Riceviamo e pubblichiamo.
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Lettera ai sacerdoti della Pieve. Questa volta la mia tiratina d’orecchi è rivolta a voi e credo di non essere la sola a pensarla così. Voi più giovani forse non conoscete niente della Pieve, lì avete trovato la vostra abitazione e basta, forse non vi siete neanche dati il tempo per leggere quella perla di storia che ci ha lasciato Corrado Giansoldati “La Pieve di Castelnovo Monti”.
L’altro sabato sono arrivata per ascoltare la messa delle 18 che vale anche per la domenica, era il cinque giugno ed era dal mese di maggio che avevate cominciato a officiare alla Pieve, la chiesa era aperta, ma non c’era segno di anima viva. Guardo se da qualche parte stava attaccato un biglietto che avvisasse che la messa non ci sarebbe stata, ma niente (poi mi è stato detto che l’avviso era appeso alla Resurrezione), perciò io dalla Pietra sarei dovuta andare ad informarmi prima a Castelnovo, fra l’altro a piedi, forse non sapete che non tutti hanno una vettura a disposizione e c’è anche chi fa volentieri una passeggiata lontano dal centro.
Intanto arriva qualche macchina le persone scendono, entrano poi tornano via con la faccia disgustata.
Ragazzi miei, mi permetto di chiamarvi così perché potreste essere miei nipoti, la Pieve è sempre stata la chiesa principale del paese con la sua antica storia, ha sempre accolto i suoi parrocchiani dalla nascita col battesimo, coi matrimoni e le sepolture tutte cose che fino a poco tempo fa, venivano celebrate in questa meravigliosa chiesa, che richiama al raccoglimento e alla preghiera.
Ultimamente in inverno veniva chiusa, la gente al giorno d’oggi, vorrebbe anche le strade riscaldate per poter stare in giro smanicati, figuriamoci se andava bene una chiesa fredda, cristiani sì, ma sacrifici no.
Quando c’erano don Battista e don Gianni Manfredini, veniva riaperta il 1° di maggio e richiusa a inizio scuola e così ha proseguito anche don Geli, con la messa feriale alle 18 e alla domenica, la mattina alle 11,30 e la sera alle 19, credete c’era molta gente che apprezzava tutto questo.
Adesso mi tirerete fuori il “Covid” una bella scusa mi risulta che alla Resurrezione restano molti posti vuoti, poi basterebbe un microfono fuori dalla porta, se per caso non ci fosse posto per tutti.
Il sentimento religioso dei Castelnovini è sempre stato legato alla Pieve e ora sentiamo che non ci sarà più la messa durante le feste comandate. Neanche una o il sabato o la domenica? Mi pare un po’ un’esagerazione.
Allora per quale ragione sono stati fatti gli onerosi finanziamenti economici se non per riportare in sicurezza il centro della religiosità alla Pieve, con l’importanza che hanno le funzioni religiose in questo luogo.
La Pieve deve essere la chiesa dei vivi non solo dei morti coi loro funerali.
Ci tengo a far presente che io la messa l’ascolto in televisione, non mi sento di arrivare a Castelnovo con tutta la salita che c’è al ritorno, non scomodatevi per me, ormai alla mia età una messa in più o una in meno… è inutile battersi il petto adesso, il tutto dipende da cosa ai seminato durante tutta la vita.
Un’ultima cosa, bellissimo l’Oratorio don Bosco con la sua funzione, ma non ho mai visto bambini o ragazzi, nella chiesa della Pieve che è lì a due passi, basterebbe abituarli e portarli a sentire una parola buona, o la storia di questa chiesa, o soltanto dire un Ave Maria alla Vergine Assunta, fino a pochi anni fa il sagrato era pieno di gioventù che chiacchierava e giocava, perché non ripristinare queste belle e sane abitudini?
(Elda Zannini)
NOTA DELLA REDAZIONE: Apprendiamo dalla parrocchia che, dal 1 luglio, era comunque già previsto il ripristino delle messe alla Pieve di Castelnovo Monti.
Un commento che lascia a desiderare quello espresso dalla Zannini. Un mix di nemmeno tanta garbata critica, disinformazione, pretesa che ciò che si dice da una parte sia sacrosanto. Uno di quei preti che, come li ha definiti lei, non sanno nulla della storia della Pieve e ci abitano e basta, svolgeva attività pastorale in luoghi dove i fedeli facevano pure 20 chilometri a piedi (20). Arrivare alla Resurrezione è davvero molto impegnativo signora.
pur abitando in provincia di MO, condivido pienamente il pensiero della Signora Elda. Per quanto riguarda l’oratorio mi chiedo perchè sono stati spesi tanti soldi per costruire una struttura così se non si ALIMENTA giornalmente ? Io passo il mese di agosto a Villaberza e, quando posso,vado a Messa alla Pieve alle 18. Forza ragazzi aiutate i Castelnovesi a riscoprire, come dice la preghiera “SOTTO LA TUA PROTEZIONE CERCHIAMO RIFUGIO, SANTA MARIA ASSUNTA DELLA PIVE, PORTA DEL CIELO…..” Grazie e buona giornata
Nella pagina di Redacon c’è il banner delle Parrocchie della Montagna, con tutti gli orari delle SS. Messe aggiornati.
Gentile Elda, apprezzo molto il suo interesse, l’entusiasmo di raccontare, e la sua voglia di dare suggerimenti dettata dalla sua esperienza ma non condivido la sottile nota di polemica che rivolge all’ operato dei sacerdoti giovani. Ogni settimana viene pubblicato il foglio d’informazione CAMMINANDO …INSIEME in cui sono elencate tutte le comunicazioni riguardo la vita di comunita’ cristiana a cui si puo’ scegliere di partecipare. E’ disponibile sul tavolino adiacente all’uscita delle Chiese. Quando si dice :”credo di non essere la sola a pensarla cosi” consiglio a chi ha qualcosa che fa’ soffrire o che rende scontento di chiedere un incontro di confessione con i diretti interessati che sono disponibili all’ascolto e alla vicinanza. La Chiesa della Pieve e’ stupenda ma non ha l’esclusiva, in Paese e’ presente un’altra Chiesa piu’ ampia e il Santuario della Pietra. Le celebrazioni, i rosari, i funerali sono organizzati in rispetto alle norme anticovid e non e’ una scusa, il covid 19 non e’ ancora debellato. Fino ad oggi, il calendario estivo dello spostamento di luogo e orari delle Sante Messe e’ rimasto tale e quale ai tempi di Don Geli cioe’ INVARIATO. E’ importante fare chiarezza.
Penso anch’io che la Pieve sia un simbolo che emana storia e sacralità, il che la rende a mio vedere importante sul piano dei valori, del culto, e dei sentimenti religiosi, ma temo che i simboli abbiano ormai perso significato, come le radicate consuetudini di una volta.
I miei nonni materni, e altri congiunti, riposano in un cimitero frazionale dell’alta collina, adiacente ad una chiesa che vanta trascorsi secolari, e quando mi vi reco il pensiero va immancabilmente indietro nel tempo (abbastanza spesso con una qualche commozione).
Da bambino trascorrevo nella omologa borgata le vacane estive, e rammento bene la Messa domenicale con la zia, e lo stato d’animo che mi trasmettevano quelle vecchie mura, e pure l’abitudine degli adulti, vestiti dalla festa, di fermarsi poi a parlare sul sagrato.
All’interno non mancavano mai fiori freschi, raccolti dai fedeli nel giardino di casa, o nella campagna, e sempre ben disposti, il che dava l’idea dell’armonia e di un luogo accogliente e rassicurante (ci sono ricordi che ti accompagnano gradevolmente per tutta la vita).
P.B. 25.06.2021
Io non vedo cosa c’entrino i 20 chilometri di cui si parla nel primo commento, visto che mi sembrano riguardare altri Paesi, mentre il nostro è costellato di chiese e campanili, frutto di una secolare devozione, e che sono dunque parte preziosa della nostra identità.
Se noi ci basiamo su quanto succede altrove, ossia fuori dai confini nazionali, rischiamo di dover cambiare di continuo o quasi le nostre abitudini e tradizioni, una strada che non mi pare oggettivamente praticabile, e neppure auspicabile perché potrebbe disorientarci.
A meno di sposare una linea di pensiero che intende il multiculturalismo (e pure il laicismo ?) quale progressiva rinuncia alle rispettive identità, in primo luogo quella nostra, al punto di vedere con favore la rimozione del Crocifisso dai luoghi pubblici (scuole in testa).
P.B. 26.06.2021
Con questa lettera ho scatenato un piccolo acquazzone primaverile, lo sapevo
conosco bene i preti e so che sono intoccabili, ma come ripeteva spesso mia madre “arcorte che sòta la vesta i gh’an al bragh”.Anche loro sono uomini e possono sbagliare. Voglio farvi sapere che prima di pubblicare, tutto ciò, l’ho mandato loro privatamente. Se poi è stata messo su Redacon una ragione ci sarà. Io sono all’antica in confessionale di solito si dovrebbero portare i peccati e penso che ciò che ho scritto non lo sia. come vedete mi firmo, in casa mia le lettere anonime si bruciano. Elda Zannini
Non entro nel merito della richiesta, ma condivido con la signora Elda che le lettere si firmano, che anche l’operato dei sacerdoti e’ criticabile (un biglietto sulla porta non era un grande impegno…che senso ha metterlo alla Resurrezione).
Posso solo dire che durante la mia passeggiata quotidiana passo davanti alla Pieve: apprezzo moltissimo il fatto che sia aperta, mi fermo per una preghiera per i miei defunti e riparto. Passo anche davanti alla Resurrezione, ma non mi viene proprio in mente ne’di entrare ne’ tantomeno di pregare. Non sono nata a Castelnovo, ma per me la CHIESA e’ quella della Pieve.
Non ripeto il mio commento del 27.6.2021 , ma ci tenevo ad aggiungere la firma (che avevo peraltro indicato anche nel precedente messaggio).
G. Vigani
Quest’ultimo commento è davvero interessante: “le lettere si firmano….” e poi non si firma!!!!!…… mah…… entrando nel merito della signora Zannini, vorrei aggiungere che i sacerdoti ABITANO alla Pieve, che la chiesa della Pieve d’inverno è pressochè impraticabile (per motivi climatici) e che è una chiesa sempre aperta. Credo che essere legati a questo importante (e bellissimo) luogo non voglia dire celebrarvi la messa tutti i giorni (che in estate si fa!!!!) ma averla a disposizione in ogni momento per potervi pregare, riflettere, meditare…… non è poco.