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Raee: che è?

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Come ho già scritto in precedenza, è stata recepita dal nostro paese con notevole ritardo una direttiva europea che è andata in vigore da pochi giorni. Si tratta dei "Raee" e cioè dell'obbligo di ritiro uno contro uno di alcuni prodotti da smaltire. Con questa direttiva se un cliente acquista un tritatutto e mi porta il vecchio da smaltire, sono obbligato a ritirarlo e portarlo all'isola ecologica. Tutto regolare e trovo anche giusto questo sistema, ma non certo la procedura adottata, costosa e burocratica. Per quanto mi riguarda, e penso proprio di non essere il solo, è una vita che lavoro e mi sono sempre preoccupato di ritirare gratuitamente i pezzi grossi ed anche piccoli dai clienti per portarli alle discariche e metterli nelle apposite isole.

Da quanto ho capito io e spero di non sbagliarmi (le informazioni sono scarse), è obbligatoria la domanda di iscrizione in un albo nazionale gestione Raee, questo era da fare entro lo scorso 18 di giugno e perciò ora siamo già in difetto. Ma intanto una curiosità: se era proprio obbligatorio, c'era forse la necessità di fare la domanda? Non era più semplice fare un censimento locale dei negozi che trattano prevalentemente questi prodotti da smaltire e comunicare loro direttamente come comportarsi con precisione?? Poi è di obbligo pagare € 50 di iscrizione, più € 10 di registro, più € 14,62 di bollo, più € 168 di tassa annuale, più ancora un bollo di € 14,62 ogni 4 pagine del registro sulla tracciabilità del rifiuto, con i dati del cliente, marca e modello e tutto questo da conservare per 3 anni. Da tenere presente che spesso sul prodotto vecchio è difficile leggere la marca ed ancora di più il modello.

L'impressione è che queste leggi siano fatte dai soliti burocrati con la poltrona incollata e ben pagati (da noi), a tavolino, con carta e pc e segretarie ed ufficio con aria condizionata! Ma (scusate lo sfogo) questi non hanno mai saputo cosa vuole dire lavorare.

Quindi, sempre se ho capito bene, se un privato o un pensionato porta personalmente alla discarica il suo proprio frigorifero o il televisore o il tritatutto da rottamare con la proprio "quattro ruote", lo può fare tranquillamente gratis e in qualsiasi discarica, mentre lo stesso frigo o televisore, ritirato gratuitamente da un commerciante per fare un piacere al cliente, è soggetto a tutta questa burocrazia, ma poi, ancora, non tutte le discariche lo possono ricevere!!

Tenere ben presente che su questi prodotti si pagano direttamente in fabbrica o dall'importatore delle quote da oltre due anni, che alla fine si riversano sul prezzo finale e che servono appunto per lo smaltimento. Dove sono andati a finire questi soldi? Inoltre paghiamo tutti, sia i commercianti che smaltiscono i rifiuti che alla fine sono sempre dei clienti privati, che gli stessi clienti privati le solite salate imposte per i rifiuti. Forse mi faccio troppe domande.

Mi sono chiesto come mai tutto è passato sotto silenzio, nessuno dice niente, non ho sentito nemmeno proteste dai commercianti interessati; evidentemente si sono adeguati alle circostanze. Silenzio anche dalle associazioni di categoria che da tempo purtroppo sono diventate soltanto uffici di contabilità e poco altro e dove ci si preoccupa soltanto dei loro posti di lavoro e degli amici.

Si possono fare mille domande ai politici, ma, si sa, non rispondono mai, o se rispondono lo fanno in una forma di fine politichese che poi ci si chiede quale è stata la risposta. Forse sono anche da capire (...poverini) perché sono sempre molto impegnati nei loro tornaconti. Sono sicuro che alle prossime votazioni aumenteranno ancora di più le schede bianche o nulle.

Se questa legge è stata fatta per limitare il consumismo, l'uso e getta e l'enorme quantità di materiale da rottamare, avrei qualche suggerimento un po' diverso.

Grazie.

(Elio Bellocchi)

4 COMMENTS

  1. Che esagerazione!
    Suvvia, signor Bellocchi, viviamo in un paese libero e attento ai cittadini! Senz’altro avrà trovato sui telegiornali o su trasmissioni di approfondimento una dovizia di particolari sull’argomento! In Italia va tutto bene e guai a non sostenerlo!

    (Elio Peri)


  2. Sono pienamente in sintonia con te, Elio. Per fare cose semplici complicano la vita a persone che per lavorare devono sottostare a regolamentazioni e soprattutto a cartacei burocratici, che il normale cittadino neppure immagina. Il legislatore non pensa neanche al fatto che alla fine i costi (perchè di costi si tratta), di gestione e raccolta, gestione degli imballi e ora per le gestione dei ritiri, ricadono sempre sulle spalle del consumatore finale. Inoltre, troppa burocrazia (per fortuna avevano detto che le parti commerciali burocratiche sarebbero state ridotte al minimo) porta a commettere errori e purtroppo, in questo campo, l’errore si paga con multe salate. Che dire??? Non abbiamo altra possibilità che portare pazienza e, purtroppo, subire.

    (Giandomenico Reverberi)


  3. Un bel sistema complicato e costoso, vedrai che tanti torneranno a riempire i cassonetti dell’immondizia generica e speriamo che non tornino a fiorire le discariche abusive. L’importante è far vedere che si recepiscono le direttive Cee, come si attuano importa a pochi.

    (Cesare Romei)


  4. Purtroppo non ci sono parole. Mi chiedo quanto sia “ECOLOGICA” questa norma. Quanti alberi dovranno abbattere per produrre la carta che si dovrà compilare per lo smaltimento di questi rifiuti? A questo punto il contributo R.A.E.E. che mi trovo nelle fatture a cosa serve? Perchè se dovremmo pagare iscrizioni e via dicendo spero che questo non sia dovuto! Spero, ma sono certo che non sarà così…

    (Gabriele Bizzarri)