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Alberto Tondelli, Spi-Cgil: “Vaccinare fragili e anziani per riaprire”

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Riceviamo e pubblichiamo da Alberto Tondelli, coordinatore Spi-Cgil Vetto

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Vaccinare fragili e anziani per riaprire

Tutti ormai riconoscono che la ripresa di una normalità non può che dipendere dalla riduzione del numero dei contagi e in particolare dalla riduzione dei ricoveri in reparti di terapia intensiva, oltre un numero di decessi sempre troppo elevato. Incute giustamente timore la notizia che fra i deceduti siano comprese persone con meno di 50 anni ma questo non ci deve far dimenticare le migliaia di deceduti settantenni e ottantenni che hanno pagato con la vita questa pandemia. Eppure.

Ormai è chiaro, e ultimamente evidenziato anche dal governo centrale, che il ritorno alla normalità non può che passare attraverso la tutela di tutti i cittadini. Tutti indistintamente a partire dalle categorie più esposte al contagio, i fragili, e seguire in ordine di anzianità senza alcuna titubanza, evitando di alimentare sfiducia nei vaccini e possibili ripensamenti in coloro che possono e devono essere vaccinati. Certo nel rispetto della volontà del singolo ma con la consapevolezza che la vaccinazione è attualmente l’unico strumento valido riconosciuto che ci può mettere in sicurezza. Evitare ovvietà sull’efficacia dei vaccini. Pare del tutto naturale che l’operato delle istituzioni preposte alla valutazione dei rischi benefici di un qualsiasi vaccino non possa che essere positivo, diversamente, che vaccino sarebbe? Se così non fosse, chiunque sceglierebbe la malattia.

Ma ciò che più meraviglia, in una pandemia mondiale, è che ogni singola Regione possa scegliere un proprio percorso. Il diritto alla salute dovrebbe essere (e non è assolutamente scontato) un diritto universale. Facciamo in modo che sia almeno un diritto di tutti gli italiani.

Leggendo il report delle vaccinazioni effettuate in Emilia Romagna, oltre le categorie più esposte al contagio come operatori sanitari e sociosanitari, ospiti e personale di strutture residenziali, soggetti vulnerabili e operatori scolastici oltre agli ultraottantenni, balza immediatamente all’occhio la voce “altre categorie”. Chi sono i membri di tale fascia?Forse i soliti furbetti che preferirei definire persone con pochi scrupoli che approfittando della propria posizione o amicizie particolari e che non esitano a mettere a rischio la salute e la vita di persone che per l’età o la presenza di patologie sono particolarmente esposte al virus.

Non sottovalutiamo poi che l'Ausl di Reggio Emilia, già dal 15 marzo, ha inviato ai soggetti fragili messaggi con l’invito a esprimere il consenso alla vaccinazione e che in caso di risposta positiva sarebbero stati ricontattati entro quindici giorni per essere informati del luogo e data della somministrazione del vaccino. Siamo ad oltre 25 giorni, non tutti i riscontri sono avvenuti ed è perfettamente inutile tentare di telefonare al numero dedicato a tali soggetti perché sempre occupato. Probabilmente mancano operatori ma a fronte di una situazione tanto importante non parrebbe impossibile occupare altri operatori, si darebbe anche una risposta se pure limitata a tante persone che hanno perso il lavoro.

Gli anziani sono cittadini con le loro fragilità, i loro diritti e sempre disponibili a dare il loro contributo. Chiamiamoli pure una categoria. Un’importante categoria.

Alberto Tondelli