Home Cronaca La buona notizia, dall’Autorità di bacino a Vetto lavori per evitare la...

La buona notizia, dall’Autorità di bacino a Vetto lavori per evitare la pericolosa frana del Monte

23
0

A Vetto, nella zona chiamata Monte, c'è una strada comunale che conduce a una zona residenziale, fatta di case antiche, all'inizio, sino a più moderne sulla sommità. La strada corre proprio sulla sommità del crinale che, sulla destra salendo, è minacciata da anni da una frana che aveva messo a rischio l'accessibilità alle case. Con uno strapiombo di quasi 200 metri, più sotto, corre il fiume.

Ora, fortunatamente, sono in fase avanzata i lavori di stabilizzazione del ciglio di valle di via del Monte.

Le opere in corso di realizzazione – che hanno richiesto un investimento di 120mila euro - puntano proprio a consolidare il versante con la costruzione di una struttura di contenimento, in prossimità del lato di valle della sede stradale, costituita da una fila di pali trivellati, collegati in testa da un cordolo-trave.

L’intervento, a cura dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile,  riguarda il pendio interessato negli anni scorsi da una frana, come risulta evidente anche dall’assenza di vegetazione ad alto fusto.

Il dissesto ha via via causato una situazione di instabilità del versante e ripetute alterazioni del manto stradale, con un costante rischio di cedimento, che costituisce un pericolo per la viabilità, oltre che per la rete fognaria e i cavi della fibra ottica che si trovano sotto il manto stradale.

“Il cantiere- spiega l’assessore regionale alla protezione civile, Irene Priolo-, rientra nel pacchetto di 15 interventi finanziati dal Piano 'Proteggi Italia 2020' per la mitigazione del dissesto idrogeologico, a fronte alle conseguenze delle intense ondate di maltempo che si sono succedute recentemente. Si tratta di un ingente volume di investimenti programmati per dare una risposta concreta e in tempi rapidi alle esigenze di messa in sicurezza del territorio, all’interno di una delle aree più fragili del nostro Appennino, per favorirne l’attrattività e la crescita sostenibile”.