I soci volontari del Cai Reggio Emilia, nel corso del monitoraggio della rete escursionistica dell'alto Appennino reggiano (in buona parte all'interno del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-emiliano), rilevano problemi complessi per la percorribilità dei sentieri, causati dalle abbondanti nevicate e delle numerose valanghe che hanno colpito molte montagne.
Il Cai reggiano ricorda che la sistemazione di queste situazioni problematiche in diversi casi esula dall'attività di manutenzione ordinaria prevista nella convenzione tra Cai e Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-emiliano. Saranno quindi necessari interventi straordinari per ripristinare la percorribilità in sicurezza di alcuni sentieri. Di questi problemi il Cai ha subito informato sia il Parco Nazionale che il Comune di Villa-Minozzo.
La situazione
Diverse valanghe, anche di grandi dimensioni, cadute dal Monte Cipolla (Gruppo del Monte Prado) verso l'Abetina Reale, nell'alta valle del Dolo, hanno creato danni al sentiero 633, su cui passa sia l'Alta Via dei Parchi che il Sentiero Italia Cai. Alcuni tratti del sentiero sono scomparsi, e diversi massi rendono difficoltoso il passaggio. Ad oggi il passaggio è molto difficoltoso, non sicuro, e quindi sconsigliabile.
Anche il sentiero 605 che dal Rifugio Segheria sale a Lama Lite (certamente uno dei più frequentati dell'Appennino), nel tratto finale è stati coperto dalla massa di terriccio caduto assieme alle valanghe. E' sicuramente consigliabile per raggiungere Lama Lite e il Rifugio Battisti utilizzare la variante del sentiero 605 C (la cosiddetta "variante invernale").
Sono segnalati massi e buche anche sulla strada forestale dal Rifugio Segheria al Passo delle Forbici, dove passa il sentiero 681 e la Via Matildica del Volto Santo. A giorni il Cai verificherà la transitabilità di questo tratto.
Nel più breve tempo possibile sarà cura del Cai posizionare cartelli informativi sui sentieri interessati.
Ricordo anche che i due bellissimi sentieri “Presa Bassa” 635 e “Deucaville” 633 a Ligonchio sono ancora chiusi dopo anni nel completo silenzio-assenso e disinteresse di Comune, Enel e soprattutto Parco Nazionale, che non se ne vuole fare carico.