Sabato 24 luglio alle 21, alla Pro Loco di Asta, presentazione dell'ultimo libro di Matteo Incerti che narra della incredibile vita del soldato americano che a Natale a 97 anni ha ritrovato tre 'bambini' fotografati nel 1944 sull'Appennino bolognese. La favola di pace del veterano dell'esercito americano Martin Adler ed i suoi tre 'bambini' i fratelli Bruno, Mafalda e Giuliana Naldi fotografati nel 1944 sull'Appennino bolognese e ritrovati lo scorso Natale, arriva ai piedi del Cusna. Sabato alle 21 nella cornice dell'anfiteatro naturale della Pro Loco di Asta di Villa Minozzo( al chiuso in caso di maltempo) , l'autore, lo scrittore e giornalista reggiano Matteo Incerti presenterà la sua ultima opera il libro "I bambini del soldato Martin"( Corsiero 2021, 160 pagine 120 foto e disegni d'epoca inediti) . Una presentazione organizzata da Comune di Villa Minozzo, Pro Loco Asta e Croce Verde Villa Minozzo che vedrà la partecipazione del sindaco Elio Ivo Sassi e dell'assessore al volontariato e associazionismo Dea Tojalli. L'evento prevede una presentazione con la presentazione di oltre 100 foto e disegni realizzati dal veterano americano durante la campagna d'Italia 1944-45 e una intervista online al soldato. L'evento si svolgerà nel rispetto delle normative anti-Covid.
LA TRAMA - Martin Adler è un giovane americano, figlio di immigrati ebrei ungheresi; poco più che ventenne decide di arruolarsi e partire per combattere il nazifascismo in Europa. Prova sulla propria pelle l'odio razziale da parte di alcuni commilitoni, ma non demorde e nel 1944 sbarca alle pendici del Vesuvio. Diventa parte della compagnia D del 339° reggimento, una squadra da combattimento con armamento pesante: mortai, cannoni e mitragliatrici. Avanzando verso nord, dapprima sulla linea Gustav e poi sulla linea Gotica, diventa un cecchino, perdendo la propria innocenza. Martin, tuttavia, esorcizza l'orrore della guerra scattando centinaia di fotografie e disegnando cartoline, che spedisce alla famiglia in America. Nei pressi di Monterenzio, nel bolognese, si fa ritrarre in uno scatto che, alcuni decenni dopo, ha fatto il giro del mondo: il soldato è insieme a tre bambini, che la madre aveva nascosto in una cesta di vimini, per proteggerli dai tedeschi. Quell'incontro rimane impresso in modo indelebile nei suoi ricordi e, grazie a un appello lanciato sui social network, Martin Adler riesce a realizzare il desiderio di ritrovarli. Sarebbe, però, un errore pensare che la sua storia, durante la campagna d'Italia, sia tutta qui. Martin è un uomo che ha cercato la leggerezza anche nelle situazioni più drammatiche, regalando sorrisi e "cioccolata" da Napoli al Trentino, realizzando persino un vino "da trincea". Una volta rientrato in America, ha lottato appassionatamente per i diritti dei più fragili. «Sono felice, di non aver premuto il grilletto quel giorno di ottobre del 1944 nella valle dell'Idice sull'Appennino bolognese. Invece di uccidere, scattai una fotografia e ora mi accorgo che non solo salvai tre bambini, ma tutte le persone che sono nate grazie a quel gesto. Nate proprio da Giuliana, Mafalda, Bruno, diventati madri, padri, nonni e bisnonni. Come me. Ecco l'importanza generazionale di un piccolo gesto di vita [...] Per tutta la vita, nel mio piccolo ho cercato di trasmettere quello che questi volti sconosciuti, immortalati tante volte dalla mia 35 millimetri, proprio come quelli di Bruno, Mafalda e Giuliana, mi hanno insegnato. Dona, senza chiedere nulla in cambio e riceverai vero amore».