turismo invernale che si poteva trovare negli anni passati.
Se non vogliamo rassegnarci ad essere una periferia dimenticata e chiusa in se stessa, con la fine annunciata di tutti gli operatori del settore dell'accoglienza, dobbiamo pensare e progettare nuove modalità di offerta turistica che non possono essere la moltiplicazione degli organismi, dei "piani strategici", degli studi teorici.
Occorre ascoltare chi opera e lavora nel settore, è necessario e doveroso avvalersi in modo concreto e tangibile delle opportunità di Destinazione Turistica Emilia costituita da enti locali con l’adesione delle Camere di Commercio e amministrazioni pubbliche operanti in ambito turistico.
Destinazione Turistica Emilia provvede, o dovrebbe provvedere, alla stesura e gestione del programma annuale delle attività turistiche per l'area vasta di competenza che comprende le province di Reggio Emilia, Parma e Piacenza, oltre al programma di promo-commercializzazione turistica e di promozione locale.
Abbiamo letto di un piano strategico di attrazione turistica per Reggio Emilia, auspichiamo che sia il frutto di una collaborazione con tutti i portatori di interesse locale e non un progetto asettico che pone turismo e offerta culturale sullo stesso piano, perché non sono assolutamente la stessa cosa.
Una città può avere un'importante offerta culturale che però resta di nicchia e non produce flussi turistici.
Perché l'offerta culturale produca flussi turistici occorre che si concretizzi in eventi tale da richiamare qualcosa di più di limitati addetti ai lavori.
Oltre alla città capoluogo abbiamo un vasto territorio che si estende dalle rive del grande fiume alle cime dell’Appennino, i contributi economici dalla Regione non mancano, è necessario investirli in progetti di partenariato pubblico/privato, in sinergie e collaborazioni fra i vari comuni anche oltre i confini provinciali, lavorare all’interno di un’area vasta.
Gli eventi, culturali o sportivi, occupano un posto di rilievo nelle politiche di marketing e di comunicazione per la promozione di un territorio, possono generare un orientamento positivo e aggiungere valore ad un’area come la nostra provincia
Negli anni però abbiamo assistito a tante occasioni perdute, non sfruttate, non correttamente utilizzate ed è in questo ambito che entriamo nella questione della stazione Mediopadana.
Ci siamo già espresse in merito alla necessità di un collegamento diverso col territorio, vorremmo fare qualche considerazione strettamente collegata alla promozione turistica.
La stazione Mediopadana, che avrebbe dovuto mettere Reggio Emilia al centro di un'area vasta anche extra regionale, resta isolata dalla città e dal territorio circostante, senza navette rapide di collegamento con la stazione tradizionale e quindi con le altre città del suo bacino di utenza.
Non ci sono strutture di accoglienza vicine, non ci sono negozi dove esporre i nostri prodotti, bar e ristoranti dove offrire le nostre specialità, informazioni turistiche, nemmeno una sala d'aspetto degna di questo nome con il rischio, concreto, di continuare a rimanere quello che la stazione Mediopadana è purtroppo da anni: un punto di transito dove lasciare l'auto e volare via in treno, senza che chi vi transita abbia la minima idea di cosa sia la nostra città e la nostra provincia.
(Vania Toni responsabile comunicazione Italia Viva Reggio Emilia, e Maura Manghi, coordinatrice provinciale Italia Viva Reggio Emilia)
Ringrazio la Responsabile e la Coordinatrice di Italia Viva, Vania Toni e Maura Manghi, per avere messo in evidenza la situazione reale di Reggio Emilia, in tanti contano su di Voi, impegnatevi con tutte le Vostre forze. Purtroppo a Reggio Emilia il Bene Comune, e il turismo è un bene comune, non è mai interessato, hanno sempre prevalso le logiche del bene di partito o di chi ha il potere. Da Reggio Emilia per andare al Cerreto passando da Castelnovo e Cervarezza si impiega lo stesso tempo che andare in Trentino, da Reggio Emilia per andare al lago del Lagastrello è la stessa cosa; la fondovalle Val Secchia è ferma da decenni e la fondovalle Val d’Enza fu iniziata poi sospesa e la ferrovia che doveva arrivare a Lucca è stata fermata a Ciano. I turisti vanno in montagna per andare sui monti o ai laghi; ai monti che abbiamo non ci si arriva mai e a Vetto che doveva sorgere un bellissimo lago che avrebbe portato 10.000 turisti al giorno, vedi il Bilancino a Barberino del Mugello, fu sospeso perchè “annegava” le famose lontre e altro. Ma questi sono gli Amministratori che qualcuno ha eletto, perchè lamentarci?. In Trentino Alto Adige hanno 93 invasi, ogni invaso è una attrazione turistica, da noi quanti ne abbiamo di laghi montani che possono fare attrazione turistica?; ai lettori la risposta.
Franzini Lino