Riceviamo e pubblichiamo la lettera del professor Carlo Ferrari in ricordo di Ivaide Giuliani, scomparsa nella giornata di domenica 14 marzo
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L’Ivaide, per i ragazzi della mia età, quasi tutti settantenni, era la catechista, o meglio la “maestra della dottrina”, presso l’Oratorio di Sordiglio di Casina negli anni ‘50/’60. Era lei che curava la manutenzione, la pulizia e il decoro dei locali, sia interni che esterni dell’Oratorio, chiamando a raccolta noi bambini che facevamo a gara nel rendere sempre più bello e accogliente questo piccolo ma significativo punto di ritrovo religioso e sociale di tutto il paese.
I momenti più significativi, sentiti e vissuti con gioia e orgoglio da tutta la popolazione di questo piccolo borgo, riguardavano la sagra del 29 agosto, a ricordo della decapitazione di San Giovanni Battista, a cui l’Oratorio era dedicato, oltre che le serate dei mesi di maggio e di ottobre con la recita quotidiana del santo rosario.
Al centro di tutte queste attività c’era l’Ivaide, la nostra “maestra della dottrina”, che ci ha seguito con amore e pazienza finché, per ragioni di salute, ha dovuto allontanarsi dalla sua famiglia e da Sordiglio per lunghi periodi di degenza in diverse case di cura.
Ma noi “ragazzi” degli anni ‘50/’60 non l’abbiamo mai dimenticata e l’abbiamo ritrovata, soprattutto in questi ultimi anni, sempre pronta a dare un aiuto e un consiglio, oltre a generosi contributi, per rimettere a nuovo il nostro Oratorio, che è stato arricchito, sia all’interno che all’esterno, da importanti opere di restauro architettonico ed artistico, tanto da diventare oggetto di particolare interesse anche da parte del FAI regionale e nazionale.
L’Ivaide ha infatti sempre sostenuto con passione e fede l’attività dell’associazione culturale “Amici di Sordiglio” e del suo fondatore e presidente Erminio Lazzaroni che, a nome dell’associazione, esprime profondo cordoglio per la scomparsa di una preziosa iscritta e collaboratrice, ricordandone la squisita cortesia e la particolare attenzione a tutti i problemi, sia sociali che religiosi, della comunità di Sordiglio.
Noi “ragazzi” degli anni ‘50/’60 siamo certi che l‘Ivaide, oltre che rimanere nei nostri cuori per i suoi preziosi insegnamenti ed esempi di vita e di fede, viva già col suo spirito presso il Signore, seduta alla mensa conviviale degli eletti, dove potrà incontrare e abbracciare nella gioia gli amati famigliari e i cari amici defunti: il padre Nando, la madre Serena, il fratello Antonio con la cognata Renata e il sacerdote don Guido, del quale è stata collaboratrice per tanti anni.
Carlo Ferrari