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“La luna rapita” (poesia di Dante Bortolotti)

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Selene non potrà
più consigliare
il tempo della semina
né organizzare il flusso della marea,
Dallo spazio profondo
un'attrazione
più, forte, implacabile, violenta,
l'ha rapita stanotte!
Era splendente come il tuorlo d'uovo
scodellato nel piatto ancora intero
emergente dall'albume di un universo
autonomo dal caos.
Tuorlo fecondato da un amore fra astri
per millenni adorato da esili bambini morituri,
non schiavi, ancora, della scienza oscura,
usavano pregare i loro Dei
alzando mani e occhi verso il cielo.
Come potranno, scienza, conoscenza, sapere,
l'eretica superbia di capir le ragioni
di un Dio che...forse esiste
giustificare questo rapimento?
che domani sarà senza illusioni?
Selene
era la vita che evolveva
ai confini tra la materia e il sogno,
tra il sangue caldo e fragili emozioni,
era l'amore
che non ha confini
di tempo, di universi in espansione,
di età, di alternative dimensioni.
In quanti sentiranno la mancanza della luna rapita?
Camminano con gli occhi bassi...spenti,
ancorati alla terra, al bisogno dei giorni,
illuminati da un sole alieno
sempre più lontano.
Chi ricorderà più
i passi danzanti
dei grandi riti di fecondazione?
chi piangerà sul mito di Selene?.
Da " L'Alibi del passato" 2015