E’ proseguita, anche nel corso del 2020, la diminuzione del numero delle imprese guidate da “under 35” nella provincia di Reggio Emilia.
La pandemia ha inevitabilmente inciso sulla nascita di nuove imprese giovanili, ma la flessione dello scorso anno - sottolinea l’Ufficio Studi della Camera di Commercio – si inserisce in un rallentamento iniziato già da una decina d’anni. Lo conferma il calo di tre punti percentuali (dall’11,3% all’8,2% dal 2011 al 2020) della quota di aziende che nella nostra provincia sono condotte da giovani imprenditori; un’incidenza che appare decisamente superiore a quella regionale (7%), ma un po’ più bassa di quella nazionale (8,9%).
Venendo alle cifre 2020, le imprese giovanili insediate sul territorio reggiano si sono attestate a 4.411 unità, con un calo del 4,2% rispetto al 2019, mentre le altre imprese – non giovanili – hanno registrato un lieve incremento, pari allo 0,2%.
Relativamente ai settori di attività economica, la consistenza delle imprese “under 35” ha registrato un andamento differenziato per i vari comparti. Sono in calo, in particolare, quei settori che hanno risentito maggiormente degli effetti dell’emergenza sanitaria - come commercio, manifatturiero e filiera turistica, soprattutto alloggio e ristorazione - e che spesso sono quelli a maggior presenza giovanile.
Sono 53 in meno le imprese a trazione giovanile del commercio che passano, in un anno, da 957 a 904; contemporaneamente diminuiscono del 2,8% le attività dei servizi della filiera turistica che, a fine 2020 scendono a 423 imprese. Con una contrazione del 5,6% le attività del manifatturiero si attestano a 420 unità: a risentire in misura maggiore del calo, sono le imprese del sistema moda e della metalmeccanica.
Fra le imprese del terziario con imprenditori meno che trentacinquenni, sono in flessione le altre attività di servizi per la persona (-4,8% per parrucchieri, barbieri, centri estetici e fitness in primis) e le attività di assistenza sociale residenziale e non residenziale (-22%), messe in crisi dalle restrizioni imposte dalla pandemia.
In sofferenza anche il comparto edile, tanto che le imprese di costruzioni gestite da giovani, che rappresentano il 26% delle aziende giovanili reggiane, sono scese da 1.259 a 1.149.
Qualche nota positiva viene invece dalle attività di informazione e comunicazione e, in modo particolare, dalle attività legate all’informatica, grazie alla spiccata propensione all’innovazione di prodotto e di processo dei giovani: produzione di software, consulenza informatica e attività connesse sono cresciute del +12,5%, mentre le attività di noleggio e supporto alle imprese hanno registrato un incremento del 3,7% raggiungendo, a fine 2020, le 195 unità. Andamenti positivi si osservano anche per le attività connesse alla logistica, con un aumento dell’8% in un anno.
Oltre che all’innovazione e al digitale, le scelte dei giovani imprenditori reggiani sono orientate anche ad un ritorno alla cura e alla tutela del territorio. Crescono, infatti, le attività connesse ai servizi per edifici e paesaggio (+13,9%) e le aziende del settore primario, in modo particolare quelle rivolte alle produzioni agricole (+1,7).